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I nostri fantini

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I nostri fantini - Pagina 3 Empty Scompiglio: "Phatos è andato in pensione. Nelle scelte privilegio le contrade più vicine a me"

Messaggio  jabru Sab Mar 07, 2020 8:28 pm

Jonatan Bartoletti è ormai da anni uno dei fantini migliori del Palio di Siena e adesso, a 38 anni, ha ancora più voglia di imporsi ogni volta che va al canape. "Non è mai semplice arrivare primi al bandierino - chiarisce. - Per riuscirci tante cose devono andare nella maniera migliore. Comunque io corro sempre per vincere, dando il massimo per rispettare il giubbetto che indosso. Questo mi permette di consolidare i rapporti, una cosa fondamentale al momento di fare le scelte. E' ovvio che io cerchi di montare un cavallo che reputo di qualità, però devo dire che privilegio le contrade che mi sono vicine e con le quali ho un rapporto importante”.

I nomi in cima alle liste sembrano essere quelli di Tale e Quale, Violenta da Clodia, Rocco Nice e Remorex, ma Scompiglio rimane cauto: "Sono soggetti esperti e di indubbia qualità, ma ancora c’è tutta una stagione da vivere. Vedremo quello che succederà e quali che saranno i lotti che verranno scelti dai capitani”.

Di certo non ci sarà Phatos de Ozieri: "E' andato in pensione, adesso è a Pistoia. Mi ha dato tanto in questi anni, mi ha regalato delle belle emozioni. Rocco Ro, invece, si sta allenando, sta bene e farà tutto il circuito di corse in provincia. Ho anche cavalli nuovi, alcuni dei quali di 4 anni. In scuderia c’è un po’ di ricambio generazionale per poter avere materiale interessante anche per i prossimi anni. Ovviamente bisognerà vedere come vengono avanti, come maturano e migliorano”.
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I nostri fantini - Pagina 3 Empty Bighino: "Dopo un anno fermo spero di rientrare, è stato un inverno ricco di contatti"

Messaggio  jabru Lun Mar 09, 2020 7:39 pm

Valter Pusceddu, nel 2019, non ha trovato spazio al canape in piazza del Campo pur essendosi distinto un po' ovunque in Italia. “Non mollo il Palio di Siena - commenta con grinta - e quest'anno spero di rientrare. Ho esperienza e tanta voglia di fare, cerco di continuare sulla mia strada, questo è il mio lavoro. Ho buoni rapporti, sono contento anche di come sono andate le cose durante l'inverno. Ci sono stati incontri, forse anche più di quanto mi potessi aspettare". Perché, dopo lo Straordinario nella Lupa con Schietta (durato solo fino al primo San Martino), nessuno l'anno scorso ha offerto un giubbetto a Bighino? "A luglio sono proprio rimasto fuori, ad agosto invece avrei potuto anche montare, ma ho fatto un'altra scelta e ho preferito rimandare. Spero proprio di rientrare, i contatti ci sono, anche se poi dipende dalle situazioni e dagli incroci che si realizzano. Vedremo cosa si concretizzerà al momento giusto”.
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Messaggio  jabru Sab Mar 21, 2020 9:09 pm

La breve, ma intensa carriera di Giuseppe Vivenzio.



Cinque carriere corse e due vinte; questo il curriculum di Giuseppe Vivenzio detto Peppinello, una delle tante meteore di Piazza che, al contrario di molti altri fantini, ha lasciato una traccia indelebile nella storia della nostra festa. Le prime due carriere del Vivenzio, che fece la sua prima apparizione sul tufo nella batterie del luglio 1963 su Arianna, furono trionfali. Peppinello debuttò proprio su Arianna nel luglio 1964 (quando esordì anche un certo Andrea Degortes, allora detto Penna Nera), e fu subito vittoria, in un Palio che vedeva favorite la Tartuca con Ettore e Canapino, il Nicchio con Zaffira e Tristezza e l’Oca con Selvaggia e Mezzetto. La corsa non ebbe storia e fu dominata da Peppinello che, grazie ad una partenza al fulmicotone (Arianna saltò addirittura il canape), prese la testa e condusse in scioltezza i tre giri, portando nel Drago di Kinda Barzellotti la terza vittoria consecutiva in 3 Palii corsi, eguagliando il record fatto registrare dalla stessa contrada di Camporegio tra il 1889 ed il 1890. Ad agosto, Vivenzio fece il bis in una carriera rimasta nella storia per i suoi tumultuosi eventi. Peppinello disputò la prima prova nell’Oca su Selvaggia, ma non sentiva la fiducia del popolo di Fontebranda. Così, la sera stessa, dopo la cena, il fantino riuscì ad eludere la sorveglianza degli ocaioli e si allontanò dalla contrada. Intercettato da alcuni torraioli, fu immediatamente condotto a Luriano, a casa dell’allora capitana della Torre, mentre in Fontebranda si vivevano momenti difficili, con i dirigenti che provarono in ogni modo a scendere Vittorino dal Leocorno, ma alla fine dovettero accontentarsi della monta di Bozzolo. Il momento che cambiò quel Palio fu per la provaccia quando Solitario, il fantino della Chiocciola, cadde e si infortunò seriamente, tanto da non poter disputare l’imminente carriera. Capitan Bruttini riuscì ad ottenere dalla Torre Peppinello, ma la cosa non fu gradita dai contradaioli di Fontebranda che, quando la notizia si sparse in città, si rivoltarono così ferocemente che la segnatura dei fantini fu addirittura posticipata al pomeriggio e Peppinello (che per motivi relativi alla sua incolumità, non poté neppure partecipare alle successive due cene della vittoria) fu dispensato dal presenziare sul soprallasso alla passeggiata storica. Gli ocaioli però, non potevano però sapere che il fantino che in quel momento avrebbero voluto linciare, sarebbe stato il loro salvatore. La carriera fu infatti dominata, almeno fino al terzo Casato dalla Torre con Daria e Rondone, la stessa accoppiata che difese i colori di Salicotto anche nel luglio precedente. Peppinello, che subito dopo la mossa prese un calcio proveniente dai palchi da parte del barbaresco monturato dell’Oca, cadde a S. Martino quando era quinto, ma la rimonta di Danubio fu sensazionale e si concretizzò, tra lo stupore e la rabbia dei torraioli, che addirittura sostenevano come lo scosso avesse fatto solo due giri, una volta superato l’ultimo Casato. Da quel momento, la stella di Giuseppe Vivenzio si offuscò pian piano: ritroveremo Peppinello al canape solo in altre tre occasioni, e sempre da comprimario: nel luglio 1965 nella Pantera su Gisella quando, suo malgrado, assistette alla prima vittoria di Aceto nell’Aquila, che provò, senza molto successo, ad ostacolare alla mossa, nell’agosto 1967 nell’Aquila su Pasquino e nel Palio della Luna del 1967 nel Leocorno su Braccobaldo, quando cadde al primo Casato. Nel mezzo, tante prove per Istrice, Montone, Onda, Aquila, Leocorno, Drago, sino alla sua ultima presenza, per la prima prova nel luglio 1974 per la Chiocciola su Robin Hood.

