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Messaggio  jabru Sab Lug 05, 2008 11:27 am

Siena, 4 luglio 2008 - Le strategie, quando ogni tassello va al suo posto, nel Palio pagano. La professionalità e la qualità idem. Sono i due concetti che emergono chiari da Provenzano perché, fortuna a parte vedil’assegnazione di Già del menhir che nessuno poteva certo prevedere), per stessa ammissione del capitano dell’Istrice questo Palio è stato 'costruito'.



Camollia voleva a tutti i costi vincere e Trecciolino segnare nell’albo d’oro l’11° successo in carriera che ne fa un grande protagonista della Festa. E gli consente di puntare almeno al traguardo di Picino a quota 13, accarezzando il sogno dei 14 di Aceto. Un Trecciolino come quello visto mercoledì, che alzando il nerbo al cielo ha salutato l’amico Foffo Montigiani, può farcela. Soprattutto perché - veniamo all’altra cosa emersa chiara il 2 sera - nessuno dei giovani fantini appare (per ora) in grado di proporsi come l’anti-Trecciolino. O, togliendo l’antipatica parola 'anti', semplicemente come professionista capace di inanellare successi con costanza ponendosi in maniera naturale quale alternativa. Salasso, seppure gli addetti ai lavori abbiano criticato alcuni momenti della sua gestione di corsa, è stato quello che più visibilmente ha tenuto alta la bandiera della categoria. Fra gli esordienti Tiburzi ha dimostrato una qualità importante per il Palio: la freddezza. Ma se il parco fantini mostra un buon livello, al momento senza 'punte' in grado come detto di ripetersi con sufficiente continuità, il quadro per i cavalli non è molto diverso. Ha vinto un barbero al debutto, dietro due nomi che avevano già corso in Piazza: Giordhan ed Elfo. Segno che l’esperienza fa la differenza quando la qualità dell’animale non è nettamente superiore. Dovrebbe far riflettere in vista dell’Assunta sulla scelta del lotto che, se Già del Menhir (di cui ieri si occupava anche Dagospia) correrà, potrebbe vedere il reinserimento della grigia Fedora e magari di altri nomi che hanno dato forfait durante l’avvicinamento al Palio.Il sindaco Maurizio Cenni dal canto suo gongola «per lo svolgimento liscio e ordinato della Festa (nonostante i contradaioli travolti dai cavali, ndr) pur con una mossa laboriosa - afferma - ma risolta in modo brillante". Annuncia che i veterinari avranno a disposizione un numero sufficiente di soggetti ma non abbasseranno la guardia potendo fare scelte che spingono in alto il livello qualitativo. Vediamo che tipo di stress hanno avuto i barberi, comunque lo zoccolo duro potrebbe essere anche quello di luglio".



A proposito di mossiere, Giorgio Guglielmi di Vulci è stato promosso ma qualche capitano ha avanzato critiche. Soddisfatta la maggior parte delle Contrade, c’è chi come l’Aquila avrebbe voluto maggiore polso nella gestione del via quando si è creata quella lunga situazione di stallo che ha indotto palchi e contradaioli in Piazza a bordate di fischi. Guglielmi, nonostante la sua preferenza per l’allineamento a scapito del rispetto del posto, resta saldamente sul verrocchio anche ad agosto. Quanto ai fantini, qualcuno rischia di incappare nelle maglie della giustizia paliesca qualora il cambio al canape non risulti subìto ma volontario.



Altro tormentone di questo dopo Palio è stata la notizia relativa ad una presunta rivoluzione avvenuta nella stalla dell’Istrice. "Del tutto infondate le voci che circolano al riguardo - spiega secco il capitano Andrea Franchi - perché il nostro veterinario, dal 2000 ad oggi, come dichiarato in Comune il giorno della Tratta, è Fernando Calonaci. Su sette Palii ne ha vinti tre, scusate se è poco. Invariato il maniscalco Fabio Tascone, anche lui in Camollia sin dal primo Palio portato nel rione dopo il lungo digiuno. Quindi, lo ripeto, tutte e voci che girano sono state messe in circolazione in maniera strumentale, oltre ad essere infondate. Ho montato Gigi perché credo in lui e lui ha creduto nella nostra Contrada e nella stalla dell’Istrice. E ho fatto tutto il Palio con Trecciolino, un libero professionista. Mai parlato con altre Contrade. Gigi nell’Istrice ce l’ha accompagnato il capitano in macchina, insieme ad Enrico e ad Annarita, unitamente ad un mangino".

