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Novità nel consiglio del CTP: il priore dell’Istrice Mauro Civai, entrato a far parte della deputazione del Magistrato, ha lasciato posto al Consorzio al nostro rettore Fabio Pacciani
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artigiani
Palio. Consorzio: "Non siamo affossatori di ceramisti"
“Non vogliamo mettere in ginocchio nessuno, tanto meno gli artigiani senesi per i quali lavoriamo da anni con il massimo sforzo” - Questo il primo commento rilasciato da Fabio Caselli, presidente Consorzio Tutela del Palio, a seguito della lettera di protesta di una famiglia di ceramisti senesi, pubblicata ieri mattina dalle testate giornalistiche locali. Secondo i ceramisti coinvolti, il Consorzio avrebbe chiesto ad alcuni artigiani senesi, loro compresi, un'ingente somma da versare per continuare il loro lavoro. Lavoro che consisterebbe, ormai da oltre 10 anni, nella produzione di ceramiche rappresentanti l’araldica senese, contrade in primis naturalmente. Tale ditta riusciva ad esportare anche in America, a San Francisco, grazie all’ottimo rapporto creato con un rivenditore italiano del posto. Ed è proprio attraverso il sito internet di questo rivenditore italiano, residente a San Francisco, che è scoppiato il caso. Presenti nel sito infatti una serie di ceramiche rappresentanti le 17 contrade. Ceramiche che, a detta di alcuni contradaioli della città, che hanno messo a conoscenza del sito il Consorzio, non rappresentavano in modo consono l’araldica originaria. Dopo aver visto i prodotti, mancanti del copy right obbligatorio per tutte le immagini paliesche riprodotte, il Consorzio ha avvisato il rivenditore della mancata registrazione del marchio, giungendo alla fine al produttore primo delle ceramiche, ovvero all’artigiano senese. “Nel 2006 abbiamo inviato a tutti gli artigiani di Siena e provincia una lettera – spiega Stefano Maestrini, amministratore delegato Consorzio Tutela del Palio area Marchio - nella quale si invitava a sottoscrivere un accordo, tra l’altro a titolo gratuito, con la Camera di Commercio di Siena. Tale accordo prevede il pagamento di un contributo che viene poi ridistribuito alle contrade stesse. L’unica cosa che sono obbligati a fare gli artigiani è quella di farci vedere i loro prodotti prima di immetterli nel mercato . A questa famiglia di ceramisti non è stata chiesta nessuna cifra. Non so chi abbia diffuso queste notizie. Bastava che avessero sottoscritto il contratto, che ripeto è gratuito, e tutto questo non sarebbe successo. Un percorso semplicissimo dunque e risolvibile, ora attendiamo solo che questo signore ci chiami e gli spiegheremo tutto”.
S.C. da "Sienanews"
“Non vogliamo mettere in ginocchio nessuno, tanto meno gli artigiani senesi per i quali lavoriamo da anni con il massimo sforzo” - Questo il primo commento rilasciato da Fabio Caselli, presidente Consorzio Tutela del Palio, a seguito della lettera di protesta di una famiglia di ceramisti senesi, pubblicata ieri mattina dalle testate giornalistiche locali. Secondo i ceramisti coinvolti, il Consorzio avrebbe chiesto ad alcuni artigiani senesi, loro compresi, un'ingente somma da versare per continuare il loro lavoro. Lavoro che consisterebbe, ormai da oltre 10 anni, nella produzione di ceramiche rappresentanti l’araldica senese, contrade in primis naturalmente. Tale ditta riusciva ad esportare anche in America, a San Francisco, grazie all’ottimo rapporto creato con un rivenditore italiano del posto. Ed è proprio attraverso il sito internet di questo rivenditore italiano, residente a San Francisco, che è scoppiato il caso. Presenti nel sito infatti una serie di ceramiche rappresentanti le 17 contrade. Ceramiche che, a detta di alcuni contradaioli della città, che hanno messo a conoscenza del sito il Consorzio, non rappresentavano in modo consono l’araldica originaria. Dopo aver visto i prodotti, mancanti del copy right obbligatorio per tutte le immagini paliesche riprodotte, il Consorzio ha avvisato il rivenditore della mancata registrazione del marchio, giungendo alla fine al produttore primo delle ceramiche, ovvero all’artigiano senese. “Nel 2006 abbiamo inviato a tutti gli artigiani di Siena e provincia una lettera – spiega Stefano Maestrini, amministratore delegato Consorzio Tutela del Palio area Marchio - nella quale si invitava a sottoscrivere un accordo, tra l’altro a titolo gratuito, con la Camera di Commercio di Siena. Tale accordo prevede il pagamento di un contributo che viene poi ridistribuito alle contrade stesse. L’unica cosa che sono obbligati a fare gli artigiani è quella di farci vedere i loro prodotti prima di immetterli nel mercato . A questa famiglia di ceramisti non è stata chiesta nessuna cifra. Non so chi abbia diffuso queste notizie. Bastava che avessero sottoscritto il contratto, che ripeto è gratuito, e tutto questo non sarebbe successo. Un percorso semplicissimo dunque e risolvibile, ora attendiamo solo che questo signore ci chiami e gli spiegheremo tutto”.
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