Fantini
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Federico Arri sarà Ares: il Drago ha scelto il soprannome per il fantino esordiente
Federico Arri sarà Ares. Questo è il soprannome che il Drago ha scelto per il giovane fantino, attingendo dalla mitologia greca, secondo la quale Ares era il dio della guerra, figlio di Apollo ed Era. Arri è l’unico esordiente del palio straordiario di questo autunno ed in generale dei palii del 2018.
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Gingillo, "I cavalli mi potevano pestare. Ho rischiato davvero grosso"
Siena, 22 ottobre 2018 - "Ero in Piazza, in palco. Non levavo gli occhi da San Martino. Lo vedevo in terra e mi domandavo ‘ma quando arrivano?’ Non si muoveva, ho temuto che si fosse fatto male", racconta Federica Regnani. Momenti da batticuore per la fidanzata di Gingillo - al secolo Giuseppe Zedde, 36 anni - che è stata accanto a lui alle Scotte da cui è stato dimesso ieri, prima di pranzo. Il capitano dell’Oca Stefano Bernardino aveva parlato a caldo di un forte trauma cranico senza conseguenze, come confermato dalla tac. «Mi sento bene, è stata solo una brutta botta. Mi sono risvegliato in ospedale e, per fortuna, non avevo nessun danno. Ero un po’ confuso. Sono rimasto una notte per precauzione», conferma Gingillo. La sua Federica per fugare ogni dubbio ha poi messo su Instagram un’immagine con il fantino.
Cosa hai pensato quando hai rivisto le immagini in cui erio steso in terra ed un cavallo ti evita per un soffio?
«Sono rimasto molto sorpreso perché non pensavo di aver rischiato così tanto. Soprattutto per il fatto che sono rimasto lì un giro in più. Gli altri cavalli avrebbero davvero potuto pestarmi».
Quando ti sei ripreso cosa ricordi del momento in cui la Torre ti è rovinata addosso?
«Appena svegliato non rammentavo perfettamente come erano andate le cose. Dopo qualche minuto ha iniziato però a riaffiorare tutto».
Cosa diresti al fantino di Salicotto?
«Saltiamo la domanda».
Sei d’accordo sul fatto che sono stati presi troppi esordienti?
«Sì, sette sono veramente troppi. Non sai come reagiscono quei giorni e quanto si adattano».
Sorighittu potrebbe rientrare nel lotto nel 2019?
«E’ molto preciso e tranquillo al canape. Può essere rimesso fra i dieci».
Pusceddu, come mostrano le foto che abbiamo pubblicato, si ferma a guardarti per accertarsi delle tue condizioni. Solidarietà fra colleghi.
«Sicuramente è stato un gesto molto apprezzabile. E credo che in questi momenti, anche tra noi fantini, ci sia solidarietà. Ricordo bene che a luglio mi soffermai a guardare Elias (Mannucci, ndr) che risultava molto più grave di me».
A casa di Gingillo ieri è stato un viavai di persone. Adesso inizia un periodo di riposo prima di tornare a cavallo. Tanto non c’è fretta. Ormai è inverno veramente. In attesa di sapere se i due Palii di squalifica proposti per il comportamento di Gingillo al canape il 2 luglio verranno confermati oppure la giunta mitigherà la pena.
Laura Valdesi da La Nazione
Cosa hai pensato quando hai rivisto le immagini in cui erio steso in terra ed un cavallo ti evita per un soffio?
«Sono rimasto molto sorpreso perché non pensavo di aver rischiato così tanto. Soprattutto per il fatto che sono rimasto lì un giro in più. Gli altri cavalli avrebbero davvero potuto pestarmi».
Quando ti sei ripreso cosa ricordi del momento in cui la Torre ti è rovinata addosso?
«Appena svegliato non rammentavo perfettamente come erano andate le cose. Dopo qualche minuto ha iniziato però a riaffiorare tutto».
Cosa diresti al fantino di Salicotto?
«Saltiamo la domanda».
Sei d’accordo sul fatto che sono stati presi troppi esordienti?
«Sì, sette sono veramente troppi. Non sai come reagiscono quei giorni e quanto si adattano».
Sorighittu potrebbe rientrare nel lotto nel 2019?
«E’ molto preciso e tranquillo al canape. Può essere rimesso fra i dieci».
Pusceddu, come mostrano le foto che abbiamo pubblicato, si ferma a guardarti per accertarsi delle tue condizioni. Solidarietà fra colleghi.
«Sicuramente è stato un gesto molto apprezzabile. E credo che in questi momenti, anche tra noi fantini, ci sia solidarietà. Ricordo bene che a luglio mi soffermai a guardare Elias (Mannucci, ndr) che risultava molto più grave di me».
A casa di Gingillo ieri è stato un viavai di persone. Adesso inizia un periodo di riposo prima di tornare a cavallo. Tanto non c’è fretta. Ormai è inverno veramente. In attesa di sapere se i due Palii di squalifica proposti per il comportamento di Gingillo al canape il 2 luglio verranno confermati oppure la giunta mitigherà la pena.
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LE PAGELLE DEI FANTINI
Promossi e bocciati della Carriera straordinaria
Al vincitore di solito concedo la lode...ma Andrea Coghe che pure ha fatto entrate splendide meritando il successo ha macchiato una prestazione superlativa con una caduta banale al secondo Casato che senza le ali di Remorex avrebbe compromesso tutto. Io gli do 10...La lode gliela regalano i Tartuchini e babbo Massimo. Ma restano comunque negli occhi i suoi ingressi al primo e secondo San Martino e al primo Casato.
Andrea Mari mette insieme una carriera da grande su di un cavallo estroso e piccoso. Credo che solo Brio potesse avere il coraggio di correre su quel soggetto che rifiuta il terzo San Martino. Per me il suo Palio è da 9 e resta anche in piedi...
Al Mannucci che sfila primo dai canapi si profilava un 8...ma non mi convince quando non spinge a tutta e soprattutto quando, pur potendo scegliere traiettorie interne resta al centro della pista. La Tartuca lo passa in tromba e poi cade al secondo Casato, a Palio oramai perso. Se faccio la media si ferma al 5.
Gingillo questa volta può far poco dalla rincorsa e poi trova sulla strada un cavallo grigio montato da un Oscar furioso che lo stende. 5 di stima.
6 invece al Carboni che aveva il mandato di spianare l' Oca...Anche spianando se stesso. Operazione riuscita.
5 e mezzo all'esordiente Arri. Il Drago resta per poco nel gioco grosso e finisce la sua carriera sul tufo con una cavallina da rivedere.
Scompiglio si fa bruciare dal Mannucci e subisce poi l'arrembante Brio. Una paliata la sua che finisce rovinosamente. Qualsiasi voto si presta a diverse discussioni. Per me vale un 6 e mezzo.
Il Pusceddu non raccoglie quanto avrebbe preteso. Non brilla mai e chiude il Palio sul tufo. Io gli regalo un 5 ma credo anche che la sua carriera sia agli sgoccioli.
Al Sanna che non riesce più a convincere tutti io assegno comunque un 6 più. Brillante fra i canapi e deciso in corsa su un Rombo de Sedini che non è superiore agli altri. Difficile chiedergli di più anche se come il Mannucci resta sempre il mezzo alla pista.
Al Tittia sulla velocissima Violenta, stella del domani, si è presentata una situazione alla mossa non facile. Poteva forse fare di più ma i cinque più bassi hanno subito messo le carte in chiaro. Si salva dal marasma del primo San Martino e poi battaglia per recuperare sugli scossi. Ma per una volta il Tempesta era stato molto più bravo di lui. Io comunque gli dò un 7 ma lo aspetto ad una prova vincente. Il tempo fugge veloce per tutti...
Roberto Morrocchi da OKSiena
Al vincitore di solito concedo la lode...ma Andrea Coghe che pure ha fatto entrate splendide meritando il successo ha macchiato una prestazione superlativa con una caduta banale al secondo Casato che senza le ali di Remorex avrebbe compromesso tutto. Io gli do 10...La lode gliela regalano i Tartuchini e babbo Massimo. Ma restano comunque negli occhi i suoi ingressi al primo e secondo San Martino e al primo Casato.
Andrea Mari mette insieme una carriera da grande su di un cavallo estroso e piccoso. Credo che solo Brio potesse avere il coraggio di correre su quel soggetto che rifiuta il terzo San Martino. Per me il suo Palio è da 9 e resta anche in piedi...
Al Mannucci che sfila primo dai canapi si profilava un 8...ma non mi convince quando non spinge a tutta e soprattutto quando, pur potendo scegliere traiettorie interne resta al centro della pista. La Tartuca lo passa in tromba e poi cade al secondo Casato, a Palio oramai perso. Se faccio la media si ferma al 5.
Gingillo questa volta può far poco dalla rincorsa e poi trova sulla strada un cavallo grigio montato da un Oscar furioso che lo stende. 5 di stima.
