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I nostri fantini

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I nostri fantini - Pagina 5 Empty Il Rettore del Bruco ricorda Andrea Mari

Messaggio  jabru Mar Mag 18, 2021 9:49 pm

Il dolore unisce 17 popoli e tutta la città dopo la tragica scomparsa di Andrea Mari. Tantissimi i messaggi in ricordo del fantino sei volte vittorioso in Piazza, ma prima di tutto dell’uomo, dell’amico. Questa mattina la contrada della Tartuca ha esposto la bandiera a lutto per il profondo rapporto che da sempre la lega a Brio. Stessa cosa ha fatto il Bruco, di cui Brio era fantino di contrada e per cui ha corso l’ultimo Palio nel 2019.

Un ricordo quello del popolo di Via del Comune sottolineato dalle parole del Rettore Gianni Morelli. “Il Bruco è sconvolto, come tutta la città. Non era un protettore, ma la contrada è in lutto e per questo abbiamo deciso di esporre la bandiera. Siamo sconvolti per la perdita di Andrea, persona con una grande personalità. Il rapporto con il Bruco si è fortificato negli anni grazie a un legame sincero e reale con la persona, a prescindere dalle vittorie. Per l’ultima cena della prova generale ricordai le qualità di Andrea come uomo, prima che come fantino, e oggi è questo ciò che più ci mancherà. In questo tragico momento il nostro pensiero va alla famiglia a cui porgiamo le più sentite condoglianze”.


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I nostri fantini - Pagina 5 Empty LA FILOSOFIA DI BRIO

Messaggio  jabru Lun Mag 24, 2021 10:05 pm

Il regno di Andrea Mari a Lupompesi era sempre aperto, con la sua allegra tribù pronta a tirare fuori le fette di salamimo e ad accendere il camino per serate oceaniche di veglia. In una di queste, Brio si è raccontato a tutto tondo, spiegando in maniera limpida lo spirito che ha animato tutta la sua vita.


"Non rinnego nulla di quanto ho fatto finora: anche le annate meno facili hanno portato a risultati importanti in quelle successive. Io corro contro di me, corro su di me, ho bisogno di prove, di stimoli, di emozione e fantasia. Difficilmente oggi nel Palio la fantasia si trova, manca il guizzo, quel pizzico di genialità che scombina le cose, si vive un Palio piatto, dove tutto rimane controllato, schematizzato. Io invece entro in condizione mettendomi contro di me, sfidandomi sempre. Nessuno ci crede, ma dentro di me si nasconde un timido e mi sono sempre dovuto affrontare per vincere questo mio aspetto, e continuo a farlo. Mi fa fatica riconoscermi alla televisione per esempio, perché io per primo non mi vivo e non riesco a vedermi come un personaggio pubblico, in questo non sono cambiato; poi sì, è cambiata la mia vita, ci sono gli impegni, la dieta, ma sono uno che ha comunque bisogno di mantenere anche quelle piccole distrazioni che rendono più piacevoli le giornate, perché sono un uomo normale e direi una stupidaggine se dicessi che mi piace la fatica di alzarmi presto per allenarmi, che non mi pesano le rinunce: non sarebbe la verità. Sapete cosa mi manca? Il tempo perso senza fare niente coi miei amici del cuore, che sono due ragazzi normali con lavori normali. Dedicarmi a loro spesso è complicato, o non è possibile come vorrei. Queste e altre sono le cose che mi fanno dire che Brio non rincorrerà la vecchiaia a cavallo per racimolare la pensione. Del resto già ora sono uno che costa relativamente e non ho intenzione di fare questo mestiere quando non sarò più al top per farlo. Per ora sono e continuo a considerarmi uno fortunato, che sta bene e fa il lavoro più bello del mondo, e forse sono bugiardo a chiamarlo lavoro, non lo è nella misura in cui questo era ciò che volevo fare da piccino e lo sto facendo. Un lavoro è un ‘altra cosa, non ti fa vivere di emozioni incredibili come la grandezza di poter vedere la gioia nelle persone quando vinci, gli occhi dei bambini che ti guardano, il privilegio di parlare davanti a tanta gente. Io l’ho sognato e ho visto il Palio dei grandi, quando ero ragazzino, e follemente ho anche cercato di rifarne uno, quello di Cianchino su Amore nell’Onda, ma ora quel Palio non c’è più e non faccio il disfattista a dirlo, ma bisogna essere onesti: i dieci assassini non esistono più, non si trovano né quel genere di big né i banditi di una volta, ora siamo professionisti, atleti ma con meno poesia, meno improvvisazione, troppa selezione sui cavalli, troppa tutela per poi non avere paradossalmente nessun rimborso. Si sbaglia un Palio e si va sotto una cascata di critiche che ci possono e ci devono stare, ma se sbaglio una corsa il 16 di agosto, sono lo stesso che ero il 13, quando venivo dato come vincente. Pensate che di quei ragazzi del '99, come ci chiamo io, quelli cioè arrivati prima del 2000 e del grande cambiamento del Palio, siamo rimasti solo io e Valter Pusceddu. Gli ultimi veri allievi oltretutto di quella generazione straordinaria di fantini come Aceto e poi Salvatore Ladu, Beppino Pes, Silvano Vigni".
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I nostri fantini - Pagina 5 Empty DUE VITTORIE STRATEGICHE DI ANDREA MARI