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Messaggio  jabru Sab Mar 28, 2020 9:35 pm

Una delle tante meteore del Palio degli anni ’60 fu senz’altro Mario Bissiri detto Acciuga, uno dei primi fantini sardi a calcare il tufo, che nel suo curriculum piazzaiolo può vantare un numero maggiore di Palii di squalifica subiti rispetto alle carriere effettivamente corse. Acciuga, che in precedenza aveva disputato tre prove nell’agosto 1961 nell’Aquila su Beatrice, fece il suo esordio nel luglio successivo per il Drago sull’esperta ma poco quotata Belinda, che aveva già disputato, senza infamia e senza lode, tre carriere. Il primo Palio di Acciuga non fu certamente fortunato: chiamato infatti al sesto posto al canape, egli fu quello che più di tutti subì il cambio della busta causato dall’annullamento della prima mossa. Con la busta successiva, il Drago fu chiamato di rincorsa, ed il Palio di Acciuga terminò con una caduta al primo Casato. Nell’agosto successivo, Acciuga fu scelto da Ettore Bastianini per indossare il giubbetto della Pantera, sulla modesta Marisa. Nonostante le aspettative dei panterini, la corsa del Bissiri fu anonima, ma Acciuga, come altri fantini di quel Palio, fu protagonista in tv. Durante i giorni di quel Palio infatti venne girato uno dei più bei documentari sulla festa, oggi divenuto quasi un cult tra i senesi, ovvero “Bianco, Rosso e Celeste” di Luciano Emmer, ed il giornalista, durante un’eccezionale e probabilmente irripetibile intervista ai fantini nell’Entrone prima di una prova, chiese ad Acciuga come fosse arrivato nel palio di luglio ed egli candidamente rispose “per terra!”. Mitico è poi il terzo grado fatto al Bissiri dai panterini, poco soddisfatti del suo operato (ed anche poco convinti dei suoi goffi tentativi di giustificazione), nell’immediato dopo corsa, il tutto davanti all’occhio indiscreto della cinepresa, al quale Acciuga rivelò anche di aver preso qualche schiaffo dai contradaioli poco soddisfatti.

Tutta da raccontare anche l’ultima apparizione senese di Acciuga, nel Palio di luglio 1963, con la quale, almeno in parte, riscattò le due precedenti ed incolori apparizioni. Sembra infatti che la Lupa gli avesse promesso la monta nel caso in cui la sorte avesse portato in Vallerozzi un cavallo da lui allenato. Così in effetti fu: la Lupa ebbe in sorte Belinda che, come abbiamo visto poc’anzi, Acciuga aveva già montato al debutto. Ma la contrada non mantenne la parola e, fin dalla prima prova, scelse Mezzetto. Acciuga fu allora preso dall’Istrice e motivato a dovere per fare un Palio contro l’avversaria, facendo leva sia sulla sua sicura voglia di rivalsa verso la Lupa, ma anche su certe false voci nei suoi confronti messe in giro ad arte dagli istriciaioli. Il buon Acciuga, aiutato anche dalla dea bendata che, la sera del Palio, mise accanto al canape Lupa ed Istrice, compì a pieno il suo dovere, con una plateale trattenuta alle redini di Mezzetto, gesto che, oltre a compromettere la carriera della Lupa, costò al Bissiri una lunga squalifica per quattro Palii, che segnò il suo addio definitivo alla Piazza.

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I nostri fantini - Pagina 3 Empty 2 LUGLIO 1963, NEL RICORDO DI CANAPINO

Messaggio  jabru Mar Mar 31, 2020 8:03 pm

Il 29 marzo, è stato il tredicesimo anniversario della scomparsa di Leonardo Viti detto Canapino e per ricordarlo al meglio ripercorreremo le fasi del Palio del 2 luglio 1963, prima vittoria di Leonardo, per i colori della Pantera. Canapino era uno dei grandi favoriti, montando per la contrada di Stalloreggi Eucalipto, uno dei tanti nomi dati al mitico Topolone; assieme a lui godevano dei favori del pronostico il Montone con Beatrice e Rondone e la Civetta con Arianna e Bazza, quest’ultimo di ritorno sul tufo dopo un’assenza quinquennale. La tratta, in verità, favorì pure l’Oca, con quella Elena de Mores che già aveva fatto esultare la Selva nel luglio ‘62. Ma la contrada di Fontebranda non parteciperà a quel Palio, a causa di un incidente accaduto alla cavalla durante la terza prova: Elena, che si scoprì essere cieca dall’occhio destro, e che già nella prima prova aveva mandato all’ospedale Lazzero, urtò violentemente il bandierino di San Martino, provocandosi un serio infortunio e ferendo seriamente Canapetta. Completavano il lotto dei partecipanti il Nicchio con Coraggio e Vittorino, la Lupa con Belinda e Mezzetto, l’Onda con Dubba e Lenticchia, il Leocorno con Daria e Bozzolo, l’Istrice con Gabria ed Acciuga, e l’Aquila con Zaffira ed il debuttante Antonino Pecoraro, fratello del più noto Saro detto Tristezza che, per contrapporlo al consanguineo fu ribattezzato Sorriso. La mossa del Palio fu molto complessa, anche a causa del comportamento del Bazza di rincorsa, disubbidiente di fronte ai vari richiami del mossiere Fagnani; il fantino amiatino, infatti, aveva attenzione solo per Canapino e dette la mossa, contro la volontà del Fagnani che lo intimava a fermarsi, solo quando vide la Pantera a posto. Per questi motivi, Bazza appena rientrato, subì una squalifica di sei Palii, poi ridotta a tre. Montone, dallo steccato, Pantera e Civetta furono le più veloci ad uscire dai canapi; il Nicchio, nel tentativo di ostacolare la rivale, finì con il danneggiare l’Aquila ed ambedue partirono decisamente attardate assieme alla Lupa, palesemente fermata da Acciuga che prese Belinda per le redini. Con tante contrade fuori dai giochi (Aquila, Nicchio e Lupa caddero poi a San Martino), le prime tre contrade si involarono; al primo passaggio davanti al palco delle comparse, la svolta della carriera: Canapino, sfruttando la maggior potenza e la imponente mole di Eucalipto, prese una traiettoria bassa lungo gli stecconati e riuscì a girare in testa il Casato, nonostante le ripetute difese di Rondone che provò ad opporsi sia con il nerbo ma anche con qualche trattenuta al giubbetto di Canapino. La corsa, a quel punto non avrà più storia con la Pantera che compì senza ulteriori problemi i restanti due giri tagliando indisturbato il bandierino. Per la Pantera di Ettore Bastianini fu il ritorno al successo dopo 12 anni di attesa, lasciando la cuffia alla Lupa. Nei giorni successivi la giustizia paliesca punì pesantemente, oltre che Bazza, Acciuga, con quattro Palii di squalifica e Vittorino con due.

Davide Donnini da OKSiena
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I nostri fantini - Pagina 3 Empty •RICORDI DI PALIO A COLLOQUIO CON LA “METEORA” VEZIO RICCI

Messaggio  jabru Ven Mag 08, 2020 8:21 pm

I viaggi nel tempo di Ricordi di Palio non si sono fermati, neppure durante il lockdown. Sempre alla ricerca di testimonianze che permettano di ricostruire storie, talvolta sconosciute, legate a Siena ed alle sue tradizioni, Michele Fiorini ha tracciato l’avventura di Vezio Ricci, statisticamente parlando una vera e propria meteora sul tufo di Piazza del Campo ma in realtà un personaggio molto conosciuto nell’ambito delle corse in provincia, protagonista di tante battaglie sui percorsi dell’Alto Lazio e del senese negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso.
Correva con successo sugli sterrati e sull’asfalto assieme a Beppe Gentili, Vezio Ricci (“Un personaggio importante per tutti quelli della mia generazione – lo ricorda -, a piedi era un gran signore anche con noi che eravamo molto più giovani rispetto a lui, ma a cavallo non faceva sconti a nessuno”), e per una serie di incontri casuali, ad esempio quelli con Amleto Tancredi e con Severino Berni, si ritrovò catapultato a Siena, dove nel 1969 disputò le batterie di selezione montando Farfalla e Venere (che nello Straordinario di settembre sarebbe toccata in sorte al Bruco) e fu protagonista di uno sfortunato, per lui, dietrofront compiuto dalla dirigenza dell’Aquila (“Mi chiamarono per fare la provaccia su Baiardo – dice – e mi stavano accompagnando in Comune per la segnatura, poi però richiamarono Pizzighetto e fu lui ad andare al Palio, nonostante non si fidasse di quel cavallo”) in un 16 agosto che ancora ricorda non senza un pizzico di rammarico.
Corse anche un’altra prova, Vezio Ricci, nell’agosto del 1970 per il Nicchio. La prova generale, in groppa alla capricciosa Samantha che aveva appena provocato un infortunio a Rondone e che riservò pure a lui una brutta sorpresa (“L’Oca aveva da restituire al Nicchio una parata compiuta un paio di anni prima da Donato – dice -, in corsa Aceto mi strinse e io caddi a San Martino. Il Palio poi lo corse Bazza, ma Samantha era davvero una cavalla molto complicata da montare”), ma i racconti del fantino laziale vanno oltre il proprio curriculum sul tufo, e ci permettono di ricostruire tante vicende che si intrecciano con il mondo paliesco. Ad esempio con Leonardo Viti detto Canapino e, più in generale, con la Pantera, Contrada con la quale ebbe un rapporto di amicizia e frequentazione che per diversi anni si allargò a parte della comunità nativa di Cerveteri.
La puntata di Ricordi di Palio intitolata “Vezio Ricci, la storia di un uomo di cavalli di Cerveteri”, realizzata da Michele Fiorini e Samuele Mecucci, andrà in onda su Canale 3 domenica 10 maggio alle ore 22.00.
Matteo Tasso da OKSiena
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I nostri fantini - Pagina 3 Empty Carburo: "innamorato di questa festa, regala emozioni anche a chi corre da cattivo"