6 invece al Carboni che aveva il mandato di spianare l' Oca...Anche spianando se stesso. Operazione riuscita.
5 e mezzo all'esordiente Arri. Il Drago resta per poco nel gioco grosso e finisce la sua carriera sul tufo con una cavallina da rivedere.
Scompiglio si fa bruciare dal Mannucci e subisce poi l'arrembante Brio. Una paliata la sua che finisce rovinosamente. Qualsiasi voto si presta a diverse discussioni. Per me vale un 6 e mezzo.
Il Pusceddu non raccoglie quanto avrebbe preteso. Non brilla mai e chiude il Palio sul tufo. Io gli regalo un 5 ma credo anche che la sua carriera sia agli sgoccioli.
Al Sanna che non riesce più a convincere tutti io assegno comunque un 6 più. Brillante fra i canapi e deciso in corsa su un Rombo de Sedini che non è superiore agli altri. Difficile chiedergli di più anche se come il Mannucci resta sempre il mezzo alla pista.
Al Tittia sulla velocissima Violenta, stella del domani, si è presentata una situazione alla mossa non facile. Poteva forse fare di più ma i cinque più bassi hanno subito messo le carte in chiaro. Si salva dal marasma del primo San Martino e poi battaglia per recuperare sugli scossi. Ma per una volta il Tempesta era stato molto più bravo di lui. Io comunque gli dò un 7 ma lo aspetto ad una prova vincente. Il tempo fugge veloce per tutti...
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Massimino: “E’ in atto un ricambio generazionale dei fantini”
Massimo Coghe detto Massimino, ex fantino del Palio e padre del vincitore della carriera straordinaria, è intervenuto ad Antenna Radio Esse per analizzare la situazione cavalli e fantini: “Chissà se da ora in avanti prenderanno i barberi della nostra scuderia, vedremo. Sono troppo felice per Andrea, si meritava questa soddisfazione e ora dovrà ripetersi. Brio, Tittia, Gingillo, Scompiglio e Brigante sono i punti di riferimento. Per il resto è in atto un ricambio generazionale: non so se la carriera di Bruschelli è finita ma comunque è agli sgoccioli, la carta d’identità parla chiaro. Lui però è sempre un duro da battere, potrebbe anche correre ancora”
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Tripolino, fantino e gentiluomo
Le gesta di Tripolino, il fantino gentiluomo del Palio ed il giostratore con più vittorie al Saracino di Arezzo sono state raccontate da Roberto Parnetti, aretino grande appassionato di giostre.
Un libro su un personaggio amato, e scritto per mantenere una promessa fatta alcuni anni fa in occasione della festa dei cento anni di Tripoli Torrini: “Negli ultimi anni della sua vita sono stato spesso a casa di Tripolino a Pozzuolo – dice Parnetti – mi sono fatto raccontare oltre alle sue gesta a cavallo anche tanti aneddotti, promettendogli che avrei scritto la sua biografia. Adesso sono riuscito a mantenere questa promessa, anche se purtroppo lui non c'è più.” Nato l'8 marzo 1913 a Casamaggiore nel Comune di Castiglion del Lago Tripolino ha cominciato giovanissimo con le corse a cavallo. La prima a 12 anni a Petrignano. Cadde e gli misero nove punti di sutura in testa. Il padre preoccupato gli disse di non salire mai più a cavallo. A Siena esordì nel 1931 e corse in tutto 20 carriere con 6 vittorie per le contrade di Nicchio, Chiocciola, Lupa e Drago. A Siena ha corso fino al 1950 terminando la sua carriera proprio con un Palio straordinario corso a maggio. Una lunga storia che Parnetti ha raccontato nel suo libro “Tripolino, fantino gentiluomo”.
Sonia Fardelli da Corriere di Siena
Un libro su un personaggio amato, e scritto per mantenere una promessa fatta alcuni anni fa in occasione della festa dei cento anni di Tripoli Torrini: “Negli ultimi anni della sua vita sono stato spesso a casa di Tripolino a Pozzuolo – dice Parnetti – mi sono fatto raccontare oltre alle sue gesta a cavallo anche tanti aneddotti, promettendogli che avrei scritto la sua biografia. Adesso sono riuscito a mantenere questa promessa, anche se purtroppo lui non c'è più.” Nato l'8 marzo 1913 a Casamaggiore nel Comune di Castiglion del Lago Tripolino ha cominciato giovanissimo con le corse a cavallo. La prima a 12 anni a Petrignano. Cadde e gli misero nove punti di sutura in testa. Il padre preoccupato gli disse di non salire mai più a cavallo. A Siena esordì nel 1931 e corse in tutto 20 carriere con 6 vittorie per le contrade di Nicchio, Chiocciola, Lupa e Drago. A Siena ha corso fino al 1950 terminando la sua carriera proprio con un Palio straordinario corso a maggio. Una lunga storia che Parnetti ha raccontato nel suo libro “Tripolino, fantino gentiluomo”.
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Esordio vincente in gentlemen a Follonica per Carlo Sanna
Brigante racconta a “Il Palio d’Inverno” la sua prima corsa regolare
Debutto vincente in gentlemen a Follonica per Carlo Sanna, intervistato da Veronica Costa per Palio d’Inverno. Brigante ha vinto la sua prima gara regolare con una cavallina di proprietà di Jacopo Bindi: “Sono corse non per professionisti, io non sono un professionista nelle regolari – ha raccontato Sanna – Lo faccio per occupare questi mesi dove ci sono meno impegni”. Come è nata l’idea: “Una passione fin da piccolo, fisicamente non ho potuto prendere il patentino per le regolari, e così ho partecipato”. La cavalla vittoriosa: “Ha sempre fatto ottime prestazioni, facile da montare, e aveva già vinto”. L’avventura andrà avanti: “Se mi danno fiducia continuerò a montare, è un percorso che mi insegnerà tante cose”. Che differenza con Piazza del Campo: “Due cose completamente diverse. Ero emozionato per le regolari, ma la Piazza è la Piazza”.
Un 2018 meno fortunato, dopo la vittoria nell’Onda del 2017: “Ho fatto diversi errori, da cui devo imparare. Ancora con l’Onda? Non lo escludo, ma ci sono anche altre situazioni”.
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Debutto vincente in gentlemen a Follonica per Carlo Sanna, intervistato da Veronica Costa per Palio d’Inverno. Brigante ha vinto la sua prima gara regolare con una cavallina di proprietà di Jacopo Bindi: “Sono corse non per professionisti, io non sono un professionista nelle regolari – ha raccontato Sanna – Lo faccio per occupare questi mesi dove ci sono meno impegni”. Come è nata l’idea: “Una passione fin da piccolo, fisicamente non ho potuto prendere il patentino per le regolari, e così ho partecipato”. La cavalla vittoriosa: “Ha sempre fatto ottime prestazioni, facile da montare, e aveva già vinto”. L’avventura andrà avanti: “Se mi danno fiducia continuerò a montare, è un percorso che mi insegnerà tante cose”. Che differenza con Piazza del Campo: “Due cose completamente diverse. Ero emozionato per le regolari, ma la Piazza è la Piazza”.
Un 2018 meno fortunato, dopo la vittoria nell’Onda del 2017: “Ho fatto diversi errori, da cui devo imparare. Ancora con l’Onda? Non lo escludo, ma ci sono anche altre situazioni”.
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Bastiano Sini: “Io, fantino della Pantera. Che occasione!”
Raggiunto l’accordo con il capitano Claudio Frati, adesso Bastiano Sini è il fantino ufficiale della Pantera. Il suo grande desiderio è di arrivare a correre il Palio di Siena e ad Are ha raccontato cosa lo spinto ad accettare la proposta di Stalloreggi.
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Bastiano dà i voti: “Ecco chi ha fatto bene e chi ha fatto male nel 2018”
Silvano Vigni detto Bastiano dà i voti ai fantini per quello che si è visto nell’annata paliesca del 2018. “Andrea Mari – dichiara il fantino per cinque volte vittorioso in Piazza del Campo – ha confermato le sue qualità, d’altronde lui è sempre lì, può sbagliare una Carriera ma poi davanti lo trovi sempre. Giuseppe Zedde veniva da un lungo digiuno, se non vinceva il Palio di agosto era messo male. Poi nello Straordinario è arrivata la vittoria, che io avevo pronosticato, di Andrea Coghe, anche lui era ad un bivio”.
