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I nostri fantini

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I nostri fantini - Pagina 2 Empty Tittia: “Ce l’ho messa tutta e la fortuna mi ha ripagato”

Messaggio  jabru Sab Ago 17, 2019 7:17 pm

“Negli ultimi anni la fortuna è un po’ mancata, oggi invece c’è stata tutta. Il destino mi sta ripagando tutti i sacrifici”.
Cappotto di Giovanni Atzeni, come nel 2013. La settima vittoria di Tittia è arrivata in maniera inusuale, da scosso, come non gli era mai successo in carriera.

Una mossa complicata, che ha visto lui e Remorex restare ostacolati dalla confusione che regnava nella parte bassa del canape.

“E’ stata una mossa molto lunga e non sembrva valida – dice Tittia – ma dopo un tot di tempo bisogna accettarla e va bene così”

Un Palio, quello di Atzeni, che è terminato al secondo San Martino, quando una traiettoria difficile lo ha fatto scontrare con il colonnino.

“C’ho messo anima e cuore – commenta – ho visto il varco aperto e mi sono buttato, ma lì per lì Remorex mi ha fregato. Quando uno ha voglia di vincere ci mette tutto, io c’ho messo tutto e la fortuna mi ha ripagato. Dopo la caduta sono rimasto a San Martino ad aspettare, e dopo qualche minuto ho capito”.

“Mi comporto sempre bene e lavoro tanto – continua Tittia – Negli ultimi anni la fortuna è un po’ mancata, oggi invece c’è stata tutta, sia oggi che di Luglio. Il destino mi sta ripagando tutti i sacrifici”.

Una vittoria che, sommata a quella di Luglio nella Giraffa, risolleva il morale del fantino, al quale la vittoria mancava dal 2015.



“Questo Palio l’ho vinto anche per come mi comporto negli anni – continua – Avevo tantissime strade aperte, ho seguito il rapporto che ho con la Selva. E’ il cavallo che volevo montare, secondo me non aveva avversari, e stasera l’ha dimostrato”.

“Dedico la vittoria – conclude Atzeni – in primis a questa contrada, dove ho vinto nel 2015 e che mi è sempre stata vicina. In questo Palio si è creata la situazione giusta: si chiude un cerchio”.

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Ultima modifica di jabru il Sab Ago 17, 2019 7:24 pm - modificato 1 volta.
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I nostri fantini - Pagina 2 Empty Coghe: “Ho sbagliato tutto, mi sono fatto piccionare. Chiedo scusa a chi mi ha messo il giubbetto

Messaggio  jabru Sab Ago 17, 2019 7:23 pm






Il commento del fantino a Siena Tv: “Devo farmi un bel bagno di umiltà. Il Palio si può perdere o vincere ma va corso”
Intervenuto telefonicamente a Siena Tv, il fantino dell’Istrice Andrea Coghe detto Tempesta ha commentato la Carriera affrontata: “Ho sbagliato tutto quello che potevo sbagliare e chi sbaglia paga – ha detto – mi sono fatto piccionare alla mossa per tutta una serie di dinamiche. Ora devo fare un bel bagno di umiltà, chiedo scusa alla contrada dell’Istrice che mi ha messo il giubbetto addosso. Ho sbagliato le valutazioni fin dal 13, il Palio si può vincere o perdere, ma va corso, dopo un anno di lavoro per coronare un sogno. Non dovevo farmi stringere verso il basso, sono andato a cercare un posto alto e il mio posto lo avevo, e appena guardo la rincorsa, mi giro ed è entrata. Sono stati solo errori miei”.
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I nostri fantini - Pagina 2 Empty Scangeo racconta l'emozione del debutto. "Mossa, temevo fosse più lunga"

Messaggio  jabru Lun Ago 19, 2019 6:13 pm

Siena, 19 agosto 2019 - Felice. Un aggettivo che ripete più volte. Descrive lo stato d’animo di Stefano Piras, che ha debuttato al Palio nell’Aquila con il nome di Scangeo. Buona l’impressione lasciata da questo esordiente non più ragazzino, visto che ha 33 anni. Per lui si prefigura un inverno di contatti con le dirigenze e non dietro le quinte, anche se di duro lavoro. A partire da ieri visto che era a Piancastagnaio con Umatilla, cavalla della scuderia Atzeni che correva il palio.

Com’è stato il debutto?

«Emozionante ma ero tranquillo perché con i ragazzi dell’Aquila e con la dirigenza mi sono trovato benissimo. Sono molto, molto felice».

Un po’ di brividi alla mossa?

«Ero sereno. Sentivo l’affiatamento con il cavallo con cui pensavo di poter fare una bella partenza. Ne ero certo».

Il canape però ha rischiato di fare il laccio a Tottugoddu.

«Mi sono accorto che è rimasto in mezzo alle gambe però è andata bene».

Cosa ha pensato Scangeo quando ha visto la Pantera di rincorsa?

«‘Qui si fa notte, si corre il giorno dopo’. Credevo che durasse ancora più a lungo».

Sei riuscito a sfilare via.

«Sì, anche se potevo fare meglio il primo San Martino, riguardando il filmato della corsa. Cercherò di trarre insegnamento da ogni cosa».

Tottugoddu diventerà un cavallo da Piazza interessante?

«Penso proprio di sì. E’ calmo, ha un grande cervello. Fisico potente ma sereno nel comportamento. Proprio bello».

E Piras diventerà un bravo fantino da Palio?

«Continuo ad allenarmi duro, a lavorare. Pensando a dove posso migliorare. Vediamo».

Il rientro in Contrada?

«Volevano vincere, io gli avevo promesso che avrei fatto di tutto. Ci ho messo il cuore, quello sì, anche se non è bastato».

Chiamate da altre dirigenze?

«Ho trovato nel telefono tanti numeri ma dove sono a Piancastagnaio non prende».

La tua famiglia cosa ha detto?

<Felicissimi. In paese hanno fatto tutti per me. Mi hanno mandato una foto dove sono seduti al bar davanti alla televisione a vedere il Palio».
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I nostri fantini - Pagina 2 Empty Brigante vicino all’elezione come “Sardo dell’anno”

Messaggio  jabru Sab Ago 24, 2019 6:20 pm

Il fantino vincitore del Palio di Agosto con l’Onda davanti a Geppy Cucciari e Fabio Aru
Carlo Sanna, “Brigante”, il vincitore del Palio di Siena dell’agosto 2017 con l’Onda su Porto Alabe potrebbe essere eletto “Sardo dell’anno”, essendo tra i 10 candidati aspiranti al titolo, nel concorso popolare indetto dalla testata giornalistica ‘Sardegna Live’.

Il portacolori della Contrada dell’Onda ha già totalizzato migliaia di voti ed è ad un soffio dalla vittoria. Il ‘Brigante’, come viene soprannominato il fantino di origine sarda, sta sbaragliando personaggi di grande notorietà come Geppy Cucciari e il ciclista Fabio Aru, grazie ai successi ottenuti in terra toscana. Chi volesse sostenere la vittoria di Carlo Sanna può esprimere la preferenza attraverso www.sardegnalive.net o cliccando sul link: https://www.sardegnalive.net/sondaggi/3/vota-il-sardo-dell-anno-2017
Si può votare fino al 7 gennaio 2018.
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I nostri fantini - Pagina 2 Empty INTITOLATA AL FANTINO AMARANTO UNA SALA DEL COMUNE DI SELCI

Messaggio  jabru Mer Set 11, 2019 7:23 pm

Domenica 22 nel suggestivo borgo reatino verrà proiettato il docu-film realizzato da "Ricordi di Palio"



La riscoperta di personaggi che hanno fatto la storia del Palio si spinge, ancora una volta, al di fuori delle mura cittadine. Stavolta tocca ad Amaranto, nome di battesimo rimasto nell’immaginario popolare senese ben più di quel soprannome, Boccaccia, con il quale nel luglio del 1932 la Giraffa lo consegnava, appena ventenne, alla sua prima volta sul tufo di Piazza del Campo: riportata in auge da un filmato realizzato nei mesi scorsi da Michele Fiorini e Roberto Filiani per l’Associazione “Ricordi di Palio”, la lunga e sfortunata parabola paliesca del fantino laziale troverà la sua giusta collocazione proprio nel natio borgo reatino di Selci, che ha deciso di intitolare ad Amaranto Urbani una sala all’interno della propria Torre Comunale nell’ambito di una serie di eventi dedicati in programma domenica 22 settembre.