Messaggio  jabru Mar Mag 12, 2020 8:06 pm

Giosuè Carboni è follemente innamorato del Palio, fin da quando era un bambino. "E' un qualcosa che non basta toccarlo, bisogna riuscire a starci dentro. La Piazza non perdona errori, non basta fare bene, devi sempre fare meglio. La paura più grande? Essere dimenticati. Io ne so qualcosa: sono diventato fantino del Palio, poi sono rinato fantino del Palio. La prima Carriera è sempre difficile da capire, poi ci sono stati gli anni da parcheggiato, poi il ritorno. Ci vuole fortuna prima di tutto, io ho avuto quella di tornare grazie alla fiducia di Marco Antichi e la possibilità di avere una seconda vita da Carburo”.

Carboni, poi, confessa: "Non si smette mai di sognare di vincere sul tufo, ma col tempo si capisce che ci si può sentire appagati anche senza la vittoria, se si è scelto di correre comunque da protagonista. I riti del Palio commuovono anche i «cattivi»”.
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I nostri fantini - Pagina 3 Empty Il fantino Arri: "Previsite almeno per i cavalli nuovi"

Messaggio  jabru Mar Mag 19, 2020 7:16 pm

Atmosfera surreale a Mociano. L’area van alle 7,30 è deserta, solo due camioncini. E nel silenzio della campagna, la Torre del Mangia in lontananza, il suono degli zoccoli dei cavalli. Uno solo per volta in pista, perché anche qui va mantenuto il distanziamento sociale. E occorre indossare la mascherina. Queste le regole per la ‘prima’ nella pista riaperta dal Comune per consentire a fantini e proprietari di far riprendere confidenza ai cavalli con il tracciato, dopo la quarantena che ha fatto saltare l’intera stagione. "E’ tutto davvero strano", confessa Federico Arri, detto Ares, tre Palii all’attivo da quando ha debuttato nello Straordinario 2018. Che ieri ha inaugurato Mociano. "Avevo segnato due cavalli prima della decisione di non correre nel 2020. Ne ho portato uno soltanto. Ma sono venuto anche per me, ti distrai un po’ da questa situazione incredibile. Sennò andiamo tutti al manicomio", spiega il fantino.
Un’opportunità che è stata apprezzata, dunque, quella del Comune.
"Fa bene portare i cavalli a galoppare, visto che quest’anno è saltato anche l’addestramento. Una situazione triste, senza Palio, ma se hanno deciso così vuol dire che non si poteva fare altrimenti".
Com’è stata la quarantena per Arri?
"Nella vita quotidiana è cambiato poco. Sono mancate le corse in ippodromo e in provincia. Ora aspettiamo che almeno le prime ripartano ma siamo indietro".
Visto che la terra in Piazza non si metterà Arri lascia Siena?
"Non so ancora. Forse il prossimo mese torno a casa. Intanto ho messo a riposo qualche mezzosangue destinato solo a provincia e Palio. Ho tenuto qualcuno per l’ippodromo. Avevo 5 cavalli"
Hai portato un cavallo nuovo: molti proprietari vorrebbero le previsite per sapere se continuare o meno ad investirci.
"Sarebbe una cosa giusta, magari!Un segnale di rispetto per i proprietari. Inutile tenere un mezzosangue, che già mantieni da sei mesi, per arrivare a marzo 2021 per sapere se potrà rientrare nell’Albo. Visto che lo fanno per passione, sarebbe un bell’aiuto".
Laura Valdesi da La Nazione
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I nostri fantini - Pagina 3 Empty "Siena ha 18 comuni, saprà reagire anche a un anno senza Palio": parola dell'ex fantino Cianchino

Messaggio  jabru Lun Mag 25, 2020 10:48 pm

Salvatore Ladu detto Cianchino è uno che ha davvero scritto la storia del Palio sul finire del XX secolo. Con il tufo che gli è penetrato dentro le vene, l’anomalia di un anno senza Carriere è in grado di capirla ben oltre il punto di vista del professionista. “E’ brutto - ammette, - ma Siena è l’unica città al mondo che ha 18 comuni, perché ogni contrada lo è, con una propria sede e uno statuto e si somma quindi all'Amministrazione. Togliere la Festa ai senesi è come privare una bussola del suo nord, ma conoscendoli sono sicuro che affronteranno il ritorno in Piazza, quando avverrà, con attaccamento ancora maggiore, secondo cultura e valori che qui non mancano. Poi chissà, se a settembre le cose saranno tranquille, spero che il sindaco si inventi qualcosa. Io sono abbastanza ottimista”.
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I nostri fantini - Pagina 3 Empty fantini del Palio sotto processo ad Asti: erano stati assolti, l'accusa ricorre in appello

Messaggio  jabru Mar Mag 26, 2020 7:34 pm

Ad Asti è stato presentato ricorso contro la sentenza, emessa nel dicembre 2019, che aveva visto tutti assolti i 19 imputati per presunti episodi di doping relativi l’edizione del settembre 2014 del Palio. Tra i nomi coinvolti ce ne sono alcuni molto noti a Siena, come Luigi ed Enrico Bruschelli, Alessio Migheli, Giuseppe Zedde, Antonio Villella, Mario Cottone, Gianluca Fais e Alessandro Chiti. Gli imputati dovevano rispondere dell’accusa di maltrattamento di animali in quanto avrebbero somministrato ai cavalli farmaci nocivi, come antinfiammatori e cortisonici sequestrati nelle varie stalle e scuderie alla vigilia della corsa. Il giudice Elisabetta Chinaglia non aveva accolto le ragioni dell'accusa, rappresentata dal pm Laura Deodato, che adesso ha deciso di ricorrere in appello.
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I nostri fantini - Pagina 3 Empty FANTINI EROI O ASSASSINI? (PRIMA PARTE)

Messaggio  jabru Mer Lug 08, 2020 10:37 pm

Oggi sono professionisti super allenati, dediti 365 giorni all’anno alla preparazione fisica e psicologica delle due carriere; un tempo però, i fantini del Palio erano soggetti di dubbia moralità, pronti in Piazza a vendersi al miglior acquirente mentre, lontano dal tufo, erano per lo più personaggi abietti, spesso coinvolti in reati più o meno aberranti, per i quali l’appellativo di assassini calzava veramente a pennello. Di storie da raccontare ce ne sarebbero a centinaia, molte delle quali le possiamo ritrovare nel libro “Fantini brava gente”; noi ne abbiamo scelte alcune, le più curiose che vogliamo proporvi oggi e nei prossimi 3 appuntamenti.