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Carburo la prende con filosofia: “Meglio un’ammonizione di una squalifica…
Giosuè Carboni mastica amaro dopo le sanzioni del Palio straordinario. Sperava che gli venisse tolta l’ammonizione ma non è stato così. La sua tesi, che ha raccontato ad Are, non ha convitno la giunta paliesca: “Sono dispiaciuto. Io stavo cascando, sono andato a contatto con l’Oca ma lì poteva esserci qualsiasi altra contrada. Comunque la prendo con filosofia: di questi tempi meglio un’ammonizione di una squalifica…”
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Bastiano valuta i fantini e fa un pronostico su Trecciolino
Silvano Vigni detto Bastiano di fantini se ne intende. Lui in Piazza ha fatto grandi cose, scrivendo meravigliose pagine di storia paliesca.
In Piazza del Campo ha vinto cinque volte in trenta Carriere disputate dal suo esordio (vittorioso) nel luglio 1978 fino alla sua ultima volta nel luglio 1996, in entrambe le circostanze indossando il giubbetto della contrada della Selva.
Silvano Vigni, dal suo punto di vista il 2018 che anno è stato per quel che riguarda i fantini?
“Quello che abbiamo appena vissuto è stato un anno molto interessante. Andrea Mari ha confermato ancora una volta le sue qualità, chi è Brio lo sanno tutti, può padellare un Palio ma poi lì davanti ce lo trovi sempre. Giuseppe Zedde veniva da un lungo digiuno, come si dice in gergo la fame cava il lupo dal bosco. Se non avesse vinto il Palio di agosto avrebbe avuto delle difficoltà. Ora dovrà scontare due Palii di squalifica e lo rivedremo nel 2020. Starà a lui prepararsi bene perché a Siena, come io ho imparato, ci si dimentica in fretta di quanto è avvenuto. Bisogna stare sempre sul pezzo. Ad ottobre è arrivata una vittoria inaspettata per tanti ma non per me, perché io avevo pronosticato il trionfo della Tartuca; anche Andrea Coghe era ad un bivio, se non gli davano una possibilità anche lui prima o poi sarebbe stato costretto a smettere. Invece Gianni Cortecci gli ha dato una opportunità su un cavallo che a mio avviso era inferiore ad altri. Ma Andrea Coghe ci ha messo del suo, è stato molto bravo e quando è caduto era in testa alla corsa”.
C’è poi un fantino come Giovanni Atzeni che è in cerca di un riscatto.
“Li abbiamo passati tutti questi periodi, io ho vinto nel 1983 e la volta successiva ho vinto nel 1990. Ci sono per tutti i momenti in cui le cose non ti vanno bene o fai qualche scelta sbagliata. Giovanni si presenta sempre al top, è molto preparato ma nella messa a punto gli manca ancora qualcosa. Poi non è mai semplice quando devi vincere per forza. Ma naturalmente rimane uno dei fantini che vanno per la maggiore”.
Nel 2018 la vittoria in Piazza del Campo non è arrivata neanche per Jonatan Bartoletti.
“Se fosse un cavallo a giocarlo piazzato non si sbaglierebbe mai perché nei primi tre c’è sempre. E’ un lottatore, non gli fa paura montare nessun tipo di cavallo, non ha squalifiche né ammonizioni né niente. Penso che per il 2019 insieme ad Andrea Mari e a Giovanni Atzeni sia il fantino da tenere maggiormente in considerazione. E poi c’è Andrea Coghe che dovrà confermarsi per essere ancora lì a lottare con i primi”.
Luigi Bruschelli ha più volte detto che per lui non è arrivato il momento di smettere e che vuole continuare a correre ancora.
“Particolarmente simpatico non mi è mai stato, però Gigi Bruschelli è un altro fantino che si presenta sempre al top. Vale lo stesso discorso fatto per Giovanni, quando devi vincere per forza ti prendi più rischi ed è più facile che tu caschi in terra. Il tempo è galantuomo e al tempo stesso passa per tutti. Gigi può dare ancora una zampata, non credo che sia sull’orlo del tramonto. Con un cavallo apposta per lui potrebbe vincere un’altra volta se troverà la contrada che lo monta”.
Quando Carlo Sanna ha vinto nell’Onda si è subito detto che era arrivato il fantino del futuro, però non è mai semplice confermarsi.
“Io ricordo quello che dicevano a me, che un Palio lo vincono quasi tutti mentre la cosa più difficile è poi vincere il secondo e confermarsi. Per Carlo Sanna gli ultimi Palii non sono stati alla sua altezza, sono stati piuttosto incolori. Dovrà essere bravo e intelligente, allenarsi bene e dovrà anche prendersi qualche rischio in più”.
Quest’anno ha esordito Federico Arri, il 2019 può essere l’anno buono per altri esordi?
“Credo di sì, siamo arrivati a questo punto. Anche con il cambio di diverse dirigenze penso che verrà proposto qualche nuovo fantino. Il 2019 può essere l’anno di uno o due debutti sul tufo. Il momento è maturo e la vittoria di Andrea Coghe credo che abbia aperto gli occhi a tanti dirigenti sul non tornare sul passato ma sull’andare invece verso qualcosa di nuovo. E cercare quindi di sognare non in bianco e nero ma a colori”.
Gennaro Groppa daa Corriere di Siena
In Piazza del Campo ha vinto cinque volte in trenta Carriere disputate dal suo esordio (vittorioso) nel luglio 1978 fino alla sua ultima volta nel luglio 1996, in entrambe le circostanze indossando il giubbetto della contrada della Selva.
Silvano Vigni, dal suo punto di vista il 2018 che anno è stato per quel che riguarda i fantini?
“Quello che abbiamo appena vissuto è stato un anno molto interessante. Andrea Mari ha confermato ancora una volta le sue qualità, chi è Brio lo sanno tutti, può padellare un Palio ma poi lì davanti ce lo trovi sempre. Giuseppe Zedde veniva da un lungo digiuno, come si dice in gergo la fame cava il lupo dal bosco. Se non avesse vinto il Palio di agosto avrebbe avuto delle difficoltà. Ora dovrà scontare due Palii di squalifica e lo rivedremo nel 2020. Starà a lui prepararsi bene perché a Siena, come io ho imparato, ci si dimentica in fretta di quanto è avvenuto. Bisogna stare sempre sul pezzo. Ad ottobre è arrivata una vittoria inaspettata per tanti ma non per me, perché io avevo pronosticato il trionfo della Tartuca; anche Andrea Coghe era ad un bivio, se non gli davano una possibilità anche lui prima o poi sarebbe stato costretto a smettere. Invece Gianni Cortecci gli ha dato una opportunità su un cavallo che a mio avviso era inferiore ad altri. Ma Andrea Coghe ci ha messo del suo, è stato molto bravo e quando è caduto era in testa alla corsa”.
C’è poi un fantino come Giovanni Atzeni che è in cerca di un riscatto.
“Li abbiamo passati tutti questi periodi, io ho vinto nel 1983 e la volta successiva ho vinto nel 1990. Ci sono per tutti i momenti in cui le cose non ti vanno bene o fai qualche scelta sbagliata. Giovanni si presenta sempre al top, è molto preparato ma nella messa a punto gli manca ancora qualcosa. Poi non è mai semplice quando devi vincere per forza. Ma naturalmente rimane uno dei fantini che vanno per la maggiore”.
Nel 2018 la vittoria in Piazza del Campo non è arrivata neanche per Jonatan Bartoletti.
“Se fosse un cavallo a giocarlo piazzato non si sbaglierebbe mai perché nei primi tre c’è sempre. E’ un lottatore, non gli fa paura montare nessun tipo di cavallo, non ha squalifiche né ammonizioni né niente. Penso che per il 2019 insieme ad Andrea Mari e a Giovanni Atzeni sia il fantino da tenere maggiormente in considerazione. E poi c’è Andrea Coghe che dovrà confermarsi per essere ancora lì a lottare con i primi”.
Luigi Bruschelli ha più volte detto che per lui non è arrivato il momento di smettere e che vuole continuare a correre ancora.
“Particolarmente simpatico non mi è mai stato, però Gigi Bruschelli è un altro fantino che si presenta sempre al top. Vale lo stesso discorso fatto per Giovanni, quando devi vincere per forza ti prendi più rischi ed è più facile che tu caschi in terra. Il tempo è galantuomo e al tempo stesso passa per tutti. Gigi può dare ancora una zampata, non credo che sia sull’orlo del tramonto. Con un cavallo apposta per lui potrebbe vincere un’altra volta se troverà la contrada che lo monta”.
Quando Carlo Sanna ha vinto nell’Onda si è subito detto che era arrivato il fantino del futuro, però non è mai semplice confermarsi.
“Io ricordo quello che dicevano a me, che un Palio lo vincono quasi tutti mentre la cosa più difficile è poi vincere il secondo e confermarsi. Per Carlo Sanna gli ultimi Palii non sono stati alla sua altezza, sono stati piuttosto incolori. Dovrà essere bravo e intelligente, allenarsi bene e dovrà anche prendersi qualche rischio in più”.
Quest’anno ha esordito Federico Arri, il 2019 può essere l’anno buono per altri esordi?