E’ stato proprio il Comune di Selci, piccolo e suggestivo paese di poco più di mille abitanti immerso nella natura ed adagiato sulle diramazioni occidentali dei Monti Sabini, a volere fortemente questa celebrazione di uno dei suoi figli più illustri e, a tutt'oggi, ricordati. Gli anziani del posto ancora narrano le gesta di Amaranto (che nella loro inflessione dialettale diventa quasi sempre Amarando) e le tramandano ai più giovani, raccontando la sua eleganza e la sue capacità di fantino, come pure la sua onestà e rettitudine di uomo semplice: caratteristiche che lo fecero entrare a pieno diritto nel mondo del Palio, ma che pure ne ostacolarono i successi, spesso e volentieri legati a doppio filo a quegli accordi sotterranei tra fantini ai quali mal volentieri si piegava e dei quali rimase spesso e volentieri vittima, sfiorando in più occasioni la vittoria ma mai riuscendo ad alzare il nerbo al bandierino.

“A cavallo è er mejo de tutti, ma er Palio è n’antra cosa…”, sentenziò Beppe Gentili: poche ma significative parole, che meglio di ogni altra considerazione interpretano il male oscuro del quale Amaranto sembrò “ammalarsi” negli ultimi anni della sua carriera sul tufo, attanagliato dalla paura di vincere e ostaggio di una pressione che lo faceva arrivare al canape sempre più svuotato, Palio dopo Palio, fino all’ultimo atto della sua esperienza senese, nell’agosto del 1953 indossando il giubbetto della Civetta.

Si sarebbe spento, Boccaccia, poco tempo dopo nella sua Selci, appena quarantaquattrenne. Selci che nel pomeriggio del 22 settembre ha deciso di proiettare alla comunità il docu-film realizzato da Fiorini e Filiani, invitando l’Associazione “Ricordi di Palio” a raccontare cosa Amaranto ha rappresentato, prima e dopo la Guerra, per Siena e per il mondo del Palio.

Matteo Tasso da OKSiena
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I nostri fantini - Pagina 2 Empty •IL GRANDE "PICINO" RIPOSA A ROMA, NEL CIMITERO DEL VERANO

Messaggio  jabru Mer Ott 02, 2019 6:24 pm

Michele Fiorini ha documentato la sepoltura del fantino Angelo Meloni, dopo anni di ricerche infruttuose



Angelo Meloni è sepolto assieme ai suoi familiari, a Roma, nel cimitero monumentale del Verano. A fare finalmente luce sulla fin qui nebulosa storia postuma del grande Picino, fantino tredici volte vittorioso sul tufo di Piazza del Campo, è stata una ricerca compiuta da Michele Fiorini, senese che da anni sta adoperandosi per riscoprire quei personaggi che hanno scritto la storia della città e delle sue tradizioni, dedicando loro una serie di apprezzatissimi docufilm con il marchio Ricordi di Palio. “Di Angelo Meloni si conosceva – spiega Fiorini – la data di decesso, 24 gennaio 1945, quanto al luogo della sepoltura però era stato fino a oggi impossibile rintracciarlo. Le ricerche di molti storici del Palio, o giornalisti, si erano scontrate con l’assenza di informazioni precise, anche perché proprio nei primi mesi del 1945 un incendio negli uffici del grande cimitero romano aveva mandato perduti alcuni registri. Gli stessi discendenti di Picino che abitano nel viterbese erano in possesso di informazioni frammentarie: del resto sono passati quasi ottanta anni dalla sua morte e testimonianze dirette sostanzialmente non ve ne sono”.
Cosa ti ha spinto a fare ulteriori tentativi?
“Angelo Meloni è stato il primo personaggio al quale Ricordi di Palio si è interessato, qualche anno fa, col documentario “Rincorrendo Picino”: fu una bella esperienza, soprattutto la trasferta a Canepina assieme a Michele Scialoja che ci permise di filmare la sala museale dedicata a Picino allestita all’interno del Comune e comprendere lo spessore del personaggio, anche al di fuori di Siena. Nel tempo abbiamo rintracciato ulteriori documenti, materiale fotografico e anche filmati d’epoca che lo riguardano, da qui l’idea di fare un nuovo e più approfondito lavoro sul tema, anche perché nel frattempo siamo riusciti ad allacciare contatti con alcuni discendenti di Angelo e del figlio Corrado, anche lui fantino del Palio seppur meno famoso”.
La svolta, in questa particolare ricerca, è arrivata solo qualche giorno fa…
“Ho preso più volte contatti col cimitero del Verano e, a dispetto di ciò che si è soliti dire sulla lentezza burocratica di certi uffici, devo ringraziare l’impiegata che con grande disponibilità ha preso in carico questa mia richiesta, per lei di sicuro inusuale. Martedì mattina, dopo l’ennesima mia telefonata, il nome Angelo Meloni è saltato fuori assieme ad una data di sepoltura, novembre 1945, che non corrispondeva con quella della morte e che mi ha fatto pensare di essere ancora una volta fuori strada. Si è però chiarito che i suoi resti erano stati traslati nella tomba della famiglia Meloni a novembre, dopo un periodo di sepoltura provvisoria in terra, quest’ultima avvenuta alla fine del mese di gennaio. Caso finalmente risolto, insomma”.
La tua prima reazione?
“Emozione, immensa, e tanta felicità, mista a commozione. Nemmeno tre ore dopo ero a Roma al Verano, riquadro 51, porzione 35, davanti alla tomba della famiglia Meloni: per rendere omaggio ad Angelo e per realizzare una testimonianza filmata, che farà parte del nuovo documentario su Picino”.
Matteo Tasso da OKSiena
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I nostri fantini - Pagina 2 Empty l fantino Grandine ha detto sì alla sua Giovanna

Messaggio  jabru Dom Ott 20, 2019 8:13 pm

Siena, 20 ottobre 2019 - Via il giubbetto e i pantaloni di velluto per montare a cavallo. Sebastiano Murtas, detto Grandine, ha indossato il vestito da sposo, ed elegantissimo si è presentato con un bouquet di rose rosse a casa della sua Giovanna. L’incipit di una giornata speciale per questa coppia sempre sorridente e garbata, che ha coronato il sogno d’amore ieri, a Santu Lussurgiu, un paese di poco più di 2mila persone in provincia di Oristano, convolando a nozze.

Un evento il ‘sì’ del fantino che ha corso otto Carriere in piazza del Campo e ha la scuderia dai Savelli. Mario, il capostipite, e la moglie Pace sono rimasti a Siena anche se vicini con il cuore alla coppia. In Sardegna sono andati diversi della famiglia, compresa la figlia Chiara e il nipote Francesco, i ragazzi della scuderia e il maniscalco. C’erano colleghi di Murtas, Luca Paddeu e Matteo Pische per esempio.