Due fantini sono accumunati da un’esperienza particolare: Baldassarre Pagliai detto Pancianera e Giovanni Morandi detto Scricciolo si affiliarono alle truppe aretine del Viva Maria che nell’infausto 1799 furono protagoniste della rivolta anti francese. I due fantini erano poco più che ventenni ma, a differenza di Scricciolo, che esordirà in Piazza solo dieci anni dopo, Pancianera aveva già concluso la sua brevissima esperienza paliesca, due carriere tra il 2 luglio 1796 nella Tartuca ed il luglio 1797 nel Montone. Quando l’esercito napoleonico entrò in Toscana e cominciò a perpetrare opere di saccheggio e violenze varie, dalla città di Arezzo mossero numerosi facinorosi anti giacobini che, con la scusa della caccia all’invasore, iniziarono a commettere furti e crimini efferati, come quelli compiuti a Siena contro gli ebrei, la cui “colpa”era solo quella di essere, agli occhi dei rivoltosi, amici dei francesi; il loro ghetto fu devastato, i negozi saccheggiati, ed oltre dieci persone furono barbaramente uccise. I nostri due fantini non si macchiarono di omicidio ma, se Pancianera, che nei vari processi a suo carico si dichiarò sempre innocente, fu accusato di aver rubato utensili, stoviglie ed indumenti vari, Scricciolo, assieme ad altri complici, ripulì un negozio di Piazza Tolomei. Terminate le scorribande del Viva Maria, Pancianera non cambiò vita, e nel 1800 lo ritroviamo protagonista di un furto a casa di un altro fantino Pietro Bacchini detto Bacchino, a dimostrazione che, all’epoca, la solidarietà tra colleghi non andava tanto di moda. Scricciolo, invece, tra un reato e l’altro, iniziò la sua carriera di fantino del Palio nel 1809 e fu subito protagonista, per i colori della Torre, della ben nota trattenuta ai danni di Piaccina che correva nell’Oca, che diede origine alla rivalità tra le due contrade. In totale, Giovanni Morandi corse dieci carriere, due per Torre, Montone e Bruco, ed una per Aquila, Drago, Leocorno e Selva, senza mai riportare la vittoria.

Davide Donnini da OKSiena
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I nostri fantini - Pagina 3 Empty IL FENOMENALE VITTORINO AL CENTRO DEI "RICORDI DI PALIO"

Messaggio  jabru Mer Lug 15, 2020 7:26 pm

Giovedì 16 luglio su Canale 3 la prima tv della puntata dedicata al grande fantino di Monticello Amiata

Ricordi di Palio_Vittorino

A 20 esatti dalla morte, il mito di Giorgio Terni detto Vittorino rivive grazie a Ricordi di Palio. Si intitola “Fenomenale stella del Palio” il documentario che ripercorre la sfolgorante avventura in Piazza del Campo del fantino di Monticello Amiata, sette volte vittorioso tra il 1954 ed il 1961.
Tre successi nel Nicchio, uno ciascuno con i giubbetti di Onda, Leocorno, Chiocciola e Torre, dicono le statistiche (da record) di Vittorino, ma nel lavoro realizzato da Michele Fiorini, Roberto Filiani, Simonetta Losi e Luca Martini c’è pure l’aspetto umano di un’esistenza, quella di Giorgio Terni, che ha piantato solide radici nella vita di Contrada una volta abbandonata, in maniera traumatica, l’attività di fantino a soli 32 anni: le testimonianze di chi lo ha frequentato (ex colleghi ed ex dirigenti di Contrada) negli anni in cui montava a cavallo e ancor più quelle di familiari ed amici che lo hanno vissuto prima, durante e dopo gli intensi undici anni che ne hanno segnato la carriera sul Campo, permettono infatti di ricostruire a 360 gradi l’esistenza di un personaggio che ha lasciato una traccia indelebile nella storia del Palio ma che si è fatto apprezzare, ben volere e ricordare pure nella vita lontano dal tufo, che pure è rimasta sempre fortemente intrecciata con i suoi amati cavalli e con le attività di una Contrada, il Nicchio, alla quale per anni ha dato un importante contributo personale, oltre che familiare.
Proiettato in anteprima lo scorso 29 giugno in una serata (per mille motivi) molto forte dal punto di vista emozionale, che la Contrada del Nicchio è riuscita ad organizzare negli spazi esterni del Santa Chiara e nei giardini della Società La Pania nonostante le intuibili difficoltà legate all’emergenza Covid-19 e che ha visto intervenire numerosi contradaioli ed autorità cittadine, il documentario su Giorgio Terni detto Vittorino sarà trasmesso in prima televisiva giovedì 16 luglio alle ore 21 da Canale 3.
Matteo Tasso da OKSiena
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I nostri fantini - Pagina 3 Empty FANTINI EROI O ASSASSINI? (SECONDA PARTE)

Messaggio  jabru Gio Lug 16, 2020 7:29 pm

Proseguendo la nostra carrellata tra i fantini dei secoli passati, più noti per le loro malefatte che per le imprese sul tufo, possiamo notare come alcuni di essi possono essere raggruppati nella categoria dei piccoli delinquenti per fame o per necessità. Giuseppe Franci detto Beppe Lordo (ignoriamo volentieri il motivo di un così sopraffino soprannome….) fu protagonista, nel 1815, di un evento che, seppur in piccolo, possiamo paragonare all’assalto ai forni di manzoniana memoria, provocato da un improvviso ordine da parte delle autorità di requisire, per scopi militari, tutti i barrocci, con la conseguenza che i venditori di frumento non poterono più raggiungere Piazza del Mercato. Questa assenza, unita allo spargersi di voci infondate tra il popolo circa l’aumento del prezzo del pane, fu la scintilla che fece scattare la corsa ai depositi di grano che furono presi d’assalto dai cittadini. Tra di essi, fu individuato pure il nostro Beppe Lordo che, prima di diventare saccheggiatore di frumento fu pure fantino di Piazza, disputando però solo una carriera, quella del 16 agosto 1799 nel Drago. Rimanendo nell’ambito di ladri e saccheggiatori, possiamo ricordare un personaggio che, probabilmente, il mestiere di fantino lo sognava sin da piccolo: Antonio Tanzini detto Toto. Il suo sogno alla fine si realizzò, in quanto Toto disputò 5 carriere tra il 1853 ed il 1862, 2 per la Giraffa e 3 per il Drago. Ma la sua esperienza in Piazza poteva avere inizio molto prima, precisamente nel 1842, quando la dirigenza del Montone lo notò ad una corsa ad Abbadia e lo ingaggiò per correre il Palio. Preso dall’entusiasmo, il Tanzini si presentò a Siena nei giorni precedenti la carriera di agosto, dimenticandosi però che sopra la sua testa pendeva un’ordinanza di divieto di abbandono della residenza a seguito di una condanna per furti vari e rissa. Intercettato dai carabinieri nel centro senese, il buon Tanzini fu arrestato e condannato a 15 giorni di carcere, con buona pace del capitano del Montone che, rimasto senza monta, dovette rimpiazzarlo con Baule, anch’egli elemento ben noto alle forze dell’ordine in quanto implicato in furti e segnalato per ingiurie nei confronti delle autorità.

Della vita di Niccolò Sampieri detto Alisè conosciamo ben poco; sappiamo però che egli ebbe il suo momento di gloria nel Palio di agosto del 1733. Il 13 agosto infatti,durante le operazioni di tratta, Sampieri ebbe la bella idea di saltare in groppa al cavallo appena assegnato alla Chiocciola, spingendolo ad alta velocità tra la folla. Alcune persone furono investite dal barbero al galoppo ed un uomo morì per le gravi ferite riportate. Ma, anziché finire in galera, incriminato di omicidio, il Sampieri ottenne come premio il giubbetto della Chiocciola, per la quale, la sera del 16 agosto, riuscì a conquistare una splendida, quanto impensabile vittoria.