“Credo di sì, siamo arrivati a questo punto. Anche con il cambio di diverse dirigenze penso che verrà proposto qualche nuovo fantino. Il 2019 può essere l’anno di uno o due debutti sul tufo. Il momento è maturo e la vittoria di Andrea Coghe credo che abbia aperto gli occhi a tanti dirigenti sul non tornare sul passato ma sull’andare invece verso qualcosa di nuovo. E cercare quindi di sognare non in bianco e nero ma a colori”.
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Bovino
Gioie e dolori del giovane Umberto Baldini.
Non sono molti i fantini che hanno avuto l’onore di alzare il nerbo al debutto in Piazza. Uno di essi fu Umberto Baldini di Montevarchi, detto Bovino, che bagnò il suo esordio sul tufo con una vittoria. Era il 16 agosto 1927, ed al Nicchio toccò la potente Giacca ma, nonostante la forza della cavalla, nei Pispini si faticò per trovare la monta, e solo per la quarta prova giunse dall’Istrice il giovane Baldini, fantino già noto nelle varie corse che a quel tempo si svolgevano in quasi tutti i paesi di provincia. La sera del Palio, Bovino partì in testa e riuscì a gestire la corsa con grande maestria mentre, nelle retrovie, le altre due favorite, Civetta e Giraffa, si ostacolavano a vicenda compromettendo la loro corsa. Sembrava quello l’inizio di una carriera sfolgorante, ma i successivi Palii di Bovino furono deludenti. Un successo, il Baldini lo ottenne comunque nella vita privata, riuscendo a conquistare il cuore della ragazza che amava, dalla quale ottenne pure la tanto attesa promessa di matrimonio. Ma la chiamata alle armi ed il successivo trasferimento, per 5 lunghi anni, in Africa, cambiò radicalmente la vita del buon Bovino che, al suo ritorno, scoprì come la sua promessa sposa si era unita in matrimonio con un altro uomo ed ovviamente non voleva sapere più niente di lui. La delusione fu tanta e Bovino trovò nell’alcool il suo nuovo compagno di vita. Siena però non lo abbandonò, ed il Nicchio gli affidò nuovamente il giubbetto nel luglio 1935 per montare, senza successo, il grande Folco. Nel luglio 1936 si corse il Palio dell’Impero per festeggiare la conquista italiana dell’Impero di Africa Orientale. L’Oca aveva predisposto tutto per una facile vittoria ed anche la sorte la favorì con Folco, mentre il suo eterno rivale Ruello, toccò alla Giraffa. Fontebranda scelse subito il veterano Pietrino, in Via delle Vergini arrivò Porcino, ma i sospetti sulla sua lealtà crebbero ogni giorno di più, cosicché, per la prova generale, il Funghi fu sceso per far posto all’integerrimo Bovino che, la sera del Palio, si presentò al canape vistosamente ubriaco ma, nonostante la sonora sbornia, con lo zucchino sugli occhi, senza il nerbo che aveva perso strada facendo, ed aggrappandosi al collo di Ruello pur di restare a cavallo, riuscì ad ovviare ad un’infelice partenza, a compiere in qualche modo i tre giri ed a vincere il suo secondo Palio. Bovino, prima dello stop imposto dalla II Guerra Mondiale, corse poi altre 4 carriere dignitose ma non più coronate da successi; in 2 occasioni monterà di nuovo Ruello, nella Giraffa nel luglio 1938 e nella Civetta nell’agosto 1939, ultima sua apparizione sul tufo, in sostituzione dello squalificato Bubbolino, mentre nell’Agosto 1938 il Nicchio gli affidò il forte Aquilino.
Davide Donnini da OKSiena
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Il capitano della contrada dell’Onda Alessandro Toscano: “Tanti fantini hanno grandi ambizioni di vittoria”
“In questo momento ci sono tanti fantini che hanno grandissime ambizioni di vittoria – ha detto il capitano della contrada dell’Onda, Alessandro Toscano, nel corso della trasmissione Aria di Palio su Antenna Radio Esse – Ci sono big che non mollano e giovani che stanno lavorando molto bene”. La contrada dell’Onda negli ultimi anni ha abituato a grandi monte, vincendo il Palio con Luigi Bruschelli, Giovanni Atzeni e Carlo Sanna: “Questi sono tre fantini molto importanti – ha commentato il capitano -, tre fantini con i quali vogliamo lavorare. Ce ne sono anche altri come Jonatan Bartoletti, che ha un profilo di assoluto rilievo e che ha già montato nell’Onda e da noi non ha ancora vinto ma potrebbe anche esserci l’occasione perché questo avvenga”.
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il fantino Brio e Ilaria hanno detto sì
Siena, 23 febbraio 2019 - Brio e Ilaria Senni sono marito e moglie: il sì oggi al comune di Murlo. A celebrare il matrimonio è stato il sindaco Fabiola Parenti. E quando la cerimonia è finita, all'uscita degli sposi, classico lancio di riso alla coppia. "Siamo felicissimi", hanno detto si
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il matrimonio dell'anno. Brio ha sposato Ilaria
Siena, 24 febbraio 2019 - «Ragazzi, siete marito e moglie!», annuncia il sindaco di Murlo Fabiola Parenti. E’ mezzogiorno. Brio e Ilaria si abbracciano forte, scatta l’applauso. Mossa valida. Il fantino che ha conquistato sei Palii ieri ha corso e vinto anche quello dei sentimenti. «Sono felicissimo», diceva già Andrea Mari prima di entrare nell’antica sala del comune di Murlo a braccetto di quella donna bella e affascinante conosciuta quando erano solo due ragazzini, Ilaria Senni. Ora diventata sua moglie.
Gioia. Semplicità. Sentimenti profondi in una cerimonia formato famiglia, senza i protagonisti del Palio. Perché il ‘sì’ doveva essere un momento da condividere solo con i propri cari. Senza glamour, né fasti. Piuttosto all’insegna di quel divertimento e della voglia di giocare che è certo un collante della coppia. «Siamo simili in tante cose, un po’ matti tutti e due, in senso buono naturalmente», aveva raccontato Ilaria in un’intervista al nostro giornale del 2016 dove non nascondeva l’intenzione di convolare a nozze. Prima o poi. Ebbene, il momento è arrivato ieri, dopo il rinvio del ‘sì’ per via del Palio straordinario ad ottobre.
Giornata splendida ma un vento gelidissimo ha accolto a Murlo i genitori degli sposi, gli amici, i collaboratori di scuderia. Quindici abitanti appena conta il paese in questo scorcio di stagione. Poi si è sentito da lontano il rumore del clacson e dall’archetto è spuntato un vecchissimo pulmino Fiat 600, confezionato con palloncini e fiocchi bianchi, con gli sposi a bordo. Al volante Matteo Anichini, cugino di Brio. Si è fermato nella piazzetta di Murlo dove si sono riversati parenti e amici. Applausi, foto, video. Baci a tutti i presenti. Bella Ilaria, con un bouquet di ranuncoli e rami d’olivo, un vestito bianco di pizzo che disegnava la sua silhouette perfetta. Scarpe da ginnastica ai piedi. E sopra una stola soffice di lana per ripararsi dal freddo. Impeccabile il fantino in completo scuro. Giusto il tempo di un brindisi e poi si sono seduti davanti al sindaco che ha celebrato le nozze. Il cugino Matteo e la sorella di Andrea, Cristina, testimoni dello sposo mentre accanto ad Ilaria c’erano la figlia Ginevra e la sorella Benedetta. Tradito dall’emozione, Brio, quando Cristina ha letto l’Inno all’amore tratto dalla prima lettera di San Paolo ai Corinzi. Poi tutto uno scambio di sguardi complici e felici, fra i due sposi. E il fantino, dopo aver pronunciato un determinato ‘sì, lo voglio’ si gira, guascone, verso gli ospiti: «E’ andata!». Ilaria lo pronuncia piano. Poi arrivano i paggetti con le fedi: i nipotini di Ilaria e Andrea, Tommaso con Nicoletta. E vissero felici e contenti. La storia continua.
«Ad Andrea voglio molto bene. Lo conosco da tanti anni, non solo per quello che fa. Una persona che nonostante il successo è rimasta umile, cosa rara in chi raggiunge livelli così alti. Ancora maggiori, per questo motivo, stima e affetto». Colpiscono le parole del sindaco Fabiola Parenti che è bravissima a scandire il ritmo della cerimonia. Sollecitando bonariamente Brio quando, pronunciate le fatidiche parole ‘Con questo anello ti chiedo di essere mia sposa’, si blocca un attimo. E lei: ‘Daglielo!’. Cerimonia segnata da un curioso scambio di promesse. Il sindaco invita gli sposi a versare sabbia di colori diversi nella stessa boccetta dove questa si mischia assumendo un’altra tinta. «Perché voi adesso sarete una cosa sola e differente rispetto a prima», sottolinea. Infine, quando già sono scattati gli abbracci come prima di uscire dall’Entrone, legge una poesia che parla di amore. Auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare, non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri. Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre, ma tempo per essere contento, declina le frasi prima di concludere con un ‘Vi voglio bene’. E raccogliere l’abbraccio dei due sposi.