Murtas ha imparato dal Palio a restare impassibile quando il cuore batte forte: ha pronunciato il ’sì’ nella chiesa di Santa Maria degli Angeli senza sbavature. Ma gli occhi brillavano di felicità. Visibilmente più emozionata Giovanna Deriu, la sposa, che è la vera ‘roccia’ del fantino. Il suo sostegno e rifugio. Come da tradizione, era stato Murtas ad andare a prenderla con il bouquet di rose rosse in mano, prima di recarsi in chiesa dove hanno cantato quattro amici del fantino, facendo emozionare tutti. Rito delle firme in sagrestia, poi foto a iosa e via alla splendida location scelta per il banchetto di nozze per 400 invitati dove sono arrivati a bordo di un divertente furgoncino rosso fiammante. Come da tradizione sono stati rotti i piatti in paese in segno bene-augurale e di prosperità.

Una festa molto bella e partecipata, andata avanti fino a tardi. Grandine e la sua Giovanna si prenderanno ora qualche giorno di vacanza e resteranno in Sardegna fino a metà novembre, probabilmente. Poi il fantino deve tornare a lavoro: ci sono tanti cavalli da preparare per la Piazza a scuderia.
Laura Valdesi da La Nazione
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I nostri fantini - Pagina 2 Empty •C'ERA UNA VOLTA CANAPETTA, IL FANTINO DAGLI OCCHI DI GHIACCIO

Messaggio  jabru Sab Ott 26, 2019 6:37 pm

"Ricordi di Palio" celebra lo sfortunato Antonio Trinetti con un documentario di Michele Fiorini

Canapetta Ricordi di Palio

Se dalla piccola Allumiere fosse sceso nella grande Capitale, Antonio Trinetti avrebbe forse potuto tentare la carriera cinematografica. Cinecittà era “Hollywood sul Tevere”, alla fine degli anni Cinquanta, e gli occhi di ghiaccio di quel bel ragazzo nato e cresciuto sui Monti della Tolfa di sicuro non sarebbero passati inosservati a qualche regista in cerca di nuovi volti da lanciare, Antonio Trinetti però era una persona timida, introversa, e l’unico set sul quale si trovava realmente a suo agio erano gli sterrati del viterbese, in sella e qualche volta in groppa ai suoi amati cavalli.
Meglio, per lui, salire verso Siena, dove pure quel grande cineasta che rispondeva al nome di Luciano Emmer un ciak d’autore glielo avrebbe, non per caso, dedicato durante il celebre “Bianco, rosso, celeste” girato nel 1962. Meglio anche per la storia del Palio, che lo rese celebre col soprannome di Canapetta e ne legò il destino, triste e beffardo nonostante le tre vittorie conseguite sul tufo, principalmente al giubbetto della Chiocciola, indossato per sette volte fra il 1966 ed il 1973 e per due volte portato al successo (l’altra era venuta prima, con il Drago, proprio nella Carriera filmata da Emmer).
Di questo, e di altro, tratta “Canapetta, occhi di ghiaccio”, il nuovo documentario realizzato dal gruppo Ricordi di Palio e che porta la firma di Michele Fiorini con la collaborazione di Roberto Filiani, Francesco Zanibelli e Daniele Mario Lancia. Un lavoro realizzato fra Siena, dove sono state raccolte le testimonianze di alcuni fra quei dirigenti di Contrada (Carlo Saracini, Vito Volpi e Massimo Bianchini) che accompagnarono il percorso del fantino dentro e fuori da Piazza e le località di Tolfa e Allumiere, dove la memoria di Antonio Trinetti è ancora viva e continua a legare la popolazione locale a Siena ed alle sue Contrade, soprattutto quella della Chiocciola.
Ci sono anche i ricordi di chi con Canapetta sul Campo si batté, in senso tutt’altro che figurato, per tanti anni. Emozione e malinconia, ad esempio, traspare dalle parole di Andrea Degortes detto Aceto, soprattutto quando si ripercorrono gli ultimi, dolorosi anni di vita del “biondo di Allumiere”, riempiti da rimpianti e promesse disattese e poi tristemente sfociati nella solitudine ed in quel male oscuro da cui Antonio Trinetti non sarebbe più riuscito a risollevarsi fino alla morte. Avvenuta nel 1992, ad appena 56 anni.
Il documentario “Canapetta, occhi di ghiaccio” verrà presentato in anteprima venerdì 8 novembre nei locali della società San Marco e a seguire trasmesso da Canale 3 e condiviso sui canali social di Ricordi di Palio.
Matteo Tasso da OKSiena
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I nostri fantini - Pagina 2 Empty Gingillo scatenato, vince la finalissima in go kart

Messaggio  jabru Lun Ott 28, 2019 8:14 pm

Siena, 28 ottobre 2019 - Se il buondì si vede dal mattino, tenete d’occhio Gingillo. Nella sfida sui go kart fra fantini è salito sul terzo gradino del podio – primo Brigante, secondo Brio – ma nella super finale che chiudeva ieri la manifestazione organizzata dalla Lilt a Casetta è stato lui a trionfare. Sbaragliando la concorrenza di capitani, barbareschi e vecchie glorie del Palio. Ovviamente dei colleghi.

Gingillo si è ben presto portato al comando trionfando davanti a Landi (categoria Legend) e a Brio, terzo. Per la cronaca Brigante è quarto, Ermini quinto, quindi Pera, Pinzi, Corbelli, Rossi, Pasqui, Becatti, Venturi, Donati, Ciani e Bruni. «Penso a Giuseppe e a rivincere – aveva detto il trionfatore prima di mettersi al volante riferendosi al Palio –, quanto alla stagione 2019 ho visto qualche movimento. Me lo tengo per me e ne faccio tesoro». Erano in tantissimi ieri per l’ultima giornata di sfide sui go kart per beneficenza. Spirito goliardico e relax fra le dirigenze, anche se a tenere banco era l’argomento Brio-Bruco.

«Cosa succede? Sarà una corsa come quando i cavalli escono dai canapi e vanno a parlare con la rincorsa. Del tipo chi arriva primo e mette la bandierina. Anche la Chiocciola è sempre andata da Brio ma non mi illudo», commenta il capitano di San Marco Stefano Maggi. «Sarà più libero di fare le sue scelte pur conservando un ottimo rapporto con il Bruco – è la lettura di Marco Lorenzini, capitano dell’Aquila –; per quanto ci riguarda avevamo un buon rapporto prima con lui e continuiamo ad averlo». Non è mancato lo spettacolo in pista. A partire dall’esibizione nel circuito di Casetta di Giandomenico Basso, campione europeo di rally e che ora guida la classifica italiana. Sgommate, curve e testacoda con a bordo il comandante della polizia municipale di Siena Cesare Rinaldi. A prendere il suo posto per provare il brivido è stato poi il fantino Veleno. Per quanto riguarda i vincitori delle singole categorie, oltre alla super finale vinta da Gingillo, Donati ha conquistato quella dei barbareschi, Pera dei capitani (anche se è mangino), Landi (legend) e Brigante (fantini).
La.Valde. da La Nazione
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I nostri fantini - Pagina 2 Empty L’11 dicembre la premiazione della “Classifica fantini”

Messaggio  jabru Lun Nov 25, 2019 9:16 pm

Mercoledì 11 dicembre019, presso il Ristorante San Desiderio, in Piazza L. Bonelli 2 a Siena, si terrà la premiazione della quarta edizione della “Classifica Fantini”, competizione nata grazie all’idea della Voce del Palio, il giornale online sul Palio di Siena e tutti i Palii italiani, nato nel marzo del 2016.

Come lo scorso anno state conteggiate le vittorie di tutte le corse a pelo, considerando tutti i circuiti (Asti, Fucecchio, Monticiano, Pian delle Fornaci, Monteroni d’Arbia) e le vittorie nei Palii.