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I nostri fantini - Pagina 3 Empty FANTINI EROI O ASSASSINI? (TERZA PARTE)

Messaggio  jabru Gio Lug 30, 2020 10:23 pm



Proseguendo la nostra carrellata tra i fantini dei secoli passati, più noti per le loro malefatte che per le imprese sul tufo, possiamo notare come alcuni di essi possono essere raggruppati nella categoria dei piccoli delinquenti per fame o per necessità. Uno di essi fu Giuseppe Franci detto Beppe Lordo (ignoriamo volentieri il motivo di un così sopraffino soprannome….) protagonista, nel 1815, di un evento che, pur nel suo piccolo, possiamo paragonare all’assalto ai forni di manzoniana memoria, provocato da un improvviso ordine da parte delle autorità di requisire, per scopi militari, tutti i barrocci, con la conseguenza che i venditori di frumento non poterono raggiungere Piazza del Mercato per la vendita quotidiana del pane. Questa assenza, unita allo spargersi di voci infondate tra il popolo circa l’aumento del prezzo del pane, fu la scintilla che fece scattare la corsa ai depositi di grano, presi d’assalto dai cittadini. Tra di essi, fu individuato pure il nostro Beppe Lordo che, prima di diventare saccheggiatore fu un modesto fantino di Piazza, disputando solo una carriera, quella del 16 agosto 1799 nel Drago. Rimanendo nell’ambito dei ladri, possiamo ricordare un personaggio che, probabilmente, il mestiere di fantino lo sognava sin da piccolo: Antonio Tanzini detto Toto. Il suo sogno alla fine si realizzò, in quanto Toto disputò in tutto 5 carriere tra il 1853 ed il 1862, 2 per la Giraffa e 3 per il Drago. Ma la sua esperienza in Piazza avrebbe potuto avere inizio molto prima, precisamente nel 1842, quando la dirigenza del Montone lo notò ad una corsa ad Abbadia e lo ingaggiò per correre il Palio. Preso dall’entusiasmo, il Tanzini si presentò a Siena nei giorni precedenti la carriera di agosto, dimenticandosi però che sopra la sua testa pendeva un’ordinanza di divieto di abbandono della residenza a seguito di una condanna per furti e rissa. Intercettato dai carabinieri nel centro senese, il buon Tanzini fu arrestato e condannato a 15 giorni di carcere, con buona pace del capitano del Montone che, rimasto senza monta, dovette rimpiazzarlo con Baule, anch’egli elemento ben noto alle forze dell’ordine in quanto implicato in ruberie varie e segnalato per ingiurie nei confronti delle autorità.

Della vita di Niccolò Sampieri detto Alisè conosciamo ben poco; non fu un ladro come i precedenti due colleghi, ma fu comunque soggetto noto negli ambienti giudiziari. Alisè ebbe il suo momento di gloria nel Palio di agosto del 1733. Il 13 agosto infatti,durante le operazioni di tratta, Sampieri ebbe la bella idea di saltare in groppa al cavallo appena assegnato alla Chiocciola, spingendolo ad alta velocità tra la folla. Alcune persone furono investite dal barbero al galoppo ed un uomo morì per le gravi ferite riportate. Ma, anziché finire in galera, incriminato di omicidio, il Sampieri ottenne come premio il giubbetto della Chiocciola, per la quale, la sera del 16 agosto, riuscì a conquistare una splendida, quanto impensabile vittoria.

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I nostri fantini - Pagina 3 Empty "RICORDI DI PALIO" FA RIVIVERE I DUELLI TRA FOLCO E RUELLO

Messaggio  jabru Ven Lug 31, 2020 7:34 pm

Documentario di Luca Martini e Michele Fiorini sui barberi che fecero sognare Siena negli Anni Trenta del secolo scorso

ricordi di palio_ruello folco

La metafora più azzeccata l’aveva coniata Roberto Filiani, quando quasi quindici anni or sono, scrivendone sulle pagine di quella bellissima rivista che era “Il Carroccio”, li definì “i Coppi e Bartali della Piazza”. C’è molto di leggendario nel passaggio sul tufo di Ruello e di Folco, i due barberi che fecero sognare i contradaioli durante gli Anni Trenta del Novecento e lanciarono il testimone agli eroi che sarebbero venuti nel Dopoguerra: lo dicono i numeri, perché tredici Palii vinti in altrettanti anni (Ruello ne collezionò cinque, meglio fece Folco con otto) rappresentano una vera e propria “spartizione di potere” assai difficile da eguagliare in Piazza del Campo, ma lo dice anche la narrazione popolare, che nel tempo ha tramandato le gesta dei due campioni facendole giungere, ancora vive, ai giorni nostri.
È una storia bella da raccontare, quella di Folco e Ruello, anche perché andata in scena in un periodo nel quale attorno al Palio si stava sviluppando quell’attenzione mediatica che, attraverso scritti, scatti fotografici e filmati, permette oggi una ricostruzione il più fedele possibile degli eventi che la caratterizzarono. L’idea di farne una puntata per "Ricordi di Palio" è venuta in tempi di lockdown a Luca Martini e Michele Fiorini ed il frutto di questo complesso lavoro di ricerca è racchiuso nei 51 minuti di durata di “Ruello e Folco, 13 Cenci in 13 anni”, che andrà in onda su Canale 3 domenica 2 agosto alle ore 21, con replica lunedì 3 alle ore 15. Si raccontano, e si vedono, le imprese dei due cavalli (il grigio Ruello fu un “rullo compressore” vincendo cinque Palii in appena quattro anni fra il 1932 ed il 1936, Folco fece “cappotto” nel 1933, 1937 e anche nel 1945, riaffacciatosi in Piazza dopo la guerra), ma sullo sfondo ci sono le Contrade e le loro vicende (gli ultimi fasti del T.O.N.O. e la sua traumatica rottura, la prima vittoria della Civetta nel XX Secolo, il turbolento Palio della Pace), alcuni tra i fantini più celebri dell’epoca (Tripolino, Ganascia, Il Biondo, Rubacuori), tutta una serie di personaggi (Dedo Pianigiani, Paolo Neri, Lorenzo Fabbri in arte “Pappio” e molti altri) che caratterizzavano la vita di Siena in quegli anni.
Ebbero in comune anche un triste primato, Ruello e Folco. Furono, presumibilmente, i primi due cavalli nella storia del Palio ad essere scartati per quel concetto di “manifesta superiorità” che oggi si applica con troppa leggerezza, a volte addirittura in maniera preventiva. Era l’agosto del 1934, a testimonianza che poco o niente si inventa e che la storia è ciclica, anche quella dei barberi.
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I nostri fantini - Pagina 3 Empty FANTINI EROI O ASSASSINI? (QUARTA PARTE)

Messaggio  jabru Lun Ago 03, 2020 7:45 pm

Gistri Mugnaio e Gigi Bestia, dalla Piazza del Campo alle patrie galere.



Come abbiamo visto nei nostri precedenti scritti, i fantini del Palio dei secoli passati, oltre a correre in Piazza, per sbarcare il lunario svolgevano altre attività, non sempre caratterizzate da elementi di liceità. Antonio Morandi detto Gistri Mugnaio, ha corso solo tre carriere, tutte di luglio tra il 1793 ed il 1795, per Drago Montone ed Aquila, ma il suo mestiere ufficiale, come d’altronde indica il soprannome, era quello del mugnaio presso un mulino ubicato fuori Porta Pispini. Per la verità, il Morandi, a questo lavoro, ne aggiungeva un altro, forse più redditizio, ma maggiormente rischioso: quello dell’usuraio. Ed infatti non sempre tale attività portò al fantino – mugnaio dei benefici. Sul finire del 1812 infatti, quando il Morandi aveva abbandonato da tempo l’avventura sul tufo, sei ignoti, incappucciati ed armati fino ai denti, penetrarono nella sua abitazione, lo percossero, lo legarono e saccheggiarono la casa, portando via un ingente bottino fatto di monete, gioielli e vestiti pregiati, frutto della sua attività usuraria. Terminata la razzia, il componenti del commando protagonista di quella che possiamo ben definire una spedizione punitiva nei confronti dell’odiato strozzino, non abbandonarono il luogo del delitto ma vi si trattennero per oltre due ore, consumando una lauta cena e lasciando gli abitanti della casa legati e rinchiusi in una stanza, prendendosi beffa di loro. Antonio Morandi, prima di intraprendere la strada dell’usura, era già noto nei bollettini giudiziari: nel 1800, egli si macchiò di omicidio; vittima fu operaio che stava aggiustando i canali del mulino dei Due Ponti, che morì affogato a causa di una leggerezza del Morandi il quale, contravvenendo agli ordini del suo capo, azionò l’acqua quando il povero operaio ancora non aveva ultimato il proprio lavoro. Processato, Morandi non fu condannato, in quanto il giudice ritenne che “il suo operato era al più riferibile ad una pena lievissima”.