Messaggio  jabru Lun Mag 31, 2021 7:22 pm


Dopo aver rivissuto, nell’ultimo nostro scritto, la prima vittoria di Andrea Mari, oggi ci soffermeremo su altri due successi importanti nella carriera dello sfortunato Brio, quello conseguito nella Civetta il 16 agosto 2014 e quello del luglio 2018, conquistato per i colori del Drago. Due vittorie totalmente diverse l’una dall’altra. Sudata, fortemente voluta la prima, facile e mai in discussione la seconda. Nell’agosto 2014, Brio non veniva dal miglior momento della sua carriera: il lungo stop post infortunio al bacino nel dopo Palio di luglio 2013, una prestazione non eccezionale, al rientro in Piazza nella Pantera con Indianos, così, la scelta di montare Occole’ nella Civetta, soggetto al debutto ma su cui si spendevano parole positive, poteva sembrare un azzardo, visto che il Leocorno, con Gingillo ed Oppio, barbero fresco vincitore nel Drago, era una delle grandi favorite assieme allo stesso Drago, forte candidato al cappotto con Morosita Prima e Salasso, e la Selva, con Istriceddu, tornato tra i dieci dopo un lungo periodo, e Tittia, alla quale, la sera del 16, la sorte giocò un brutto scherzo, relegandola di rincorsa. A scattare più veloce dai canapi furono due outsiders, il Montone con Osvaldo ed il debuttante Brigante e l'Aquila con Lo Specialista e Tremendo, tallonati da vicino dalla Civetta e, all’esterno, dalla Chiocciola, con Polonski e Scompiglio. Il primo momento decisivo di quel Palio fu subito dopo la Fonte: Brio, con una “rinserrata” da manuale, strinse allo steccato il Leocorno che stava rinvenendo per corsie interne, costringendo Gingillo a riprendere in mano, rompendo l’azione di Oppio. Intanto, davanti, la scivolata di Osvaldo, lasciava via libera all’Aquila, ma ben presto il Caria iniziò a sentire il fiato sul collo di Brio che, girato il primo Casato, in più di un’occasione, tentò il sorpasso. Tremendo si difese strenuamente, con un paio di belle parate, ma nulla poté al secondo Casato: Lo Specialista allargò verso i palchi e Andrea Mari fu abile a infilare il pertugio giusto per conquistare la testa della corsa ed il successo finale, mai più in dettaglio.

Ben diverso, come detto, il sigillo nel luglio 2018. Nell’inverno precedente, Brio si era legato ufficialmente con il Bruco, ma in quell’occasione, la contrada di Barbicone non uscì a sorte ed il fantino di Rosia, di fronte ad un lotto basso con ben 5 esordienti e nessun vincitore, scelse senza indugi la monta di Rocco Nice nel Drago. E fin da subito, i progressi dell’accoppiata di Camporegio furono evidenti, tanto che molti intenditori inserirono il Drago tra i favoriti della vigilia. Dopo oltre 80 minuti di mossa, con la Tartuca che, posizionandosi al verrocchino, impedva l’ingresso della Chiocciola di rincorsa, manovra che costò poi 6 Palii di squalifica al fantino tartuchino Nappa II, il Drago, dal nono posto, uscì in testa seguito dalla Giraffa e dall’Oca. Il Palio, da quel momento non ebbe più storia; Brio aumentò vistosamente il suo vantaggio; la grande battaglia nelle retrovie vide il veemente spunto dell’Oca che, con il solito terzo giro di Porto Alabe, si avvicinò notevolmente alla testa della corsa, senza però impensierire mai Brio e Rocco Nice che riuscirono nell’impresa di portare nel Drago il cencio del dragaiolo Emilio Giannelli.