Per il terzo anno consecutivo con 23 punti è stato Adrian Topalli che si è classificato in prima posizione. Al secondo posto si è classificato Gavino Sanna con 13 punti ed infine al terzo posto Dino Pes detto Velluto (vincitore della prima edizione del 2016) a quota 10. I tre fantini verranno premiati in occasione della cena al Ristorante San Desiderio.

Come in occasione delle tre passate edizioni l’evento sarà seguito dalle telecamere di Siena Tv con uno speciale che andrà in onda venerdì 13 dicembre alle ore 22,45.
ilcittadinoonline
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I nostri fantini - Pagina 2 Empty Topalli si conferma miglior fantino di tutti i Palii d'Italia ma non trova spazio in piazza del Campo

Messaggio  jabru Mar Nov 26, 2019 7:51 pm

Si ripresenta il paradosso di Adrian Topalli, il fantino di origine albanese che dimostra il proprio valore ovunque, ma non trova spazio in piazza del Campo. Il sito specializzato La Voce del Palio, mercoledì 11 dicembre, lo premierà per il terzo anno consecutivo come vincitore della “Classifica fantini”, la competizione che conteggia le vittorie riportate in tutte le corse a pelo di tutti i circuiti (Asti, Fucecchio, Monticiano, Pian delle Fornaci, Monteroni d'Arbia) e quelle riportate nei Palii. Topalli si è imposto mettendo insieme 23 punti, al secondo posto si è classificato Gavino Sanna con 13, terzo Dino Pes detto Velluto con 10.
Corriere di Siena
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I nostri fantini - Pagina 2 Empty •IL "PICCOLO GRANDE" ERCOLINO RIVIVE NEI RICORDI DI PALIO

Messaggio  jabru Mer Dic 04, 2019 7:20 pm

Tutto si può dire meno che ad Adolfo Manzi, fantino di Piazza negli anni Settanta e Ottanta, mancasse il mestiere. La scuola delle Capannelle lo aveva forgiato fino a diventare uno fra i migliori allievi fantini d’Italia e al momento di affacciarsi sul tufo quel mestiere si era subito rivelato un valore aggiunto: poco più che esordiente, vestendo il giubbetto dell’Aquila e col nome di battesimo Ercolino, il ragazzo nato nella borgata pasoliniana del Pigneto si era lanciato in una folle volata di testa per quasi tre giri, ricevendo da Panezio la ricompensa del successo anche dopo la sfortunata caduta occorsagli all’ultimo San Martino.
Era l’agosto del Settantatre ed a Siena iniziava il viaggio di Adolfo Manzi. Un viaggio meno lungo rispetto a quello di altri suoi colleghi ma comunque intenso, per un fantino che il mestiere, appunto, avrebbe sempre saputo metterlo bene in vista. Sia che si trattasse di cercare la vittoria, sfuggita in circostanze sfortunate nelle Carriere corse in groppa a Rucola, Lucianella, Rimini, Quebel e riacciuffata qualche anno dopo (1981) sopra lo sconosciuto e malandato Balente per il Nicchio in un Palio, a suo modo, storico, sia che i “compiti di scuderia” prevedessero altro. Ad esempio l’estenuante opposizione ai danni di Bazzino e dello stesso Balente (divenuto, nel frattempo, un barbero da Palio) durante una mossa tutta incentrata sul duello Tartuca-Chiocciola: un compito da stopper interpretato alla perfezione da Ercolino, con decisione ma senza quei gesti plateali che mani molto meno educate dal mestiere avrebbero compiuto in anni più vicini ai giorni nostri.
Per la Piazza e per il Palio, Adolfo Manzi è stato un “piccolo grande uomo”, titolo azzeccato che Michele Fiorini ha dato all’intervista realizzata assieme al fantino romano per Ricordi di Palio. Puntata che andrà in onda su Canale 3 sabato 7 dicembre alle ore 21.
Matteo Tasso da OKSiena

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I nostri fantini - Pagina 2 Empty il ritorno di Virginio Zedde

Messaggio  jabru Sab Dic 07, 2019 7:37 pm


Il fantino monterà a Buti Vanadio da Clodia. 'Felicissimo dell'opportunità'

di GABRIELE VOLTOLINI


Siena, 7 dicembre 2019 - Dopo qualche apparizione in provincia ed alcune corse in giro in giro per l’Italia, torna definitivamente in pista Virginio Zedde. Il maggiore dei fratelli Zedde correrà a Buti il prossimo 19 gennaio il primo palio dell’annata 2020. Virginio indosserà i colori di San Nicolao con il cavallo Vanadio da Clodia, ottimo soggetto proveniente dalla florida scuderia dei Da Clodia di Massimiliano Narduzzi ad Anguillara, già visto lo scorso anno ad Asti.

«Sono felicissimo di questa nuova opportunità - ha detto Lo Zedde - perché mi consente di rientrare nel giro dopo qualche anno di assenza. Il cavallo è ottimo e la scelta della contrada è ricaduta su di lui proprio per le grandi qualità di cui dispone. L’ho già provato una volta e nelle prossime settimane aumenteremo il lavoro, ma sono convinto che la scelta è quella giusta». Il rientro di Virginio Zedde a Buti potrebbe aprire al fantino anche la strada di Fucecchio, dove ha vinto 2 palii e conquistato diverse finali. «Certo non rientro a Buti per fare una giratina - ha commentato Virginio - e so che mi aspetta un bel palio perché la nostra rivale San Rocco è molto competitiva con un cavallo forte come Ribelle da Clodia e Silvano Mulas».

Molto soddisfatto della scelta dell’accoppiata il capitano del rione San Nicolao Simone Filippi che ha messo sul piatto della bilancia le motivazioni dello Zedde, ormai cittadino adottivo di Buti visto che li risiede con la famiglia. Scelta di primo livello anche per quanto riguarda il cavallo, che dopo il palio di Asti dello scorso anno non è stato spremuto troppo, seguendo un giusto percorso che lo ha portato ad acquisire una certa esperienza nonostante l’età.

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I nostri fantini - Pagina 2 Empty TRUCIOLO

Messaggio  jabru Ven Dic 13, 2019 6:37 pm

La breve carriera di Piazza di Mario Cottone ed il suo exploit dell’86.