Altro fantino accusato di omicidio fu Luigi Anastasi detto Gigi Bestia. Nel 1799, Anastasi fu ritenuto responsabile per l’uccisione di un uomo di religione ebraica, ma la sua detenzione dovette essere di breve durata, in quanto pochi mesi dopo la condanna, egli era già in libertà, tanto da correre il Palio del 2 luglio 1800. La sua carriera in Piazza fu lunga ma poco soddisfacente; tuttavia Anastasi è detentore di un record, difficile da battere ma sicuramente poco invidiabile, quello cioè del fantino con il maggior numero di presenze sul tufo (42), senza aver mai colto la vittoria, sfiorata, per altro, in alcune occasioni, come, ad esempio, nel luglio 1783 quando il suo barbero si impuntò a pochi metri dal bandierino, lasciando via libera a Biggeri che, grazie a questo fortunoso successo, diede il via ad una lunga e fulgida carriera sul tufo fatta di 10 successi su 34 partecipazioni.

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I nostri fantini - Pagina 3 Empty La vittoria di forza di Cianchino ed Orion per il Nicchio.

Messaggio  jabru Sab Ago 08, 2020 8:32 pm

Nel 1984, Salvatore Ladu detto Cianchino non stava attraversando il più bel periodo della sua carriera: dopo il successo da semi debuttante del 1978 nella Pantera, non era più riuscito a primeggiare sul Campo, vuoi per sfortuna, vuoi perché non aveva più avuto la possibilità di montare cavalli competitivi. Ed anche quel Palio di agosto dell’84 non era iniziato sotto i migliori auspici per il fantino di Bono, rimasto a piedi dopo che il Bruco, la sua contrada, aveva chiesto ed ottenuto dall’Oca Aceto per montare Sirlad, uno dei tanti esordienti di un lotto che non brillava certo per qualità. La mattina della tratta, infatti, furono scelti ben sei cavalli all’esordio, e nessuno dei restanti quattro aveva mai vinto prima. I favori del pronostico andarono così al Leocorno con il chiacchierato (e non sempre in positivo) Brandano ed alla Selva con l’esperto ma mai considerato Ascaro. Il valzer delle monte delle contrade più accreditate rese ancor più incerta e difficile la lettura di quel Palio, anche se, con l’arrivo di Aceto in Via del Comune, il Bruco sembrava mettere una seria ipoteca sull’esito finale della carriera. Le due favorite alternarono più fantini prima della scelta definitiva, così il Leocorno prima provò Legno poi scelse Falchino, l’allenatore di Brandano, nella Selva, capitan Don Vittorio Bonci alternò Bersaglia e Federico Federici prima di chiamare Bazzino. Le altre contrade scelsero in tempi più brevi: la Torre montò Bastiano su Tom, cavallo da lui allenato, la Civetta affidò Chela a Spillo, con chiari intenti difensivi. La Pantera diede fiducia all’esordiente Truciolo sul modesto Diciosu; altri debuttanti, Rino e Bucefalo, per la Lupa che aveva avuto in sorte Siena e per il Montone con Diabolik, mentre Moretto andò nel Drago su Ciriaco. Infine c’era il Nicchio con Orion che si affidò inizialmente a Tremoto per poi passare a Misdea. Quando la monta del Moretti sembrava ormai definitiva, ecco, per la prova generale, il colpo di scena, con l’arrivo di Cianchino, accantonato dal Bruco. Un cambio non accettato di buon grado da molti nicchiaioli, convinti che quella fosse soltanto una palese mossa per favorire il Bruco stesso. Anche il destino la sera del Palio sembrò metterci lo zampino, posizionando Nicchio e Bruco accanto al canape, ai primi due posti. E proprio queste due contrade furono le più veloci a partire al momento dell’ingresso della rincorsa, seguiti da Torre e Drago, mentre il Leocorno restava nelle retrovie, controllato dalla Civetta. La traiettoria alta di Bastiano a San Martino mise la Torre fuori dai giochi, consentendo al Drago ed al Leocorno, che nel frattempo si era sbarazzato della rivale, di guadagnare posizioni. Al Casato, la simultanea caduta di Leocorno, Selva, Lupa e Pantera spianò la strada a Bruco e Nicchio che restarono le sole a contendersi la vittoria, anche perché lo scosso Brandano iniziò a fare da tappo alle inseguitrici. Il copione del Palio sembrava venire rispettato in pieno con il Bruco in testa ed il Nicchio alle spalle, ma all’inizio del terzo giro, Cianchino chiese il massimo ad Orion che fece valere la sua maggior potenza, affiancando e poi superando di slancio Sirlad, ed a nulla valse il disperato tentativo di Aceto di difendersi con il nerbo. Superato l’ultimo ostacolo, uno scosso in senso contrario di fronte al palco delle comparse, Cianchino poté tornare ad alzare il nerbo, regalando così al popolo dei Pispini il discusso cencio di Bruno Caruso che tanto scalpore suscitò al momento della presentazione, provocando pure le critiche, neppure tanto velate, dell’arcivescovo Castellano.

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I nostri fantini - Pagina 3 Empty Emergenza Covid, i fantini disertano la Sardegna

Messaggio  jabru Gio Ago 27, 2020 6:55 pm

Siena, 27 agosto 2020 - Sardegna uguale fantini del Palio. Terra rude e di una bellezza abbagliante dove tornano i guerrieri di Piazza per riposarsi dopo le fatiche del Palio. Ma visto che quest’anno si chiuderà senza correrne neppure uno, tanti hanno pensato di godersi la Sardegna in anticipo, quando viene presa d’assalto dai vacanzieri e dai vip. Per la verità, non proprio tutti vista anche la situazione legata all’emergenza sanitaria che interessa l’isola.

«Ferie? vediamo se io e Federica riusciamo a prenderci qualche giorno. L’idea di andare in Sardegna ci era venuta ma vista la situazione del Covid abbiamo lasciato perdere. E comunque – spiega Gingillo – di ferie quest’anno ne abbiamo fatte anche troppe per il mio gusto!» Anche Tittia, sardo-tedesco di Nurri, è rimasto nel Continente invece di sbarcare nel paese della provincia del Sud Sardegna dove, per la cronaca, sono in questo momento almeno una ventina i positivi al Covid19. «Niente ferie! Sono stato tre-quattro giorni all’Elba a luglio e basta. Si va avanti così, quest’anno con la confusione che c’è nel mondo con il virus si sta a Siena, all’Arbia», conferma il fantino.
C’è invece chi al richiamo della terra di papà Massimino e di mamma Monica non ha saputo resistere. «Guarda, dammi 5 minuti e ti rispondo alla domanda se sono in Sardegna», dice in un messaggio vocale Tempesta. Ecco che sul telefono arrivano un paio di foto dal contenuto inequivocabile. Il fantino è in vacanza lì insieme alla moglie Camilla. «Ancora non lo so che cosa faremo – spiega invece Brigante, originario di Sindia –, abbiamo già i biglietti fatti per andare quattro giorni a settembre però vediamo come evolve la situazione. Se continua così ci sta che non partiamo nemmeno».