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I nostri fantini - Pagina 5 Empty PIRRINO

Messaggio  jabru Lun Lug 26, 2021 8:04 pm

Lorenzo Franci, una carriera da fantini ed un'esperienza da capitano.



Lorenzo Franci è ricordato come un personaggio di spicco nella storia del Palio, essendo stato sia fantino, tre volte vittorioso sul Campo che, una volta appeso il nerbo al chiodo, capitano di contrada.

Figlio d’arte, il padre Angelo detto Pirro corse due volte tra il 1862 ed il '64, Lorenzo, ribattezzato Pirrino, avrebbe dovuto debuttare nel luglio 1877, ma a causa di violenti scontri tra contradaioli, la carriera fu annullata dalle autorità, cosicché il suo vero esordio avvenne nell’agosto successivo, in un Palio ricco di innovazioni regolamentari, tra le quali quella della mossa, data nell’occasione con un solo canape sostenuto manualmente da due uomini. Il giovane Pirrino fu più bravo dei suoi esperti colleghi a capire le modalità della strana partenza e, sin dai primi metri, acquisì un vantaggio consistente che difese senza troppi patemi fino al bandierino, grazie anche al non indifferente aiuto di Bachicche, fantino della Selva che, invece di tirare a vincere si preoccupò maggiormente di ostacolare la Torre, in forte rimonta. Dovettero passare ben undici anni ed una serie infinita di secondi posti (clamorosi quelli del luglio 1878 nell’Onda, dell’agosto 1882 per la Lupa e del luglio 1884 nella Tartuca) prima di rivedere in trionfo il Franci. Se nel citato Palio di luglio 1884 Pirrino venne bruciato a pochi centimetri dall’arrivo, nell’agosto 1888, egli si rifece con gli interessi, riportando il cencio nella Civetta grazie ad una serie di sorpassi nell’ultimo giro, ultimo dei quali quello nei confronti dell’Oca. Dopo altri due amarissimi secondi posti nelle carriere del 1889, la terza ed ultima vittoria arrivò per Pirrino il 17 agosto 1890, ancora una volta per i colori dell’Oca, in groppa a Carbonello, anche se il Franci può comunque vantare nel suo curriculum paliesco un ulteriore successo, seppur platonico e non riconosciuto negli elenchi ufficiali, nella corsa di consolazione del Palio alla romana del 1891, ottenuto per la Civetta. La carriera di fantino di Pirrino si concluse in malo modo, con una caduta al canape nel luglio 1893. Lorenzo Franci rimase comunque nel mondo del Palio, da prima come cavallaio e, successivamente, come capitano di contrada. Nel 1895 infatti, il Nicchio lo nominò massimo dirigente e, nel luglio di quell’anno sfiorò addirittura il successo montando il vecchio Leggerino. Qualche anno dopo, agli inizi del XX secolo, anche il Leocorno si affidò al Franci per la carica di capitano, ma il suo nominativo fu respinto dal Comune, ed a nulla valsero le veementi rimostranze dell’allora priore Virgilio Grassi, che arrivò addirittura a minacciare di ritirare la propria contrada dalla successiva carriera se l’Amministrazione non fosse tornata sui propri passi. La seconda avventura da capitano nemmeno ebbe inizio, ma Pirrino restò comunque nell’orbita lecaiola e, stando ai racconti dell’epoca, egli ebbe un ruolo non indifferente nella vittoria della contrada di Pantaneto nello straordinario dell’aprile 1904.

Davide Donnini da OKSiena
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I nostri fantini - Pagina 5 Empty Corse a Legnano, Pusceddu conquista il Gran Premio. Doppietta di Arri e Murtas

Messaggio  jabru Lun Ago 02, 2021 7:49 pm

C'erano tutti i fantini di Piazza al centro Etrea con puri e mezzosangue. I giovani sfidano i big