Laura Valdesi da La Nazione
Gioia. Semplicità. Sentimenti profondi in una cerimonia formato famiglia, senza i protagonisti del Palio. Perché il ‘sì’ doveva essere un momento da condividere solo con i propri cari. Senza glamour, né fasti. Piuttosto all’insegna di quel divertimento e della voglia di giocare che è certo un collante della coppia. «Siamo simili in tante cose, un po’ matti tutti e due, in senso buono naturalmente», aveva raccontato Ilaria in un’intervista al nostro giornale del 2016 dove non nascondeva l’intenzione di convolare a nozze. Prima o poi. Ebbene, il momento è arrivato ieri, dopo il rinvio del ‘sì’ per via del Palio straordinario ad ottobre.
Giornata splendida ma un vento gelidissimo ha accolto a Murlo i genitori degli sposi, gli amici, i collaboratori di scuderia. Quindici abitanti appena conta il paese in questo scorcio di stagione. Poi si è sentito da lontano il rumore del clacson e dall’archetto è spuntato un vecchissimo pulmino Fiat 600, confezionato con palloncini e fiocchi bianchi, con gli sposi a bordo. Al volante Matteo Anichini, cugino di Brio. Si è fermato nella piazzetta di Murlo dove si sono riversati parenti e amici. Applausi, foto, video. Baci a tutti i presenti. Bella Ilaria, con un bouquet di ranuncoli e rami d’olivo, un vestito bianco di pizzo che disegnava la sua silhouette perfetta. Scarpe da ginnastica ai piedi. E sopra una stola soffice di lana per ripararsi dal freddo. Impeccabile il fantino in completo scuro. Giusto il tempo di un brindisi e poi si sono seduti davanti al sindaco che ha celebrato le nozze. Il cugino Matteo e la sorella di Andrea, Cristina, testimoni dello sposo mentre accanto ad Ilaria c’erano la figlia Ginevra e la sorella Benedetta. Tradito dall’emozione, Brio, quando Cristina ha letto l’Inno all’amore tratto dalla prima lettera di San Paolo ai Corinzi. Poi tutto uno scambio di sguardi complici e felici, fra i due sposi. E il fantino, dopo aver pronunciato un determinato ‘sì, lo voglio’ si gira, guascone, verso gli ospiti: «E’ andata!». Ilaria lo pronuncia piano. Poi arrivano i paggetti con le fedi: i nipotini di Ilaria e Andrea, Tommaso con Nicoletta. E vissero felici e contenti. La storia continua.
«Ad Andrea voglio molto bene. Lo conosco da tanti anni, non solo per quello che fa. Una persona che nonostante il successo è rimasta umile, cosa rara in chi raggiunge livelli così alti. Ancora maggiori, per questo motivo, stima e affetto». Colpiscono le parole del sindaco Fabiola Parenti che è bravissima a scandire il ritmo della cerimonia. Sollecitando bonariamente Brio quando, pronunciate le fatidiche parole ‘Con questo anello ti chiedo di essere mia sposa’, si blocca un attimo. E lei: ‘Daglielo!’. Cerimonia segnata da un curioso scambio di promesse. Il sindaco invita gli sposi a versare sabbia di colori diversi nella stessa boccetta dove questa si mischia assumendo un’altra tinta. «Perché voi adesso sarete una cosa sola e differente rispetto a prima», sottolinea. Infine, quando già sono scattati gli abbracci come prima di uscire dall’Entrone, legge una poesia che parla di amore. Auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare, non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri. Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre, ma tempo per essere contento, declina le frasi prima di concludere con un ‘Vi voglio bene’. E raccogliere l’abbraccio dei due sposi.
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“Classifica fantini”: primi ex aequo Topalli e Caria
Sul podio anche Giuseppe Zedde e Gavino Sanna
SIENA. Mercoledì 27 febbraio 2019, presso il Ristorante “San Desiderio, in Piazza L. Bonelli 2 a Siena, si terrà la premiazione della terza edizione della “Classifica Fantini”, competizione nata grazie all’idea della Voce del Palio (www.lavocedelpalio.it), il giornale online sul Palio di Siena e tutti i Palii italiani nato nel marzo 2016.
Come lo scorso anno state conteggiate le vittorie di tutte le corse a pelo, considerando tutti i circuiti (Asti, Fucecchio, Monticiano, Pian delle Fornaci, Monteroni d’Arbia) e le vittorie nei Palii.
Quest’anno abbiamo per la prima volta due vincitori infatti con 15 punti hanno ottenuto la prima posizione Adrian Topalli (già vincitore dell’edizione dello scorso anno) e Francesco Caria detto Tremendo (terzo nell’edizione del 2016). Al secondo posto si è classificato Giuseppe Zedde detto Gingillo con 12 punti ed infine al terzo posto Gavino Sanna a quota 10. I quattro fantini verranno premiati in occasione della cena al Ristorante San Desiderio.
Come nelle due passate edizioni l’evento sarà trasmesso dalle telecamere di Siena Tv che farà dei collegamenti durante la cena all’interno della trasmissione “Il Palio d’Inverno”, in onda giovedì 28 Febbraio alle ore 22,45.
ilcittadinoonline
SIENA. Mercoledì 27 febbraio 2019, presso il Ristorante “San Desiderio, in Piazza L. Bonelli 2 a Siena, si terrà la premiazione della terza edizione della “Classifica Fantini”, competizione nata grazie all’idea della Voce del Palio (www.lavocedelpalio.it), il giornale online sul Palio di Siena e tutti i Palii italiani nato nel marzo 2016.
Come lo scorso anno state conteggiate le vittorie di tutte le corse a pelo, considerando tutti i circuiti (Asti, Fucecchio, Monticiano, Pian delle Fornaci, Monteroni d’Arbia) e le vittorie nei Palii.
Quest’anno abbiamo per la prima volta due vincitori infatti con 15 punti hanno ottenuto la prima posizione Adrian Topalli (già vincitore dell’edizione dello scorso anno) e Francesco Caria detto Tremendo (terzo nell’edizione del 2016). Al secondo posto si è classificato Giuseppe Zedde detto Gingillo con 12 punti ed infine al terzo posto Gavino Sanna a quota 10. I quattro fantini verranno premiati in occasione della cena al Ristorante San Desiderio.
Come nelle due passate edizioni l’evento sarà trasmesso dalle telecamere di Siena Tv che farà dei collegamenti durante la cena all’interno della trasmissione “Il Palio d’Inverno”, in onda giovedì 28 Febbraio alle ore 22,45.
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Cianchino ad Aria di Palio: “Bruschelli non dovrebbe correre finché ha il processo in corso”
Nella trasmissione Aria di Palio è intervenuto Salvatore Ladu che, senza peli sulla lingua, ha dato i voti ai migliori fantini di Piazza del Campo in vista delle carriere del 2019. Cianchino, parlando di Luigi Bruschelli, non usa mezzi termini: “Non dovrebbe correre finché va avanti il processo che lo riguarda. A Siena gli hanno permesso di fare quello che ha voluto”.
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Tanti impegni nel 2019 per Valter Pusceddu
Si sta allenando al meglio Valter Pusceddu che è rientrato a correre un Palio in Piazza del Campo per lo Straordinario di ottobre dopo avere scontato la squalifica. Per lui il 2019 è un anno pieno di impegni. “Sabato sarò al Ceppo – afferma Bighino – dove presenterò quattro cavalli nuovi. Poi sarò a Pian delle Fornaci, a Monteroni, quando verrò chiamato a Mociano e Monticiano. Quest’anno correrò il palio di Ferrara con la contrada San Luca, salto il palio di Fucecchio perché ho un anno di squalifica, mando due cavalli a Legnano, poi ci saranno i palii di Bientina, Asti, Piancastagnaio, Feltre, Castiglion Fiorentino. Ho iniziato presto, a 18 anni, nell’ottobre scorso ho fatto venti anni che sono a Siena. A volte ho fatto bene, altre volte meno bene. I rapporti con le dirigenze senesi sono positivi, spero di poter tornare a montare per la Carriera di Provenzano”.