Niente Sardegna per Brio e la moglie Ilaria. Quest’ultima lavora al suo ristorante in Piazza del Campo per cui la coppia si muove per pochi giorni. E soprattutto vicino a casa. Così ha fatto godendosi qualche giorno all’Argentario. Così farà probabilmente a novembre. «Per ora non andiamo da nessuna parte – svela Scompiglio –, aspettavo per fare debuttare alcuni cavalli e per far correre mio nipote ma purtroppo Fucecchio non c’è. Forse a settembre-ottobre mi muoverò ma se ciascuno stesse anche più a casa propria ci sarebbe meno confusione nel mondo». E Trecciolino? «Ferie ad intermittenza, 3 giorni ogni 15 e mai nel fine settimana», dice. Meglio insomma evitare l’assalto del weekend.
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I nostri fantini - Pagina 3 Empty ‘Vanno alla mossa son dieci assassini’, recita il popolare stornello. Capaci di tutto pur di vincere o far perdere la rivale. Mercenari. Un tempo ma anche adesso, sebbene palestrati e professionisti della Piazza. Attenti alla cura del proprio look. Sempr

Messaggio  jabru Gio Set 17, 2020 7:19 pm

‘Vanno alla mossa son dieci assassini’, recita il popolare stornello. Capaci di tutto pur di vincere o far perdere la rivale. Mercenari. Un tempo ma anche adesso, sebbene palestrati e professionisti della Piazza. Attenti alla cura del proprio look. Sempre più artisti nel dissimulare le emozioni. Nel nascondere giochi e sentimenti, strategie e mezze verità che devono restare nel segreto di una stretta di mano. Un fantino non è tale se non ha (anche) la stoffa dell’attore. Se non riesce ad interpretare la parte e il ruolo che la dirigenza gli chiede quando indossa il giubbetto. Perché allora non provare a vestire davvero i panni di un altro. Non in Piazza, naturalmente. E’ vietato. Ma sul set di un film, quello che il regista Giovanni Veronesi sta girando da agosto nel Senese, dal titolo ‘Tutti per 1-1 per tutti’. Sequel del primo capitolo dei ’Moschettieri del Re’.

"E’ vero, ci hanno preso. Siamo proprio nel nostro ambiente", racconta Giosuè Carboni, in arte Carburo, anche ieri impegnato sul set. A fargli compagnia in questa avventura che giudica "divertentissima", sono nientemeno che il sei volte vittorioso Andrea Mari, detto Brio. Fra i fantini di Piazza lui è certo il top quanto a spigliatezza e capacità di fare battute, per nulla imbarazzato a parlare davanti alle platee. E a fare ‘spettacolo’. Un guascone. Sul set di Veronesi anche Sebastiano Murtas, Grandine e Andrea Farris. Impossibile penetrare risvolti e segreti del ciak che a volte si prolunga fino a tarda sera. Com’è noto si gira in Val d’Orcia, a Buonconvento. Scene a cavallo, per quello sono artisti veri. Ma anche a piedi sembra che se la cavino brillantemente. "Nessuna vergogna – aggiunge Carboni -, qualcuno dei protagonisti ci ha chiesto anche del Palio. Sono curiosi. Qualcuno di loro è già venuto a vederlo". Recitano a fianco di Pierfrancesco Favino, migliore attore per ‘Padrenostro’ al Festival del cinema di Venezia. Ci sono Valerio Mastrandea, Rocco Papaleo e la bellissima Giulia Michelini, resa famosa dal ruolo di Rosy Abate di ‘Squadra antimafia’. Tanto i cavalli da Palio sono al prato e visto che la stagione paliesca è saltata perché non togliersi una soddisfazione facendo esperienze diverse? E allora tutti al cinema, quando uscirà.
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I nostri fantini - Pagina 3 Empty ROMANINO

Messaggio  jabru Ven Set 18, 2020 7:33 pm

L’avventura paliesca di Romano Corsini detto Romanino si snoda nel breve lasso di tempo di tre anni durante i quali egli è però riuscito a scrivere una pagina importante di storia. Arrivato a Siena a 26 anni, Romanino esordì con il botto nel Palio di agosto 1955. Alla Selva toccò in sorte Archetta, cavalla potente anche se un po’ in là con gli anni, e già vittoriosa nel ’51 per la Pantera, e capitan Umberto Bonelli la affidò al giovane fantino capitolino. I favori del pronostico andavano tutti per la Tartuca con Gaudenzia e Ciancone, ma l’accoppiata tartuchina non entrò mai nel vivo della corsa, concludendo la carriera nelle ultime posozioni, anche a causa di un involontario danneggiamento alla mossa da parte di Oca e Lupa. Il mattatore di quel Palio fu proprio il nostro Romanino che, una volta presa la testa all’uscita dei canapi, riuscì a gestire i tre giri con grande freddezza, portando in Vallepiatta il cencio la cui iconografia era dedicata al V centenario della nascita del Pinturicchio. Di quel Palio si ricorda altresì un curioso aneddoto, riguardante sempre la figura di Romanino che, per ingannare l’attesa della carriera e, forse, per scacciare le paure dell’esordio, trovò come valida alleata la bottiglia contenente il beverone per il cavallo e, trovandone il contenuto di suo gradimento (il beverone, lo ricordiamo era un intruglio ipercalorico composto da cognac, marsala, uova sbattute e caffè che veniva, in un modo o nell’altro “offerto” al barbero poche ore prima della corsa per favorirne la prestazione) ne finì, assieme al barbaresco della Selva, una quantità…da equini, ritrovandosi così a montare in condizioni poco ortodosse, cosa che, comunque, non gli impedì di vincere con grande facilità. Le restanti presenze sul tufo di Romanino non furono altrettanto brillanti. Le più grandi cianche di vittoria Corsini le ebbe nelle due carriere del 1957 quando, in entrambe le occasioni, incrociò nuovamente la propria strada con quella di Archetta, a luglio ancora per la Selva, corsa incolore e da dimenticare, ad agosto per la Lupa, in un Palio concluso con una caduta al secondo San Martino, quando Romanino, dopo una bella partenza, si trovava ad inseguire il Nicchio che aveva successivamente preso la testa. In precedenza, la partecipazione, senza lasciar traccia di sé, nell’agosto 1956 con la modesta Signorina nella Chiocciola ed infine, l’ultima presenza in Piazza, nell’agosto 1958 per il Bruco sull’allora poco considerata Capriola, prendendo il posto di Ciancone, per un’ennesima carriera da comprimario.

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I nostri fantini - Pagina 3 Empty Un selfie anticovid anche dai fantini del Palio

Messaggio  jabru Ven Set 25, 2020 7:58 pm

Un selfie per dimostrare il proprio impegno anticovid. Ovviamente un primo piano con la mascherina. Alla campagna anticovid della Asl Tse dedicata al giovani sui social network Instagram ,Twitter, Facebook e YouTube si uniscono i fantini del Palio di Siena. Dopo l’adesione del Ministro della Salute Speranza, i 99 sindaci dell’area vasta, arrivano anche Jonathan Bartoletti detto Scompiglio 5 Pali vinti, Giovanni Atzeni detto Tittia 7 Pali vinti, Giuseppe Zedde detto Gingillo 3 Pali vinti, Andrea Mari detto Brio 6 Pali vinti, Luigi Bruschelli detto Trecciolino 13 Pali vinti.
“I giovani sono – sottolinea il direttore generale della Asl, Toscana sud est, Antonio d’Urso – quelli che si muovono di più, coloro che in questo momento, guardando i numeri, sono i più colpiti da Covid 19. È proprio la loro voglia di uscire e di stare insieme, purtroppo non sempre in modo responsabile, che sta riportando i picchi di contagio ai giorni bui del Covid 19. Il problema non sono solo e non tanto loro, che con la quarantena e le giuste cure, superano la malattia, quanto le persone più fragili con cui possono rientrare in contatto e le note complicanze a cui posso andare incontro”.
Ecco la sfida della Asl Toscana sud est ai giovani, gli eroi contro l’epidemia, come li definisce la Campagna “Io ci sto! E tu?”, con il loro diritto di divertirsi in modo sicuro, che invita ognuno a scattarsi una foto con la mascherina come espediente nella lotta al contagio.
Non è più il tempo del “io resto a casa” – sottolinea la Direttrice Sanitaria, Simona Dei. Questa piccola norma di prevenzione, indossare la mascherina permette di vivere con gli altri, evita il contagio e previene dall’isolamento .
La campagna, nasce nell’ambito del progetto Ci.Pro promosso dalla Promozione ed Etica della Salute, che sta per “Ci.Proteggiamo”, con il quale chiediamo ai giovani una mano per diffondere le buone pratiche come le mascherine, il frequente lavaggio delle mani, il distanziamento sociale.
Il progetto è realizzato in collaborazione con i 99 Sindaci della Asl Toscana Sud Est, con le scuole e con il terzo settore e si concretizza in azioni di sensibilizzazione e di apprendimento attivo che vadano oltre l’informazione ma che favoriscano l’apprendere dall’esperienza e dalla contaminazione virale delle buone pratiche. Se anche tu ci stai, fatti un selfie con la tua mascherina ed inviala al 335 7570609, potrai ritrovarla in tutti i canali Social dell’Azienda USL Toscana sud est, dei Comuni e dei partner che aderiscono all’iniziativa. Combatti il Coronavirus, diventa eroe contro la Pandemia.
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I nostri fantini - Pagina 3 Empty I fantini del Palio, selfie per la campagna anticovid