Uno dei fantini che pur avendo avuto una breve carriera sul tufo è rimasto nelle menti dei contradaioli è senz’altro Mario Cottone detto Truciolo, riuscito a compiere una delle imprese più clamorose degli ultimi decenni. Nato in Sicilia ma trasferitosi fin da piccolo nell’astigiano, Mario Cottone approda a Siena nell’agosto 1983, quando debutta nella batterie della tratta su Paperino. Dopo la vittoria a Legnano dell’anno successivo, anche le dirigenze senesi si accorgono di lui, e fu la Pantera, nell’agosto 1984 a farlo debuttare su Diciosu de Zamaglia, assegnandogli il simpatico soprannome di Truciolo, vista la sua folta e riccia chioma bionda. Il debutto di Truciolo fu però di breve durata e si interruppe al primo Casato quando cadde assieme ad altre contrade. Il 1985 di Cottone fu avaro di soddisfazioni, ma la stupenda vittoria ad Asti con tanto di sorpasso decisivo e frustate ad Aceto, lo fece avvicinare alla Giraffa, contrada con la quale ebbe un bel sodalizio e che, alla prima occasione utile, gli affidò il giubbetto. Nell’agosto 1986 arrivò in Via delle Vergini il “mini cavallo” Fenosu, considerato una gran davanti ai vari Vipera, Figaro, Brandano, presenti in quel lotto, ma che alla resa dei conti, si dimostrò un fenomeno. Il piccolo Fenosu riuscì ad uscire primo dai canapi, nonostante la presenza accanto di Falchino nel Bruco (allora le due contrade erano ancora rivali) e, nel corso dei tre giri, respinse tutti gli attacchi che gli vennero portati da Brandano nella Lupa con Aceto (che cadde al secondo passaggio alla mossa urtando il colonnino), e da Vipera con Cianchino nella Torre, che per ben due volte, tra l’ultimo San Martino ed il Casato, fu parata da Truciolo, che trovò così il miglior modo per festeggiare il suo ventiseiesimo compleanno, essendo nato il 2 luglio 1960. Il rapporto con la Giraffa proseguì anche per lo straordinario di settembre su Amore, ma il colonnino del Casato respinse i sogni giraffini di cappotto, e la corsa di Truciolo si interruppe successivamente sul tufo al secondo San Martino. Nel luglio ’87 lo ritroviamo in Giraffa sulla modesta Marilù, in un Palio iniziato male con la caduta al canape per la seconda prova, proseguito con un problema alla cavalla che fu costretta a saltare le restanti prove e terminato con una corsa nelle retrovie. Nel luglio successivo, la Giraffa, che ebbe in sorte il poco quotato Italicu, decise di girarlo alla Civetta per farlo montare sul più blasonato Figaro, ma la corsa di Truciolo, presentatosi con una innovativa capigliatura mora, fu incolore e poco gradita dai civettini; mitiche, a tal proposito, sono le immagini di un documentario inglese nel quale si vedono i contradaioli della Civetta manifestare con modi poco amichevoli la loro insoddisfazione per la prestazione del Cottone che, dopo alcuni minuti di “sofferenze”, riuscì a trovare un comodo riparo sotto i palchi. Incolore fu anche la carriera dell’agosto successivo, sempre nella Giraffa, su Sole Rosso. L’ultimo Palio di Truciolo fu nel luglio 1989, nella Chiocciola con Galleggiante. Le speranze di San Marco, che crescevano prova dopo prova, si spensero al canape, quando Truciolo fu chiamato di rincorsa, e la caduta al secondo San Martino, quando era lontano dalla testa, pose fine, dopo sole 7 carriere disputate ed una vittoria, alla carriera piazzaiola di Mario Cottone. Per un po’ di tempo Truciolo si allontanò dall’ambiente senese, per poi essere richiamato dalla Pantera nell’agosto 1996, per disputare due prove con il compito di“curare” Massimino nell’Aquila, ma alla fine la dirigenza panterina optò per la monta di Spirito. L’ultima apparizione di Truciolo sul tufo è datata 12 agosto 1999 quando, per le prove di notte, montò la cavalla Montea.

Davide Donnini da OKISiena
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Messaggio  jabru Lun Dic 16, 2019 8:13 pm

Siena, 16 dicembre 2019 - «Una bella soddisfazione. Ribelle da Clodia è un ottimo cavallo. Ora abbiamo vinto il Galà internazionale dell’anglo-arabo a San Rossore, a gennaio ci riproveremo al palio di Buti dove corriamo per i colori di San Rocco che ha colto due successi consecutivi. Non sarà facile conquistare il terzo ma le condizioni per fare bene ci sono". Soddisfatto Silvano Mulas per il prestigioso trionfo di ieri nella splendida cornice di San Rossore a Pisa, grazie all’evento organizzato dall'Associazione tutta 'made in Siena' che si sta dedicando alla valorizzazione dell’anglo arabo, presieduta da Luigi Carli.

"Vorremmo attirare maggiormente l’attenzione sulle corse dedicate all’anglo-arabo, provando ad ottenerne di più e con premi più importanti", il proposito dell’organizzazione. Che ci sta riuscendo visto le due corse inserite nella giornata a Pisa. La prima, la ‘Confederazione internazionale dell’anglo-arabo’, è stata conquistata dal bravo Salvatore Sulas su Silbomba che è di Massimiliano Narduzzi come Ribelle da Clodia. Quest'ultimo, come si ricorderà, con Dino Pes a settembre ha rotto il digiuno di 42 anni del rione Cattedrale nell'ultimo palio di Asti.

"Bello vedere persone che vengono appositamente e creano eventi del genere per fa correre i mezzosangue, arricchendo il settore. Non solo. Da quello che ho visto ieri si sta creando anche una bella sinergia anche con gli addetti ai lavori sardi", sottolinea Mulas. Che alla domanda se pensa di tornare a Siena ribatte: "Per adesso no, però se mi dovesse capitare qualcosa di positivo sono prontissimo".
La.Valde. nda La Nazione
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I nostri fantini - Pagina 2 Empty Gingillo: "Sono tornato e ho fame di Palio"

Messaggio  jabru Mar Gen 07, 2020 8:47 pm

Siena, 7 gennaio 2020 - «Com’era l’umore un anno fa? Ad agosto avevo vinto, quindi buono. Prima la squalifica era stata dura da accettare, sia chiaro. Comunque nel complesso il 2019 l’ho trascorso bene anche se i mesi del Palio quando non ci sei non passano mai. Il 17 agosto per me era già Capodanno". Gingillo, tre Carriere conquistate, pensa al 2020 mettendosi alle spalle le fasi difficili.


L’insegnamento tratto dal 2019?
"Quando corri ‘giochi, anche se puoi vincere o perdere. Da fuori mi sono limitato ad osservare i colleghi ed il comportamento di certe dirigenze. E’ risultato utile per avere una situazione chiara nell’inverno".


Gingillo sa insomma su chi può contare o meno da subito.
"Sì ma, in realtà, conto su tutti. E’ il mio lavoro. Chi viene e dà fiducia vedrà la porta aperta. Chiaro tuttavia che le Contrade che sono state presenti te le ritrovi più ‘forti’ già adesso".


Restiamo all’anno appena concluso senza correre in Piazza: devi ringraziare qualcuno?
"I dirigenti che hanno creduto in me già prima della vittoria e che mi hanno dato la possibilità di provarci. Ringrazio Federica (la futura moglie, ndr) che mi è stata accanto e mi ha fatto passare l’annata molto meglio del previsto".


Tre big famelici – Tittia, Scompiglio e Brio – ma anche Gingillo non scherza.
"Io lo sono anche più di loro. Ci ho messo anni a rivincere il Palio. La fame è intatta. Mi trovo in una situazione ottimale: sono contento e ho diverse Contrade che mi seguono. Si è aperto un bel panorama dopo il successo nella Lupa e intendo sfruttare il momento. Tra l’altro ho un’esperienza che anni fa non possedevo, né intendo commettere errori che magari in passato posso aver compiuto sulla gestione".


Sarà dunque una bella ‘guerra’ a luglio in Piazza.
"Una battaglia dove vince uno e basta".


Scompiglio ha perso per un soffio a luglio 2019, Brio per una narice ad agosto: è dura da mandare giù.
"Se perdi può essere di una narice o anche di mezzo giro, il risultato è lo stesso. Chiaro che quando accade come negli ultimi Palii brucia ma vuol dire che hai la coscienza in regola avendo dato il massimo".


Parliamo di cavalli: Remorex va preso?
"Sì, sì... i cavalli buoni vanno messi dentro sempre. Comunque è presto per parlare di questo argomento".


Anche Tottugoddu viene guardato con grande attenzione.
"Si è comportato bene al debutto, meritava di entrare nel lotto".


Qualche allievo a scuderia?
"Da me c’era e resta Giovanni Puddu. Farà la provincia".


Riavvicinamento di Gingillo al Bruco visto che Brio non è più fantino di Contrada?
"Normale che fossero concentrati su di lui ma credo, comunque, che il rapporto con Andrea sia rimasto ottimo. Tuttavia se quella del Bruco è una porta aperta, ben venga. Il Palio è strano, non si sa mai quali situazioni si creano. Se c’è anche quella di via del Comune bene, come altre".