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Messaggio  jabru Sab Lug 05, 2008 3:15 pm

Un palio intenso, soprattutto quello prima del 2 luglio sera. Che ha visto mosse e contromosse, cadute e cambi di giubbetto. Che si è scaldato notevolmente quasi fossimo in realtà, questa l’opinione di molti, al Palio dell’Assunta. L’ultimo dell’anno, di conseguenza maggiormente agguerrito sotto tutti i punti di vista. Non si può sostenere invece che sul versante 'disciplinare' siano avvenuti episodi di particolare gravità. Quei pochi, comunque, sono stati palesi. Proviamo a ricapitolare i fatti accaduti nei quattro giorni che potrebbero trovare posto nella relazione dei Deputati della Festa Antonio Cottini (Oca), Valter Munaretto (Chocciola) e Luca Lombardini (Tartuca).



La sera della prima prova, appena terminati i tre giri, furono protagoniste Aquila e Pantera, che sentono molto la rivalità, ma ci andò di mezzo involontariamente anche il Leocorno i cui contradaioli rimasero in mezzo alle due avversarie. Scintille come tante volte avvengono in Piazza che troveranno posto nel documento in fase di stesura da parte dei Deputati per la valutazione da parte dell’assessore al Palio. Dovrebbe essere invece ormai chiarita (e dunque non rientrare nella relazione) la corsa dei contradaioli dell’Aquila che rischiarono di travolgere i bambini della Pantera dietro al cavallo Indira Bella mentre rientravano in Contrada. Seguì un incontro dal sindaco, sempre la sera della prima prova, l’indomani una lettera pubblica di Stalloreggi con risposta dei Quattro Cantoni.



Venendo al corteo storico, altro palcoscenico su cui sono puntati mille occhi, a chi seguiva lo svolgimento sono apparsi chiari due eventi. Primo: che il cavallo della Giraffa ha fatto mezzo giro e poi è stato portato via perché particolarmente riottoso. Tanto che la barbaresca Claudia Colonna ne aveva già subito le conseguenze nel Casato prima di entrare in Piazza. Gezabele si è alzata e ricadendo ha colpito il piede della giovane fratturandogli due dita. Anche il cavallo del Nicchio Giove Deus poco dopo l’ingresso sul tufo è stato accompagnato nell’Entrone passando davanti al palco delle comparse perché agitato. Ovviamente troverà spazio nella relazione dei Deputati e degli ispettori di pista lo sciame di istriciaioli che già al secondo giro era sceso sul tufo per attendere l’arrivo di Trecciolino. Il caso dei contradaioli travolti dagli scossi sarà inserito nella relazione (non è la prima volta che accade), così come la movimentata situazione sul palco dei capitani.

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Messaggio  jabru Sab Lug 05, 2008 6:37 pm

LA VERGINE GUERRIERA dipinta da Camilla Adami nel Drappellone non sembra aver entusiasmato i correttori delle Contrade. Una Madonna (troppo) umana, eccessivamente laica. Rilanciano pertanto un’idea ad essi cara, senza voler comunque sollevare polemiche. Ossia che della commissione esaminatrice faccia parte almeno un loro rappresentante. Don Tito Rovai, che impartisce la benedizione al cavallo della Giraffa ed è punto di riferimento spirituale di via delle Vergini, conferma l’intenzione di scrivere una lettera alle autorità competenti affinché considerino tale opportunità.



"Penso che abbiamo voce in capitolo per stabilire se il bozzetto di un Drappellone sia in sintonia con la liturgia religiosa del Palio", esordisce il sacerdote. "Non basta una figura femminile per ricordare che questa è la Madonna. L’iconografia religiosa non mette in evidenza solo gli occhi, la bocca - prosegue - deve riportare anche al misticismo e al contenuto della fede, mostrando Maria Madre di Dio e Madre di Cristo. Una donna celestiale, non solo bella, altrimenti potremmo prendere la fotografia di una miss per dipingere la Vergine. Insomma, va bene l’immagine di una donna purché emerga la sua bellezza interiore. Ecco perché i nostri pittori dal ’300 in poi ci fanno vedere una figura che esprima l’umiltà e la bellezza interiore Concetto che appare sfumato nel Drappellone di quest’anno".



Ecco perché don Tito Rovai, parlando insieme ad altri colleghi, ha deciso di prendere carta e penna "affinché non si vada troppo oltre mantenendo una forma di rispetto per un’iconografia che altrimenti rischia di andare persa".

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