Messaggio  jabru Ven Set 25, 2020 8:03 pm

Un selfie per dimostrare il proprio impegno anticovid. Ovviamente un primo piano con la mascherina. Alla campagna anticovid promossa dalla Asl Toscana Sud Est dedicata al giovani sui social network Instagram ,Twitter, Facebook e YouTube si uniscono i fantini del Palio di Siena. Dopo l’adesione del ministro della salute Speranza, i 99 sindaci dell’area vasta, arrivano anche Jonathan Bartoletti detto Scompiglio 5 Pali vinti, Giovanni Atzeni detto Tittia 7 Pali vinti, Giuseppe Zedde detto Gingillo 3 Pali vinti, Andrea Mari detto Brio primo in 6 Pali , Luigi Bruschelli detto Trecciolino 13 Pali vinti.

“I giovani sono – sottolinea Antonio d'Urso, direttore generale della Asl Toscana sud est - quelli che si muovono di più, coloro che in questo momento, guardando i numeri, sono i più colpiti da Covid 19. È proprio la loro voglia di uscire e di stare insieme, purtroppo non sempre in modo responsabile, che sta riportando i picchi di contagio ai giorni bui. Il problema non sono solo e non tanto loro, che con la quarantena e le giuste cure, superano la malattia, quanto le persone più fragili con cui possono rientrare in contatto e le note complicanze a cui possono andare incontro”.


Ecco la sfida della Asl Toscana sud est ai giovani, gli eroi contro l’epidemia, come li definisce la campagna “Io ci sto! E tu?”, con il loro diritto di divertirsi in modo sicuro, che invita ognuno a scattarsi una foto con la mascherina come espediente nella lotta al contagio. Non è più il tempo del “io resto a casa” – sottolinea la direttrice sanitaria Simona Dei - Indossare la mascherina permette di vivere con gli altri, evita il contagio e previene dall’isolamento . La campagna, nasce nell’ambito del progetto Ci.Pro promosso dalla "promozione ed etica della salute", che sta per “Ci.Proteggiamo”, con il quale chiediamo ai giovani una mano per diffondere le buone pratiche come le mascherine, il frequente lavaggio delle mani, il distanziamento sociale. Il progetto è realizzato in collaborazione con i 99 Sindaci della Asl Toscana Sud Est, con le scuole e con il terzo settore e si concretizza in azioni di sensibilizzazione e di apprendimento attivo". Se anche tu ci stai, fatti un selfie con la tua mascherina ed invialo al 335 7570609, potrai ritrovarla in tutti i canali social dell’Azienda Usl Toscana sud est, dei comuni e dei partner che aderiscono all’iniziativa. Combatti il Coronavirus, diventa eroe contro la Pandemia.

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I nostri fantini - Pagina 3 Empty il fantino Giannetti apre una sua scuderia

Messaggio  jabru Ven Set 25, 2020 8:07 pm

Alessio Giannetti si mette in proprio. Il fantino con il sogno del tufo (ha corso la prima prova dello Straordinario 2018 nella Tartuca con Remorex) ha lasciato la scuderia di Massimo Milani, dopo 5 anni, e ne ha creata una sua. "Mi sentivo pronto e avevo voglia di farlo - spiega. - Credo di aver maturato il bagaglio giusto per lavorare in autonomia, anche se con Massimo non c'è stata frattura. Anzi, sto continuando a montare anche da lui e i rapporti sono ottimi".
Il Palio resta il grande sogno... "Nel 2018 avevo instaurato un rapporto con la Tartuca, che però a causa della squalifica non ha mai corso nel 2019 e questo, sulla carta, mi ha fatto perdere la possibilità di dare un seguito a quella prima esperienza. Ci vuole la fortuna di acchiappare il momento giusto, ma non demordo. Anzi, dopo aver messo un piede in Piazza sono ancora più determinato".
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I nostri fantini - Pagina 3 Empty ALI!'

Messaggio  jabru Ven Set 25, 2020 8:14 pm

Nel 1927, Bathà Golam era un ventitreenne eritreo ex militante negli zaptié (militari dei Carabinieri, reclutati tra i cittadini libici, somali, ed appunto, eritrei), di tanto in tanto ospite di Siena per svolgere il proprio lavoro di venditore ambulante. Le autorità non ci danno di lui un quadro invidiabile, definendolo senza fissa dimora ed assai povero. Nonostante ciò, Golam è entrato di diritto nella storia del Palio in quanto primo fantino straniero a correre una carriera. Nel luglio 1927 al Bruco toccò in sorte un sauro di Michele Vannini, considerato dagli esperti una brenna; la dirigenza brucaiola decise così di affidarlo al giovane eritreo, considerato abbastanza abile nella monta, con il solo scopo di ostacolare la vittoria del Nicchio con Porcino, compito che Alì, così venne ribattezzato, senza troppa fantasia, Golam, eseguì alla perfezione, stringendo il fantino dei Pispini allo steccato subito dopo la partenza e compromettendone le possibilità di vittoria. La carriera, contrariamente ad ogni pronostico (le favorite erano infatti il Drago con Giacca e Randellone e la Giraffa con Margiacchina e Cispa) fu lottata da due outsider, la Pantera con Girardengo II e Garibaldi ed il Montone con la cavallina Tonta di Menotti Busisi e Picino. Al termine di una mossa nervosa durante la quale fu addirittura richiesta la seconda busta, fu proprio il Montone a partire in testa, rimanendovi per tutto il primo giro. Superato dalla Pantera, Picino riconquistò la prima posizione nel finale, grazie alla sua freddezza ed alla capacità di prendere traiettorie più basse rispetto a Garibaldi. Fu quella l’undicesima vittoria personale del Meloni, la quarta per il Montone, probabilmente la più inaspettata che fu applaudita dai tanti ospiti che presenziarono alla carriera, tra i quali si ricordano l’intera famiglia reale, i ministri Rocco, Volpe e Turati, Edda Mussolini, la figlia del Duce e lo zio Arnaldo. Per ciò che riguarda il nostro Alì, fu riproposto dal Bruco anche ad agosto, ma la caduta per la prima prova dallo storno del Rocchigiani lo tolse definitivamente dai giochi e, da quel momento, di Bathà Golam, il primo fantino straniero del Palio, si presero le tracce. Per ritrovare un altro fantino non italiano sul tufo occorrerà attendere sino al 1965, quando nella Pantera corse Victor Ramon Barrionuevo, detto El Argentino.

Davide Donnini da OKSiena
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I nostri fantini - Pagina 3 Empty Brio di nuovo fantino del Bruco

Messaggio  jabru Sab Set 26, 2020 8:09 pm

Si erano lasciati nel 2019, dopo il Palio di agosto e la vittoria sfumata per pochi centimetri. Andrea Mari e il Bruco avevano deciso di seguire ognuno la propria strada, pur rimanendo in ottimi rapporti e in stretto collegamento. Nel frattempo, c'è stato il 2020 cancellato dall'emergenza Coronavirus e, in previsione dell'annata paliesca 2021, Brio e via del Comune ripartiranno da dove erano rimasti: insieme, fianco a fianco. Ieri sera, 25 settembre, il capitano Simone Manganelli, nel corso dell’assemblea, ha comunicato ufficialmente che il rapporto è di nuovo allacciato, e che il fantino sei volte vittorioso difenderà nuovamente i colori di Barbicone, o valuterà con la dirigenza dove andare in caso di assenza della contrada sul Campo o di assegnazione di un cavallo non competitivo.

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