Delle Contrade che corrono di sicuro a luglio ci sono per Gingillo Valdimontone e Lupa.
"Non c’è dubbio ma devono uscirne altre sei".


Come definiresti questo Provenzano?
"In nessun modo ad ora, finché non è completo il canape".


Mossiere promosso o bocciato?
"Per me promosso, certo non mi ha danneggiato non avendo corso! Battute a parte, mi sembra che si sia comportato bene a vederlo da fuori. Lo può rifare benissimo ma decideranno i capitani".


Il più bel regalo di Natale?
"Ritrovarmi con tutta la famiglia perché siamo sempre impegnatissimi tutto l’anno".


Si sperimenta il cigno in provincia?
"Potrebbe essere da valutare, deciderà il Comune".


Cavalli francesi Gingillo ne ha sempre?

"Due sì, altrettanti li ho venduti. Ho preso qualche nome nuovo, vediamo alle visite dell’Albo cosa dicono i veterinari".

Laura Valdesi da La Nazione
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I nostri fantini - Pagina 2 Empty Stefano Piras detto Scangeo: "Tottugoddu è un gran cavallo, adatto al Palio di Siena, i big lo cercheranno"

Messaggio  jabru Mar Gen 07, 2020 8:55 pm

Stefano Piras detto Scangeo era uno dei nomi attesi per la stagione 2019 e il suo debutto, il 16 agosto nell'Aquila su Tottugoddu, conferma che le qualità ci sono. Anzi, senza l’intoppo alla mossa, le cose avrebbero potuto andare ancora meglio. "Ho riguardato quel Palio - racconta - molte volte. Ho analizzato bene tutto quello che ho fatto nei tre giri, il canape rimasto tra le zampe del cavallo ci ha fatto perdere qualche attimo prezioso nonostante la buona partenza. Tottugoddu è un soggetto adattissimo per la piazza: gran partitore, l’esperienza nell’Aquila e una stagione in più lo faranno maturare ulteriormente. Di sicuro sarà ambito dai big, è difficile che io possa montarlo di nuovo. Ringrazio il capitano Marco Lorenzini che mi ha dato l’opportunità di esordire con un cavallo del genere. In questo inverno il telefono squilla di più rispetto all'anno scorso, ma la paura di non esserci al Palio successivo ce l’hanno tutti, sempre. Per questo cerco di seminare oggi per avere qualcosa in più domani".
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I nostri fantini - Pagina 2 Empty Giovanni Atzeni detto Tittia re del Palio di Siena nel 2019

Messaggio  jabru Mar Gen 07, 2020 8:57 pm

Giovanni Atzeni detto Tittia manda in archivio un 2019 da cannibale: dopo 3 annate di digiuno totale, il fantino sardo/tedesco ha conquistato tutti e 2 i Palii lasciando solo le briciole agli altri. "A gennaio - racconta - mi sono detto di affrontare l’anno in serenità, senza l’angoscia di dover vincere per forza. Questo mi ha permesso di arrivare tranquillo al 29 giugno, tanto non c’era niente che rischiavo di perdere o di vedermi sfuggire. La vittoria nella Giraffa è stata più ragionata, d’attesa. L’avventura nella Selva l’ho invece affrontata con più spavalderia, non avevo niente da dimostrare e mi sono lasciato andare. Anche nelle annate meno fortunate ho sempre sentito la massima fiducia delle persone che mi stavano vicine. Ho creato bei rapporti con molti colleghi e con le Contrade, che mi vogliono bene, mi appoggiano e che ragionano con me su come andare avanti e fare tante altre belle cose. Mi sento apprezzato, spero che questo duri a lungo”.
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I nostri fantini - Pagina 2 Empty Luigi Bruschelli detto Trecciolino: "Ho solo una cartuccia da sparare, sarò concentrato"

Messaggio  jabru Mer Gen 08, 2020 8:29 pm

Luigi Bruschelli detto Trecciolino, il fantino del Palio più vincente ancora in attività, a luglio non ci sarà per squalifica. Questo, comunque, non ha cambiato i suoi piani d'azione. "Come tutti gli anni - spiega, - dopo le feste in cui magari uno si è lasciato un po’ andare a qualche mangiata e a qualche dolce in più, sono di nuovo al lavoro. Il fatto che salterò la prima Carriera del 2020 non influisce sulla mia preparazione, ma certo, se ci penso, mi dà un po’ fastidio, ma mi fornisce ulteriori stimoli per farmi trovare pronto ad agosto. Avrò una sola cartuccia da sparare, dovrò fare centro per forza e la concentrazione sarà altissima”.

Sulla squalifica nessuna polemica: "C’è poco da dire: noi fantini dobbiamo attenerci a un regolamento, che viene applicato e in base al quale vengono decise le varie sanzioni. Ci sta che ci scappi di stare fermi per un Palio, fa parte del nostro lavoro".

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I nostri fantini - Pagina 2 Empty Tabarre

Messaggio  jabru Mar Feb 04, 2020 9:22 pm

Ferdinando Francesco Ceppatelli, il fantino dei record che odiava le foto.



Uno dei più celebri fantini del XIX secolo fu senz’altro il volterrano Ferdinando Francesco Ceppatelli detto Tabarre, detentore di tutta una serie di record difficilmente battibili. Il curriculum di Piazza di Tabarre recita infatti undici successi conquistati nell’arco di soli otto anni, con due cappotti personali, e due vittorie conquistate nell’arco di sole 24 ore!

Come detto, il periodo d’oro di Tabarre, che debuttò nel 1885 per il Bruco, fu nell’ottennio 1888/1895, quando conquistò 11 vittorie su 15 carriere disputate, risultando l’assoluto dominatore della Piazza. Il primo trionfo fu nel luglio 1888 nella Chiocciola su Gemma, cavalla che portò poi al successo, sebbene vistosamente claudicante, anche nel luglio 1889 per la Tartuca, al termine di una carriera rocambolesca fatta di nerbate e sorpassi a ripetizione, l’ultimo dei quali ai danni di Pirrino della Chiocciola. Nel 1890 ecco arrivare il primo cappotto personale, grazie a due carriere dominate dal primo all’ultimo metro, a luglio con Prete e ad agosto con Farfallina, in entrambe le occasioni per il Drago (unico cappotto in assoluto per la contrada di Camporegio). Con Farfallina, Tabarre comporrà un’accoppiata fenomenale che si imporrà sia il 16 agosto 1891 nella Tartuca in una corsa senza contrasti, che il giorno successivo nell’Oca nel Palio alla romana battendo in finale il Moro nel Nicchio e Massimino nella Chiocciola, eguagliando così il record di due vittorie in due giorni realizzato da Strega nel 1712. E sempre per Fontebranda, Tabarre conquistò il cencio nell’agosto 1892. Le prime due carriere del 1893 (quella del 28 maggio e quella di luglio) fecero registrare un piccolo passaggio a vuoto nella carriera del Ceppatelli, anche a causa di danneggiamenti vari da parte di alcuni colleghi che sembravano non gradire la sua egemonia, ma dall’agosto successivo, Tabarre si rifarà con gli interessi, realizzando il suo secondo poker consecutivo, iniziando dalla Torre, per la quale vinse una carriera ricca di imprevisti, come quello dell’ultimo S. Martino quando lo scosso del Montone fermo nel mezzo alla pista, colpì Tabarre con una coppiola che, pur non facendolo cadere, gli provocò una profonda ferita. Nel luglio 1894, arrivò la terza vittoria per il Drago ed in questa occasione il Ceppatelli dovette evitare ostacoli esterni, sottoforma di uno scudo lanciatogli addosso da Ludovico Brocchi, un monturato della Torre, a seguito di screzi tra il fantino ed i torraioli la sera della prova generale. Ad agosto invece, montando Angioluse nell’Istrice, Tabarre cadde a S. Martino per una mossa falsa, si fratturò una gamba ma, sfidando il lancinante dolore, rimontò a cavallo e vinse agevolmente il suo decimo Palio. Nel luglio 1895 l’ultima vittoria per la Torre su Otello, al termine di una grande rimonta culminata con il sorpasso decisivo all’ultimo Casato sul Nicchio. Da quel momento, la stella di Francesco Ceppatelli si spense pian piano: Tabarre corse infatti fino al 1904, per poi ricomparire, per l’ultima volta, nell’agosto 1908 nell’Istrice, terminando ingloriosamente la sua strepitosa carriera con una caduta alla mossa.

