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Torre: gruppi extra-large, proiezioni ed un elefante (misterioso)

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Torre: gruppi extra-large, proiezioni ed un elefante (misterioso) Empty Torre: gruppi extra-large, proiezioni ed un elefante (misterioso)

Messaggio  jabru Dom Lug 12, 2015 7:59 pm

L’ELEFANTE ci sarà. Ma come l’hanno realizzato i contradaioli della Torre resterà un mistero fino a stasera. Nel 2005, un esemplare in carne ed ossa apriva il corteo della vittoria dopo il digiuno di 44 anni. A seguire due chilometri di scene e gag animate da 1300 persone. Le cifre, dieci anni dopo, sono pressoché identiche. Segno che Salicotto ha tanta ‘sete’ di vittoria. Tanto che, alla zitta, medita il cappotto come nel 1896, 119 anni fa. Magari proprio con Andrea Mari, se non monterà nella Lupa.

La Torre, insomma, ci ha preso gusto a vincere. Il corteo odierno si annuncia forse più curato e sofisticato del dopo-digiuno. «Oltre 1100 persone che partiranno alle 18,30 dalla Lizza. Abbiamo cercato di raggrupparle per ‘quadri’ più grandi, formandone in tutto 24 con un tema diverso», spiega Duccio Ravenni che insieme a Valeria Vannoni sta tirando le fila dell’evento. Ci vorranno almeno un paio di ore per farlo arrivare in Piazza e, verso le 21, quando la luce sarà più fievole, verranno proiettati alcuni filmati. La rivale sarà ovviamente nel mirino: si punterà sulla ‘morbidezza’ dei contradaioli di Fontebranda, si ironizzerà sul nome del fantino con i gruppi del carnevale di Brio, ci saranno i pirati del Mari, la Giamarika. Niente animali nel corteo, che, secondo la raccomandazione del priore Sergio Ceccuzzi, «deve conservare un certo stile e tenere conto della tradizione. E’ bellissimo vedere la gente che si diverte e che ha voglia di farlo insieme, il Palio è anche questo». Per consentire di partecipare anche al barbaresco vittorioso Massimiliano Materozzi, operato dopo essere stato travolto da Morosita, sarà usata una carrozza. Alla fine è probabile che salgano a bordo anche fantino, capitano e staff.


«Quanto alla festa nel rione e alla cena della vittoria stiamo pensando all’ultimo fine settimana di settembre oppure al primo di ottobre», conclude Ceccuzzi.

La.Valde. da La Nazione
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Torre: gruppi extra-large, proiezioni ed un elefante (misterioso) Empty Dal "Tremendo gioco dell'Oca" al Carnevale di Brio de janeiro

Messaggio  jabru Lun Lug 13, 2015 8:17 pm

Siena, 13 luglio 2015 - PROPRIO vero: le vittorie cambiano. Rigenerano. Cancellano i malumori. Trasformano la tristezza in gioia. Uniscono come nessun saldatore è capace di fare. Rendono forti e consapevoli dei propri mezzi. Di questo parlava ieri il corteo della Torre. Sì, è vero, c’erano gli sfottò (inevitabili) all’avversaria che per anni, vincendo a ripetizione, non ha certo risparmiato l’ironia nei confronti di Salicotto. C’era il nome del fantino, Brio, declinato in ogni salsa e usato per quasi tutte le scenette. C’è chi addirittura l’ha trasformato in comandante «Che Gue Mari». Ma dalla Lizza a Piazza del Campo, in quel torrente rosso cremisi che scherzava su Tremendo e su Fontebranda, traspariva soprattutto la consapevolezza di aver superato un momento buio. Una sorta di buco nero durato 44 anni, rotto da un lampo di luce nel 2005, grazie a Trecciolino e Berio. Poi un decennio senza successi, l’avversaria che invece ne mieteva. E la paura – incofessabile per i più ma palpabile – che trascorressero ancora tanti anni prima di tornare in paradiso. Invece la Torre ce l’ha fatta. E’ una grande Contrada.


Come ha dimostrato in un corteo della vittoria senza eccessi e volgarità, come aveva raccomandato il priore. Aperto dai cittini, seguiti dai frati che lanciavano morositas e scortavano «Le sacre particole». Gli uomini della paglietta, le auto d’epoca, i passeggini, sfilavano prima del «Caria nel paese delle Mariviglie» e del «Tremendo gioco dell’Oca» dove si raccontava la caduta del fantino a San Martino e quella posizione singolare sul tufo che è stata leit motiv, prima sui social, ieri anche nel corteo. Impossibile che nella ricostruzione della corsa mancasse l’ormai famoso placcaggio di Veleno a Tittia. E ancora: la clinica «Vanni», le signore del Brio. «I morbidi di Fontebranda», l’Accademia degli scienziati. L’elefante? C’era davvero. In cartapesta, come si conviene al carnevale di Brio. Poi in piazza, al calar della sera, i momenti più belli del Palio che correvano su uno schermo davanti al Comune. «Un fiume rosso ora riempie Siena, i tamburi profumano d’alloro, mischiato con essenza di verbena», recita il sonetto della vittoria. Brindisi, abbracci, baci. Poi la carrozza accompagna i protagonisti della vittoria nel rione. La festa continua.

di Laura Valdesi da La Nazione
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