di LAURA VALDESI

Valter Pusceddu e Antonio Siri in un faccia a faccia a La Nazione
Valter Pusceddu e Antonio Siri in un faccia a faccia a La Nazione
Siena, 1 agosto 2021 - La zampata dell’esperienza, quella di Valter Pusceddu che si aggiudica il Gran Premio degli anglo-arabi su Ramonti. Ma anche la voglia di farsi vedere e guardare in alto, come nel caso di Federico Guglielmi, Rocco Betti e Alessio Bincoletto, tutti e tre vittoriosi. I big stanno a guardare? Neppure per sogno, vedi i successi di Giovanni Atzeni e Carlo Sanna che, tra l’altro, difenderanno i colori del Duomo al palio di Feltre. Prepotente la voglia di rientrare negli appuntamenti extra-ippodromo dimostrata da Silvano Mulas, che vola via dai canapi, ben gestiti da Renato Bircolotti, vincendo senza difficoltà la quarta corsa. Alcuni temi della giornata di addestramento che si è svolta al Centro ’Etrea’ in vista del palio di Legnano che vedrà la sperimentazione dei mezzosangue nella provaccia mentre la corsa sarà ancora con i puri. C’è stato poi spazio, nella settima batteria, anche per l’abbraccio a Gavino Sanna. Il fantino, che aveva avuto un gravissimo infortunio da cui si è ripreso bene – ’pensavo di non montare più a cavallo, ha detto, e invece sono qui a vincere’ – in groppa ad All è andato forte. E’ salito sul gradino più alto del podio davanti a Simone Mereu su Albalonga.
Ben quindici le corse, iniziate con due ore di ritardo per via del maltempo. E’ Federico Arri a fare sua la prima batteria con Vedova nera mentre la seconda è appannaggio di Marco Bitti su Hakara Trois, fantino che ha voglia di affermarsi e con molta esperienza. Ma nella terza riservata ai purosangue è ancora Arri ad imporsi, dimostrando di aver lavorato bene in questi mesi. Del successo di mestiere di Mulas nella quarta corsa si è detto in avvio, da applausi la prestazione di Pusceddu che nel Gran Premio per gli anglo-arabi prende la testa facendo il vuoto. Mette il sigillo sulla sesta batteria Carlo Sanna, lo fa nella settima su Totò Giovanni Atzeni dopo una fase fra i canapi particolarmente laboriosa.
Adrian Topalli non poteva mancare sugli scudi: ci sale nella nona corsa con Carilbon anche se Guglielmi (come aveva fatto nella seconda) è insidioso. E alla fine vince la decima su Balzana, battendo Chiavassa sull’esperto Farfadet du Pecos. Bel successo di Bincoletto su Tarocco, chiacchierato anche per la Piazza, così come Ungaros, il mezzosangue montato da Sebastiano Murtas che conquista la dodicesima batteria. E’ Vipera, spinta dall’espertissimo Antonio Siri, a non lasciare spazio agli avversari nella 13esima. Poi è ancora Murtas, questa volta con Zenis, a lasciare il segno a Legnano aggiudicandosi la penultima batteria. Chiude in bellezza Rocco Betti su Zingaro Baio.

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Messaggio  jabru Lun Ago 02, 2021 7:52 pm

Le disavventure paliesche di Luigi Gentili.



Il cognome, Gentili, era di quelli pesanti, ma Luigi, o Gino, come lo chiamavano tutti, detto Sughero, non riuscì ad acquisire sul Campo la stessa notorietà che ebbe il fratello, il grande Ciancone, tant’è che la sua carriera paliesca si aprì e si concluse nel giro di un paio di mesi del 1938. Dotato di ottime capacità nel montare a cavallo, Gino Gentili entrò nel mirino dei dirigenti del Montone che, nel luglio 1938, gli concessero l’onore del debutto su un barbero abbastanza quotato, quell’Aquilino, vittorioso nel '36 per il Drago. La carriera non andò proprio secondo le aspettative, e del Montone, nelle cronache del tempo, non si fa proprio menzione. Anche ad agosto, la contrada dei Servi fu baciata dalla sorte, ottenendo il veloce Giacchino e la dirigenza decise di dare una nuova opportunità a Sughero che, almeno inizialmente, ripagò a pieno la fiducia ottenuta, dominando con disarmante facilità tutte le prove e candidandosi come grande favorito per la vittoria, che i montonaioli attendevano da 11 anni e percepivano, prova dopo prova, sempre più vicina. Ma nel Montone non avevano fatto i conti con il carattere fragile di Sughero che, man mano che ci si avvicinava alla carriera, cominciò a sciogliersi come neve al sole. Un lieve mancamento durante la benedizione del cavallo fu il prologo allo psicodramma vissuto dal Gentili nelle ore successive. Con lo scorrere del tempo, la paura e la tensione presero il sopravvento sul povero Sughero che si fece insopportabile in prossimità dell’uscita dall’Entrone, quando buon Gino fu colto da una crisi di nervi, iniziando ad urlare, gettandosi a terra e minacciando di non correre in quanto non si sentiva sicuro. Convinto dalla dirigenza e fatto salire in qualche modo a cavallo, Sughero, paralizzato dalla paura, fornì una prestazione mediocre, “regalando” al Montone una solenne purga. Al rientro in contrada, i montonaioli non esitarono a manifestare il loro disappunto nei confronti del fantino, accusato di codardia. Per salvarsi dal percolo delle botte sicure, Sughero trovò riparo nella casa di un noto contradaiolo che però, invece di dare conforto al Gentili, vide bene di prenderlo di peso nel tentativo di buttarlo dalla finestra, e soltanto l’arrivo dei dirigenti, evitò il peggio. Dopo questa turbolenta avventura, Sughero non si ripresentò più a Siena, lasciando spazio, una volta terminata la guerra, al fratello minore Giuseppe, che scriverà, nel successivo ventennio, pagine importanti della storia del Palio.