Concludiamo con una curiosità: nonostante la sua notorietà, sembra che Tabarre non amasse affatto farsi fotografare, tant’è che di lui esiste solo la foto sbiadita che vedete all’inizio di questo articolo, realizzata con la comparsa della Tartuca, a seguito della vittoria del 1891.

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I nostri fantini - Pagina 2 Empty Storie d'amore del Palio: Gingillo e Federica, nozze prima di Provenzano

Messaggio  jabru Ven Feb 07, 2020 8:32 pm

Una storia da favola quella fra Giuseppe Zedde, classe 1982, e la modella che nel 2011 ha anche conquistato il titolo di Miss Roma e adesso è fitting model per Gucci. La prima volta di Federica al suo fianco, in Piazza, nel 2017, non era certo passata inosservata. Ma soltanto all’inizio del 2018 la prima intervista mano nella mano, le foto. "Per rompere il ghiaccio mi chiese se poteva aiutarmi con i cavalli, sono appassionata. Papà ha un allevamento e da piccola mi portava al Palio", svela la miss di Allumiere che, da quando è entrata nella vita di Gingillo, ha portato un tocco di classe ma anche tanta serenità. Quella che, forse, gli serviva per sfatare il tabù del successo che non arrivava dalla vittoria del luglio 2009 nella Tartuca. "Sono una grande motivatrice", le parole di Federica quando era ancora lontano il ‘volo’ di Gingillo su Porto Alabe per l’Assunta 2018. La Carriera del riscatto. "Ne parlavamo con lui prima del Palio... ‘Perché non ci sposiamo, se vinco’, ha detto. E io ‘No, indipendentemente! Senza aspettare", aveva dichiarato in quell’occasione la bella Federica abbracciando Gingillo nella stalla della Lupa.



All’inizio avevano pensato di approfittare dello scorso anno per dire ‘sì’, visto che il fantino era squalificato. Ma preparare le nozze richiede tempo e gli impegni di lavoro, anche per la miss, sono sempre molti. Così i bene informati parlano di nozze da favola che si celebreranno sicuramente prima del Palio di Provenzano che vede già ampiamente corteggiato Gingillo. Niente viaggio di nozze, nel caso. Prima il lavoro, poi la vita privata. Non avrà certo problemi a trovare un abito da sposa da sogno, Federica Regnani, che vive nel mondo della moda. Ma lei, ancora di più il suo futuro sposo, è pignola. Perfezionista. Poi giurarsi amore eterno è una cosa tremendamente seria.
E allora, dopo il sì nel 2019 di Brio e Ilaria, quello di Carburo e Anna, prepariamoci ai fiori d’arancio di inizio estate per Gingillo e Federica in una delle location più belle della nostra provincia.

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I nostri fantini - Pagina 2 Empty Da Gucci al Palio di Siena, la top model Federica sposa il fantino Zedde

Messaggio  jabru Ven Feb 07, 2020 8:35 pm

Giuseppe Zedde e Federica Regnani si sposano. L'annuncio già pubblicato all'albo pretorio e sussurrato al Corriere di Siena nella rubrica "Terra e Gusto" vedrà il fantino del Palio di Siena e la modella di Gucci e Valentino unirsi prima della Carriera di Provenzano.

Federica Regnani è una di quei non senesi che subito, sin da bambini, si innamorano del Palio e quindi anche della città di Siena. Per lei, che è nata ad Allumiere nella provincia di Roma, è stato proprio così, ed in lei si è accesa in questo senso una passione già in tenerissima età. “Da quando ero piccolissima – dice – ho apprezzato tantissimo il Palio e anche la bellezza della città di Siena. Ricordo benissimo la prima volta che vidi la corsa in Piazza del Campo, era il 2003 e vinse la Selva con Antonio Villella detto Sgaibarre su Zodiach”. Nel 2003 Federica Regnani aveva appena dieci anni. Era una bambina e ciò che vide a Siena in quei giorni della Carriera di luglio fece crescere ancora di più dentro di lei quella passione che già nutriva per la Festa senese. Da allora sono passati diciassette anni, Federica Regnani è ormai diventata una donna. La passione per i cavalli e per il Palio non è certo svanita, anzi nel tempo è addirittura cresciuta. Oggi lei è una modella che lavora in tutta Europa, lavora per Gucci e ha lavorato per l’azienda Valentino. Il connubio e il legame con Siena si sono tuttavia fatti ancora più forti anche per una motivazione sentimentale, dato che da alcuni anni Federica Regnani è fidanzata con Giuseppe Zedde detto Gingillo, fantino vincitore di tre Palii nella conchiglia senese. L’ultima sua vittoria è dell’agosto 2018 quando montò Porto Alabe nella Lupa; all’epoca Federica e Giuseppe erano già fidanzati e la modella seguì la corsa in palco in Piazza del Campo, fremendo ed emozionandosi per il trionfo dell’uomo che ama.

Federica Regnani, cosa apprezza della città di Siena?

“E’ una città bellissima. Apprezzo anche il modo in cui è strutturata, è un luogo tranquillo, dove si può camminare senza problemi per le vie del centro storico. Io e Giuseppe non frequentiamo tantissimo il centro, ma appena possiamo siamo molto contenti di poter fare una piacevole camminata sulle lastre. Di posti bellissimi a Siena e nella sua provincia ce ne sono tantissimi. Il Duomo è favoloso, ricordo con tanta emozione l’uscita dalla cattedrale dopo il Palio nell’agosto del 2018. E poi ovviamente penso che la campagna senese sia fantastica, mi piace visitare a cavallo tanti luoghi e sentieri”.

Cosa ricorda delle sue prime visite, da bambina, nella città di Siena?

“Ero amante dei cavalli e quindi venivo a Siena proprio per vedere i cavalli. Il mio sogno era quello di comprarne uno, magari non giovanissimo, da poter tenere”.

Le piacciono anche i prodotti enogastronomici tipici del territorio?

“Certamente. Apprezzo particolarmente i pici cacio e pepe ma in generale mangio di tutto. I salumi toscani sono fantastici, così come i crostini”.

Quali emozioni le restano della vittoria di Giuseppe Zedde nel Palio dell’agosto 2018?

“Ero in palco, e per un quarto d’ora rimasi come intontita senza rendermi effettivamente conto di quello che era successo. Non capivo niente, ero veramente incredula. Durante la corsa ricordo che parlavo da sola, sperando che Giuseppe ce la facesse a mantenere la testa fino alla fine della corsa”.

Da non senese cosa l’ha fatta innamorare del Palio?