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Lorenzini (Aquila): “Tittia e Sanna le nostre basi di partenza”
Marco Antonio Lorenzini, capitano della contrada dell’Aquila, tra i dirigenti di contrada presenti alla clinica del Ceppo, per osservare i cavalli nuovi ed anche per approfittare dell’occasione per prendere i primi contatti con i fantini. “Il nostro rapporto con Giovanni Atzeni – ha detto ai nostri microfoni – è ottimo e viene da lontano. Tittia e Sanna sono le nostre basi di partenza”
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Migheli desidera un 2019 'rock' Due successi a Fucecchio e la promessa: "Riparto da zero, quanto a rapporti. E
Bentornato, Alessio Migheli. Due vittorie convincenti, senza se e senza ma nella ‘Buca’ di Fucecchio alle corse di primavera. «Come bentornato, io ci sono sempre stato», rilancia il fantino. Che dopo il grave infortunio del 2016, è rimasto a piedi due anni. «Diciamo che il 2019 sarà un po’ la stagione zero, quella in cui si riparte senza vincoli. Quasi come se tornassi a debuttare», spiega. Anche se di Palii, in realtà, ne ha già corsi dodici.
Hai ricevuto anche un premio per Zarck, il 4 anni con cui hai vinto la seconda corsa. E poi con Vicky Fortuna.
«Sono molto soddisfatto, ora aspetto di sapere se la femmina è stata ammessa all’Albo».
Due soggetti interessanti, come Uanita e Uriel Ruspina che hai in scuderia.
«I fantini bravi li fanno i cavalli buoni».
Migheli sembra intenzionato a rientrare nel gruppo dei fantini di seconda fascia che i capitani cercano di individuare per la Piazza?
«Solo di seconda! (Ride, ndr) Scherzo, anche terza... quarta... si lotta sempre. E’ lavoro ma anche passione. Al di là delle ‘fasce’, il Plaio è fatto anche di tante combinazioni. Sono rientrato diverse volte nelle fotografie, se fossi stato più fortunato probabilmente sarei stato anche di prima fascia. Ma quando fai il fantino sai che può succedere di tutto. Sono sereno e do il massimo: alla fine la ruota vedrai che gira. Le porte del Palio sono sempre aperte».
Ascolti sempre musica rock?
«Certo che sì».
Ma il tuo inverno è stato rock oppure slow, quanto a dirigenze in scuderia.
«Un po' slow, però sono venute. Alla fine il rispetto me lo portano».
Tornare a vincere che effetto fa?
«Bello ma alla fine ci sono abbastanza abituato».
Sei rimasto in contatto con le Contrade di sempre oppure altro giro, altra corsa?
«Semmai hanno cambiato strada loro! Però, ti ripeto, sono a piedi da due anni. Nel 2019 è come se ridebuttassi. Un anno zero».
Laura Valdesi da La Nazione
Hai ricevuto anche un premio per Zarck, il 4 anni con cui hai vinto la seconda corsa. E poi con Vicky Fortuna.
«Sono molto soddisfatto, ora aspetto di sapere se la femmina è stata ammessa all’Albo».
Due soggetti interessanti, come Uanita e Uriel Ruspina che hai in scuderia.
«I fantini bravi li fanno i cavalli buoni».
Migheli sembra intenzionato a rientrare nel gruppo dei fantini di seconda fascia che i capitani cercano di individuare per la Piazza?
«Solo di seconda! (Ride, ndr) Scherzo, anche terza... quarta... si lotta sempre. E’ lavoro ma anche passione. Al di là delle ‘fasce’, il Plaio è fatto anche di tante combinazioni. Sono rientrato diverse volte nelle fotografie, se fossi stato più fortunato probabilmente sarei stato anche di prima fascia. Ma quando fai il fantino sai che può succedere di tutto. Sono sereno e do il massimo: alla fine la ruota vedrai che gira. Le porte del Palio sono sempre aperte».
Ascolti sempre musica rock?
«Certo che sì».
Ma il tuo inverno è stato rock oppure slow, quanto a dirigenze in scuderia.
«Un po' slow, però sono venute. Alla fine il rispetto me lo portano».
Tornare a vincere che effetto fa?
«Bello ma alla fine ci sono abbastanza abituato».
Sei rimasto in contatto con le Contrade di sempre oppure altro giro, altra corsa?
«Semmai hanno cambiato strada loro! Però, ti ripeto, sono a piedi da due anni. Nel 2019 è come se ridebuttassi. Un anno zero».
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Alessio Migheli tra i protagonisti a Fucecchio, ora spera di tornare tra i dieci fantini della Piazza
Alessio Migheli è stato tra i protagonisti delle corse a Fucecchio che si sono svolte domenica. Ora il fantino senese spera di poter proseguire in maniera positiva l’annata paliesca e di rientrare nuovamente in Piazza del Campo per correre un Palio.”Sì, a Fucecchio è andata bene, i cavalli che ho portato sono andati fortissimo – dice Migheli -. L’obiettivo è sempre quello di tornare a correre il Palio in Piazza del Campo, siamo in tanti e i posti a disposizione sono solo dieci. Sarò a tutte le corse, domenica a Pian delle Fornaci, poi sarò a Mociano e Monticiano, poi il palio a San Vincenzo, insomma sarò un po’ dappertutto”.
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Bastiano Sini dopo il grave infortunio torna a cavallo: "L'obiettivo resta il Palio"
«Contento come un cittino di due anni a montare di nuovo». Sorride Bastiano Sini che a venti giorni da quel primo aprile, quando si è infortunato cadendo da cavallo, riprende a lavorare. Arriva a Monastero con il van, si aiuta con le stampelle ma non si ferma un attimo. Anche se è Carmen, la sua dolce metà, il factotum in scuderia.
Stato d’animo: arrabbiato?
«Un pochino sì, però né con me, né con il cavallo. E’ il mio primo infortunio e spero anche che sia l’ultimo! So bene però che fanno parte del nostro mestiere».
Cosa è accaduto il primo aprile?
«Ho preso un bel pesce, un piranha! (scherza sulla data, ndr). L’animale ha fatto due lanci, gli sono scivolati i piedi nell’erba, siamo andati giù tutti e due e mi ha preso alla caviglia sinistra».
Ti sei reso subito conto che era successo qualcosa di grave?
«Ho chiamato Carmen e gli ho detto ‘andiamo all’ospedale’».
I tempi di recupero?
«Cerco di accorciarli il più possibile».
L’obiettivo è il Palio di luglio?
«Chiaro, è quello. Però ho un ingaggio a Legnano per la provaccia. C’è più di un mese di tempo davanti. Comunque sia quello che viene prima del 2 luglio è solo allenamento per l’obiettivo vero».
Carmen è preziosa...
«Mi dà una bella mano, ha da fare con i cavalli ma anche con me».
Il recupero in cosa consiste?
«Fisioterapia, ovviamente. Piscina e montare a cavallo. Sono rimasto alle Scotte una settimana precisa».
Telefonate dei colleghi?
«Sì, non tutti. Qualcuno con cui sono più in confidenza».
La Pantera, a cui sei legato, che dice dopo l’infortunio?
«Credo che la pensi come me: meglio recuperare al 100 per cento, non importa se si perde qualche corsa. Anche se naturalmente mi faceva piacere esserci e fare bene».
Il capitano Frati?
«E’ una persona saggia. Mi incita a compiere ogni passo con calma, senza esagerare. Ce la posso fare».
In famiglia hai due fan speciali, i tuoi figli.
«Franci mi cambia il ghiaccio, il piccolino fa finta di zoppicare per solidarietà».
Se la Pantera il 2 luglio a seguito del tuo infortunio montasse un altro fantino?
«Deciderà la Contrada. Per me quello che è successo non cambia. Anzi, non voglio perdere la possibilità di ripagarla della fiducia che mi ha dato».
Laura Valdesi da La Nazione
Stato d’animo: arrabbiato?
«Un pochino sì, però né con me, né con il cavallo. E’ il mio primo infortunio e spero anche che sia l’ultimo! So bene però che fanno parte del nostro mestiere».
Cosa è accaduto il primo aprile?
«Ho preso un bel pesce, un piranha! (scherza sulla data, ndr). L’animale ha fatto due lanci, gli sono scivolati i piedi nell’erba, siamo andati giù tutti e due e mi ha preso alla caviglia sinistra».
Ti sei reso subito conto che era successo qualcosa di grave?
«Ho chiamato Carmen e gli ho detto ‘andiamo all’ospedale’».
I tempi di recupero?
«Cerco di accorciarli il più possibile».
L’obiettivo è il Palio di luglio?
«Chiaro, è quello. Però ho un ingaggio a Legnano per la provaccia. C’è più di un mese di tempo davanti. Comunque sia quello che viene prima del 2 luglio è solo allenamento per l’obiettivo vero».
Carmen è preziosa...
«Mi dà una bella mano, ha da fare con i cavalli ma anche con me».
Il recupero in cosa consiste?
«Fisioterapia, ovviamente. Piscina e montare a cavallo. Sono rimasto alle Scotte una settimana precisa».
Telefonate dei colleghi?
«Sì, non tutti. Qualcuno con cui sono più in confidenza».
La Pantera, a cui sei legato, che dice dopo l’infortunio?