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I nostri fantini - Pagina 5 Empty MORINO

Messaggio  jabru Lun Ott 18, 2021 7:14 pm

Il 2 ottobre 1977 veniva prematuramente a mancare Costantino Giuggia detto Morino, protagonista per circa un decennio in Piazza. Leggendo il suo curriculum paliesco si potrebbe pensare ad un comprimario, ma Morino era tutt’altro che un fantino qualunque: valido mestierante, abile ad interpretare qualsiasi tipo di soggetto, si pensi alle tante batterie disputate su Ercole, bizzoso cavallo che tante purghe ha fatto prendere alle contrade con il suo vizio di andare a dritto al Casato, ma che con Morino ha sempre girato diligentemente, Giuggia era anche un ottimo allenatore di cavalli da Palio. Solo la sfortuna, che non lo ha mai abbandonato durante la sua breve carriera, gli ha impedito di provare la gioia più grossa. Già dal debutto, nel luglio 66 nella Selva su Beatrice, Morino mise in luce tutte le sue doti, avendo la meglio, dopo lunga lotta, del più esperto Canapetta e cedendo solo allo spunto finale di Topolone e Bazza nel Drago. Nell’agosto successivo, da grande favorito nella Torre su Topolona, la caduta durante la famosa “carriera fittizia”, corsa da alcuni fantini che non si fermarono allo scoppio del mortaretto che annullava la mossa, e la sua seguente sparizione dalla Piazza, furono le scintille che provocano l’invasione della pista da parte dei torraioli, la sospensione del Palio ed il rinvio al 17 quando, la corsa del Giuggia, si interruppe dopo pochi metri a causa di uno scarto della cavalla. Dopo un '67 da dimenticare, con 3 carriere anonime, nel luglio 1968, Morino ebbe un’altra grande chance di successo nell’Istrice su Arianna. Una caduta a S. Martino per una prova (mitica la foto che ritrae il Giuggia a terra con i pantaloni strappati) fu il preludio ad un Palio senza acuti che costò a Morino il posto per agosto. Al suo rientro, nel luglio 1969, per la Lupa su Livietta, fu protagonista di una carriera difensiva, ostacolando e nerbando Bazza nel Nicchio. Gli anni '70 segnarono l’inizio del rapporto del Morino con il Drago, contrada con la quale egli corse 3 Palii, curiosamente tutti su barberi grigi. Nel luglio '70 su Gabria, condusse per oltre un giro prima di essere superato da cavalli più forti, ad agosto con Musella corse con l’ordine di ostacolare la Lupa, contrada con la quale, al tempo, il Drago non aveva rapporti idilliaci, mentre nel 71 su Vandala, Morino si giocò per un giro il Palio prima di soccombere di fronte allo strapotere dell’accoppiata Topolone – Canapino nella Pantera. Nel '72 Morino si legò al Bruco, ma con il giubbetto di Barbicone disputò solo tre prove per il Palio di agosto. Ritroviamo il Giuggia sul tufo nel luglio 1975, in quello che possiamo considerare il suo Palio più bello ma allo stesso tempo più sfortunato. Su Lucianella, nella Pantera, tutto era stato studiato alla perfezione: una partenza cauta per poi sfruttare la potenza della delicata cavalla sembrava la ricetta giusta per la vittoria. E, in effetti, il secondo giro del Morino fu da antologia e, una volta presa la testa, dopo una serie di sorpassi reciproci con Ragno nell’Istrice, nulla più sembrava frapporsi tra lui ed il successo. Ma Lucianella, probabilmente andata in dolore, si rifiutò di voltare all’ultimo S. Martino, lasciando il Giuggia e la Pantera tutta nello sconforto. Il Palio di agosto 1975, ancora per la Pantera, stavolta con il mediocre Rio Marin, segnò la fine della carriera di Piazza di Costantino Giuggia, il fantino dal grande cuore.

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