“Ho sempre amato i cavalli. Adesso il mondo del Palio lo vedo ovviamente molto più da vicino. Vedo quanto amorevolmente vengono trattati i cavalli nelle scuderie, hanno cure e tutto ciò di cui hanno più bisogno. E’ una realtà fantastica”.
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I nostri fantini - Pagina 2 Empty AMARANTO URBNANI, IL FANTINO GENEROSO

Messaggio  jabru Lun Feb 17, 2020 9:41 pm

Il suo curriculum paliesco parla di 25 carriere disputate e nessuna vittoria, ma non c’è dubbio che Amaranto Urbani detto Boccaccia, ma conosciuto da tutti i senesi semplicemente come Amaranto, si sia guadagnato un posto nella storia della nostra festa. Il suo debutto in Piazza avvenne nel luglio 1932 nella Giraffa su Wally e, prima dell’interruzione per la guerra, egli disputò 7 Palii, dimostrando sempre le sue grandi doti di cavallerizzo e sfiorando il successo in entrambe le carriere del ’36, a luglio nella Chiocciola su Melisenda e ad agosto nel Nicchio sul grande Folco. Alla ripresa del Palio dopo la fine delle ostilità, Amaranto fu protagonista di uno degli episodi più clamorosi mai visti sul Campo. Nel Palio della Pace, per ben due volte riuscì, con Elis per la Tartuca, a partire primo dai canapi, ma fu sempre fermato dallo scoppio del mortaretto, cosa che indispettì fortemente i tartuchini che, come segno di estrema protesta, ritirarono il proprio barbero dalla Piazza. Nel 1946 iniziò un breve ma sfortunato sodalizio con l’Oca: a luglio, con Folco, fu ancora fermato da un mortaretto galeotto azionato dal mortarettaio montonaiolo Ragno che aveva visto la sua contrada in difficoltà. Nella seconda mossa, Amaranto riuscì lo stesso ad uscire primo, ma i suoi sogni di gloria finirono a San Martino. Ad agosto, su Salomè, mantenne la testa per un giro intero, ma poi dovette cedere di fronte alla freschezza del giovane rampante Ciancone, che conseguì il suo primo trionfo. Nello straordinario di maggio ’47, il suo spunto dalla rincorsa su Cesarino fu impressionante, ma gli anteriori del forte purosangue cedettero di schianto nell’affrontare a forte velocità il primo San Martino. Non passarono nemmeno due mesi che Amaranto dovette “accontentarsi” dell’ennesimo secondo posto, di nuovo alle spalle del Gentili. Il 1949, quello che poteva essere l’anno buono, portò al fantino laziale solo delusioni: a luglio nel Bruco su Mistero provò ripetutamente, ma senza successo, a superare Bazza nella Chiocciola, ad agosto, ancora su Mistero, stavolta nella Torre, fu fermato solo dalla sfortuna e dalla determinazione dell’Arzilli nella Civetta. Alla soglia delle 20 presenze, i senesi, forse ingenerosamente, cominciarono a giudicare Amaranto come un debole, uno che si scioglieva quando c’era da fare sul serio. La sua carriera era così al tramonto, ma la sfortuna volle comunque metterci lo zampino per l’ultima volta nell’agosto 1952, quando Amaranto, ancora nel Bruco, su Miramare, cadde al canape la sera del Palio, si infortunò, e con una decisione che proocherà anche fondamentali modifiche regolamentari, fu sostituito da Falchetto che correva, solo per onor di firma, vista la menomazione del proprio barbero, nella Chiocciola.

La sua ultima presenza sul tufo è datata 16 agosto 1953, nella Civetta su Sayda. Tre anni dopo, Amaranto Urbani, il fantino generoso, morì vinto da una malattia incurabile, a soli 44 anni.

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I nostri fantini - Pagina 2 Empty Coghe frena: "Si parla troppo di Tottugoddu"

Messaggio  jabru Lun Mar 02, 2020 8:46 pm

- Volto coperto di fango. Tanto da non riuscire neppure a vedere. Ma la solita voglia di scherzare: ‘Vieni qua che ti abbraccio’. Andrea Coghe ha appena corso con Lauretta mia la sesta batteria a Pian delle Fornaci. E inizia la nuova stagione facendo tesoro degli errori compiuti per tornare a lasciare il segno.


Prima giornata di corse...
"E piove! Prevedibile, sennò non era bello (ride, ndr )".



Che inverno è stato per Coghe?
" I primi due mesi di riflessione, di analisi di come era andato il 2019. E poi la conclusione che l’esperienza è la somma degli errori fatti. Direi che nel 2019 ne ho fatto tanta... di esperienza".



Le dirigenze di Contrada cosa ne hanno pensato?
"Hanno sottolineato alcuni errori che avevo commesso. C’è chi è riuscito anche ad apprezzare determinate cose, chi invece è stato un pochino più duro".



Te ne hanno dette, insomma.
"Sì, in questo senso. Comunque sempre meno di quelle che io stesso pensavo di me stesso".



Cavalli: Lauretta è ormai molto esperta. Che c’è di nuovo in scuderia?
"A parte lei e Tottugoddu (ha corso nell’Aquila, ndr ) gli altri che correranno in provincia sono appunto nuovi. Vediamo se e come si adattano. Mi piace aspettare prima di metterli in gioco, da sempre. Non intendo bruciarli".




Hai detto il nome fatidico: Tottugoddu. C’è un grandissimo interesse intorno a questo mezzosangue.
"Sono interessati, è vero. Non posso negare. Quando con le Contrade si parla dei cavalli, dopo Remorex, Tale e quale e Violenta da Clodia viene messo Tottugoddu. Per come lo conosco è un soggetto che può vincere il Palio ma il rischio è che a Siena si tende a fare troppa pubblicità, sia nel bene che nel male, ai cavalli. Ci vuole la giusta misura. Guarda, mi sembra che sia già troppo chiacchierato. Vero che ha fatto un grande debutto, è stato montato bene. Ma deve avere il tempo per l’esperienza".



Ingaggi sicuri quest’anno?
"Nessuno!"



Come mai?
"Si vede che non mi considerano. L’unica porta aperta è Fucecchio perché qui non si sa niente fino all’ultimo".



Quattro Contrade a luglio.
"Ne devono uscire ancora sei... Lavoro, mi preparo: ho sbagliato un’annata, la seconda no".



Con l’Istrice come va?
"Nel periodo iniziale qualche discussione c’è stata. Battibecco con mia moglie, figurati se non ci può stare con una dirigenza che ti dà fiducia. Però ora siamo tranquilli: è una delle Contrade che è venuta a trovarmi più spesso nell’inverno, nonostante il Palio sia andato male"
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I nostri fantini - Pagina 2 Empty Gingillo: "E' dura non poter correre il Palio di Siena per un anno ma il peggio è passe sono motivato"ato

Messaggio  jabru Lun Mar 02, 2020 8:49 pm




Giuseppe Zedde scalpita per tornare sul tufo. Dopo aver trionfato nel Palio del 16 agosto 2018 nella Lupa con Porto Alabe e aver preso parte allo straordinario di ottobre con il giubbetto dell'Oca, Gingillo ha dovuto affrontare un anno alla finestra per squalifica. Il 2019, però, è alle spalle, e ora il suo è di nuovo uno dei nomi più desiderati dalle dirigenze di contrada. “Io ho tantissima voglia - sottolinea il fantino 3 volte vittorioso. - Non fa piacere non poter correre il Palio di Siena, e quando sei squalificato ti scoccia, non sei felice se ti tocca rimanere a guardare gli altri che corrono. Tuttavia il peggio è passato, e sono ancora qua. Alla fine dopo l'ultima Carriera dell'Assunta, tutti hanno spostato gli obiettivi su quella di Provenzano del 2020. Io in questo lasso di tempo ho cercato di fare le cose come dovevano essere fatte e di lavorare al meglio. Sono contento, ci sono dirigenze che mi sono vicine e correre in Piazza del Campo mi è davvero mancato”.

Per approfondire, ecco il filmato dell'ultima vittoria di Gingillo
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