«Credo che la pensi come me: meglio recuperare al 100 per cento, non importa se si perde qualche corsa. Anche se naturalmente mi faceva piacere esserci e fare bene».
Il capitano Frati?
«E’ una persona saggia. Mi incita a compiere ogni passo con calma, senza esagerare. Ce la posso fare».
In famiglia hai due fan speciali, i tuoi figli.
«Franci mi cambia il ghiaccio, il piccolino fa finta di zoppicare per solidarietà».
Se la Pantera il 2 luglio a seguito del tuo infortunio montasse un altro fantino?
«Deciderà la Contrada. Per me quello che è successo non cambia. Anzi, non voglio perdere la possibilità di ripagarla della fiducia che mi ha dato».
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Tittia: “Ho diverse strade aperte per il palio di luglio. Aquila, Onda e Selva sono in pole position”
Giovanni Atzeni è stato il grande protagonista sulla costa Etrusca, andando a vincere l’appuntamento di Pasquetta a San Vincenzo. Tittia è in gran forma e ha una gran voglia di correre il Palio. In vista di luglio, ancora prima di conoscere le contrade estratte a sorte, ha già varie possibilità per correre: “Aquila, Onda e Selva sono in pole position, vediamo poi cosa deciderà la sorte”
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«Corse e Mociano, partiamo prima»
Siena, 25 aprile 2019 - Bastiano, nelle scuderie c’è un po’ di preoccupazione per i tre appuntamenti saltati per l’addestramento dei cavalli. Colpa del maltempo, ovviamente.
«Bisognava partire prima. Ha cominciato a piovere adesso. Se si facevano le previsite a febbraio e a marzo s’iniziava, si rientrava bene nei tempi. Ora si rischia o di fare poco oppure corse e galoppi parecchio ravvicinati».
Il calendario di maggio è fitto di appuntamenti.
«I fantini hanno Fucecchio e Legnano, per loro è companatico».
Però prima deve venire Siena...
«Ma se uno ha dato la parola non è che la gente può mancare di rispetto solo perché da una parte c’è il Palio con la ‘P’ maiuscola e di là magari un Gran premio. Non puoi dire ‘la tua festa è più piccola non vengo perché ho Siena’. Anche perché molti, se non si arrangiano fuori, con il 2 luglio e il 16 agosto non ci campano di certo».
Se dovesse saltare anche Monticiano del 29 aprile, si rischia davvero di fare appuntamenti ravvicinatissimi.
«Che ti devo dire. Nessuno si lamenterà se poi i cavalli non vengono spinti al massimo. Faranno un pochino più piano».
Per i fantini se salta l’addestramento organizzato dal Comune cambia poco.
«Dal punto di vista di chi monta andare a Mociano o in campagna cambia poco. Però ci sono impegni che devono programmare , il lavoro dei cavalli, quelli del Protocollo, di Fucecchio, di Legnano, di Castiglion Fiorentino... I ragazzi non li vogliono perdere».
Il prossimo anno, dunque, quando bisognerebbe iniziare?
«Prima è, meglio è».
Un suggerimento per il Comune.
«Nessun suggerimento, chi di dovere sa già cosa fare».
Sotto il profilo delle strategie in questo scorcio di stagione nulla sembra cambiato.
«Sai, le Contrade che corrono hanno i loro fantini di riferimento, dall’Aquila all’Onda, alla Selva. Ne ha di meno la Torre...»
E Brio?
«Sul Mari ci possono contare nì..., c’è il Bruco».
E Scompiglio?
«Ecco, credo che gli facciano una bella corte».
Oggi a Bomarzo correranno giovani che hanno voglia di emergere.
«Premetto che sono in controtendenza, non vedo un problema di seconde file. Arri è qui che lavora duro, qualche parola ce l’avrà avuta. Un ragazzo che mi piace è Piras. Fece bene Congiu lo scorso anno, si parla di Marco Bitti vicino al Leocorno. Sarà comunque dura perché almeno 7-8 posti al canape sono presi. A cavallo sicuri Tittia, Scompiglio, Brio, Brigante, Tempesta, poi rimonterà il Mannucci, potrebbe ritrovare la monta Carboni, non dimentichiamo Pusceddu che è sempre in agguato».
E Trecciolino?
«C’è anche lui, Contrade disposte a dargli fiducia le troverà».
Magari la Pantera?
«Vediamo se Bastiano Sini recupera. Crainz, il medico che lo segue, fa miracoli. Ai miei tempi si stava fermi mesi, oggi in poche settimane torni competitivo».
Laura Valdesi da La Nazione
«Bisognava partire prima. Ha cominciato a piovere adesso. Se si facevano le previsite a febbraio e a marzo s’iniziava, si rientrava bene nei tempi. Ora si rischia o di fare poco oppure corse e galoppi parecchio ravvicinati».
Il calendario di maggio è fitto di appuntamenti.
«I fantini hanno Fucecchio e Legnano, per loro è companatico».
Però prima deve venire Siena...
«Ma se uno ha dato la parola non è che la gente può mancare di rispetto solo perché da una parte c’è il Palio con la ‘P’ maiuscola e di là magari un Gran premio. Non puoi dire ‘la tua festa è più piccola non vengo perché ho Siena’. Anche perché molti, se non si arrangiano fuori, con il 2 luglio e il 16 agosto non ci campano di certo».
Se dovesse saltare anche Monticiano del 29 aprile, si rischia davvero di fare appuntamenti ravvicinatissimi.
«Che ti devo dire. Nessuno si lamenterà se poi i cavalli non vengono spinti al massimo. Faranno un pochino più piano».
Per i fantini se salta l’addestramento organizzato dal Comune cambia poco.
«Dal punto di vista di chi monta andare a Mociano o in campagna cambia poco. Però ci sono impegni che devono programmare , il lavoro dei cavalli, quelli del Protocollo, di Fucecchio, di Legnano, di Castiglion Fiorentino... I ragazzi non li vogliono perdere».
Il prossimo anno, dunque, quando bisognerebbe iniziare?
«Prima è, meglio è».
Un suggerimento per il Comune.
«Nessun suggerimento, chi di dovere sa già cosa fare».
Sotto il profilo delle strategie in questo scorcio di stagione nulla sembra cambiato.
«Sai, le Contrade che corrono hanno i loro fantini di riferimento, dall’Aquila all’Onda, alla Selva. Ne ha di meno la Torre...»
E Brio?
«Sul Mari ci possono contare nì..., c’è il Bruco».
E Scompiglio?
«Ecco, credo che gli facciano una bella corte».
Oggi a Bomarzo correranno giovani che hanno voglia di emergere.
«Premetto che sono in controtendenza, non vedo un problema di seconde file. Arri è qui che lavora duro, qualche parola ce l’avrà avuta. Un ragazzo che mi piace è Piras. Fece bene Congiu lo scorso anno, si parla di Marco Bitti vicino al Leocorno. Sarà comunque dura perché almeno 7-8 posti al canape sono presi. A cavallo sicuri Tittia, Scompiglio, Brio, Brigante, Tempesta, poi rimonterà il Mannucci, potrebbe ritrovare la monta Carboni, non dimentichiamo Pusceddu che è sempre in agguato».
E Trecciolino?
«C’è anche lui, Contrade disposte a dargli fiducia le troverà».
Magari la Pantera?
«Vediamo se Bastiano Sini recupera. Crainz, il medico che lo segue, fa miracoli. Ai miei tempi si stava fermi mesi, oggi in poche settimane torni competitivo».
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Palio, più sicurezza. Anche Brio e Scompiglio costretti ad indossare il corpetto
Siena, 9 maggio 2019 - C’è sempre una prima volta. Anche se hanno corso e vinto tanti Palii. Brio e Scompiglio, come molti colleghi già facevano, hanno indossato il corpetto protettivo per l’addestramento a Mociano. Non è sfuggito ai contradaioli che li hanno sempre visti galoppare senza. «Non ci sono abituato ma se è obbligatorio si fa. Ci sono cose peggiori nella vita», commenta Scompiglio. «Mai messa la ‘tartaruga’. Ora la porto sempre dietro: basta ricordarsi di metterla in borsa», scherza Brio. Piccoli accorgimenti per la sicurezza dei fantini, quelli introdotti nel Protocollo equino 2019 che prevede tra l’altro l’assicurazione per chi monta contro infortuni e per danni a terzi, per i proprietari solo quest’ultima. Giro di vite anche nell’accesso alla zona van, ieri affollatissima. Con Simona Gori dell’Ufficio Palio che ha anche rincorso un bambino che con il padre si avvicinava ai cavalli. Fuori i cani che sono dovuti restare nella zona verde. «Due soli giri di riscaldamento», l’annuncio dello speaker, mentre il posteggio è colmo all’inverosimile di auto.
L'intervista a Jonatan Bartoletti, detto "Scompiglio"
«Inizio ritardato? Dai, il tempo per correre ci sarà. C’è Monticiano sabato, l’altro anno in fondo se n’è fatto uno soltanto», sottolinea Scompiglio. Che nella seconda batteria sfodera una paliata su Pathos, incitando Federico Guglielmi con Radeski. «Fa bene, è per l’agonismo. Mi sono divertito due giri», conferma. Di Renato Bircolotti, che ha debuttato come mossiere del Protocollo, dice «che è uno starter in gamba nel suo lavoro. Ci conosce tutti e ora dovrà confrontarsi con altre dinamiche, proprie di Siena e diverse da altri palii». «Bircolotti mossiere? Benissimo. E’ tanto che se ne parlava. Sono anche d’accordo che possa salire sul verrocchio a Siena, ha l’esperienza e la maturità, ma scegliendo se fa l’una o l’altra cosa. Piazza oppure la provincia. Credo che tenesse ad essere qui, si sentirà come noi al debutto», pennella la situazione Brio.
Intervista ad Andrea Mari, detto "Brio"
Che aggiunge: «Per essere oggi io a Mociano, si sentiva proprio il bisogno di iniziare...». E’ noto che non ama troppo questa pista ma ieri ha provato addirittura nella quarta batteria Preziosa Penelope, da quest’anno alla sua scuderia. «C’era nell’aria il bisogno di dargli il via alla stagione perché è troppo che si rimanda. Peccato solo che sia freddo», chiude l’argomento. Non sfugge che Scompiglio e Brio si mettono vicino a parlare, davanti ai van. «Si guardava passare i cavalli – dice il fantino del Bruco – e si chiacchierava della pista. Pensavamo tutti che fosse peggio, invece è bella». Non corre a Legnano Brio. «Sarò a Fucecchio? Se mi montano...». E schizza via.
Laura Valdesi da La Nazione
L'intervista a Jonatan Bartoletti, detto "Scompiglio"
«Inizio ritardato? Dai, il tempo per correre ci sarà. C’è Monticiano sabato, l’altro anno in fondo se n’è fatto uno soltanto», sottolinea Scompiglio. Che nella seconda batteria sfodera una paliata su Pathos, incitando Federico Guglielmi con Radeski. «Fa bene, è per l’agonismo. Mi sono divertito due giri», conferma. Di Renato Bircolotti, che ha debuttato come mossiere del Protocollo, dice «che è uno starter in gamba nel suo lavoro. Ci conosce tutti e ora dovrà confrontarsi con altre dinamiche, proprie di Siena e diverse da altri palii». «Bircolotti mossiere? Benissimo. E’ tanto che se ne parlava. Sono anche d’accordo che possa salire sul verrocchio a Siena, ha l’esperienza e la maturità, ma scegliendo se fa l’una o l’altra cosa. Piazza oppure la provincia. Credo che tenesse ad essere qui, si sentirà come noi al debutto», pennella la situazione Brio.
Intervista ad Andrea Mari, detto "Brio"
Che aggiunge: «Per essere oggi io a Mociano, si sentiva proprio il bisogno di iniziare...». E’ noto che non ama troppo questa pista ma ieri ha provato addirittura nella quarta batteria Preziosa Penelope, da quest’anno alla sua scuderia. «C’era nell’aria il bisogno di dargli il via alla stagione perché è troppo che si rimanda. Peccato solo che sia freddo», chiude l’argomento. Non sfugge che Scompiglio e Brio si mettono vicino a parlare, davanti ai van. «Si guardava passare i cavalli – dice il fantino del Bruco – e si chiacchierava della pista. Pensavamo tutti che fosse peggio, invece è bella». Non corre a Legnano Brio. «Sarò a Fucecchio? Se mi montano...». E schizza via.
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Cade e viene schiacciato dal cavallo: paura per Jacopo Pacini
Siena, 12 maggio 2019 - Bisogna partire dal fondo. Dal brutto incidente a Jacopo Pacini che montava Quantovali, sauro esperto di 10 anni. Scatena (definitivamente) le polemiche sul canape che per l’ennesima volta imperano quando si corre a Monticiano. E più di un addetto ai lavori invoca il meccanismo a forma di ‘cigno’, usato ormai in tutti i paliotti d’Italia e nelle corse in provincia, inventato da Walter Bianciardi. "Gli è rimasto arrotolato alle gambe – racconta Sandro Chiti, proprietario di Quantovali – quelli più in alto, lui era al primo posto, l’hanno pestato il canape e Jacopo è andato giù alla mossa. Il cavallo gli è poi caduto sopra".
Erano le 13 passate. Pochi quelli presenti all’ultima corsa alla pista del Tamburo a Monticiano riservata ai mezzosangue dell’Albo. Pacini è rimasto in terra, stordito. Invece di portarlo via in ambulanza è stato chiesto l'aiuto di Pegaso per trasferirlo alle Scotte. A metà pomeriggio la buona notizia: nessuna conseguenza grave. "Sì, utilizzare il ‘cigno’ sarebbe utile visto che dalle altre parti non succede niente. Non dico di stravolgere la tradizione per il Palio ma almeno per l’addestramento", chiude Chiti.
La polemica era iniziata a soffiare forte già dopo la caduta impressionate nella quarta corsa sia di Valter Pusceddu su Uragano Rosso che di Marco Bitti su Veranu. Il canape, anche se il mossiere Renato Bircolotti è bravo a sganciare in un attimo, forma un vero e proprio cappio alle zampe degli animali, facendo andare giù fantini e cavalli con Brio su Techero che riesce a evitare di assaggiare la terra per un miracolo. "Una botta tremenda – confessa Bitti –, male non sarebbe usare il ‘cigno’ perché così non va. Già a Mociano si era visto che qualche problema lo dava, ora è andata bene sia a a me che a Valter ma sarebbe importante provvedere".
Mannucci
Bastiano, a bordo pista, dopo lo spettacolo dei due cavalli scossi che hanno continuato a galoppare tranquillamente anche quando la corsa, vinta bene da Enrico Bruschelli su Tornasol, seguito da Sebastiano Murtas su Solero, era finita, sottolineava che la pista è inclinata per cui il canape anche complice il peso che viene messo allo steccato è più basso. Questione di pendenza, dunque. Ieri era la giornata degli spaventi perché se Bircolotti non fosse stato un razzo ad abbassare, un’impennata di Lady Spina avrebbe fatto sicuramente cadere Giosué Carboni.
Caria
"Vedi che vuol, dire avere il mossiere bravo", dice Francesco Caria a Bircolotti appena la platea tira un sospiro di sollievo e lui torna di rincorsa nella quarta corsa. Per la cronaca, tantissimi ieri alle corse a Monticiano.
La.Valde. da La Nazione
Erano le 13 passate. Pochi quelli presenti all’ultima corsa alla pista del Tamburo a Monticiano riservata ai mezzosangue dell’Albo. Pacini è rimasto in terra, stordito. Invece di portarlo via in ambulanza è stato chiesto l'aiuto di Pegaso per trasferirlo alle Scotte. A metà pomeriggio la buona notizia: nessuna conseguenza grave. "Sì, utilizzare il ‘cigno’ sarebbe utile visto che dalle altre parti non succede niente. Non dico di stravolgere la tradizione per il Palio ma almeno per l’addestramento", chiude Chiti.
La polemica era iniziata a soffiare forte già dopo la caduta impressionate nella quarta corsa sia di Valter Pusceddu su Uragano Rosso che di Marco Bitti su Veranu. Il canape, anche se il mossiere Renato Bircolotti è bravo a sganciare in un attimo, forma un vero e proprio cappio alle zampe degli animali, facendo andare giù fantini e cavalli con Brio su Techero che riesce a evitare di assaggiare la terra per un miracolo. "Una botta tremenda – confessa Bitti –, male non sarebbe usare il ‘cigno’ perché così non va. Già a Mociano si era visto che qualche problema lo dava, ora è andata bene sia a a me che a Valter ma sarebbe importante provvedere".
Mannucci
Bastiano, a bordo pista, dopo lo spettacolo dei due cavalli scossi che hanno continuato a galoppare tranquillamente anche quando la corsa, vinta bene da Enrico Bruschelli su Tornasol, seguito da Sebastiano Murtas su Solero, era finita, sottolineava che la pista è inclinata per cui il canape anche complice il peso che viene messo allo steccato è più basso. Questione di pendenza, dunque. Ieri era la giornata degli spaventi perché se Bircolotti non fosse stato un razzo ad abbassare, un’impennata di Lady Spina avrebbe fatto sicuramente cadere Giosué Carboni.
Caria
"Vedi che vuol, dire avere il mossiere bravo", dice Francesco Caria a Bircolotti appena la platea tira un sospiro di sollievo e lui torna di rincorsa nella quarta corsa. Per la cronaca, tantissimi ieri alle corse a Monticiano.
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