Facebook contro il Palio

Facebook, il social netwoork più famoso del mondo, da qualche mese sta spopolando anche in Italia. E come accade spesso nel Bel Paese, le ottime idee che arrivano da altre nazioni o continenti, vengono subito usate a sproposito. Grazie a Facebook molti professionisti lavorano e mantengono contatti, condividono foto, si divertono con gli amici. Addirittura Barak Obama ha impostato una parte della sua campagna elettorale per la presidenza degli Stati Uniti proprio su Facebook. Anche in Italia i politici hanno annusato il profumo di successo di questo strumento innovativo, ma sono anche in molti ad abusare del social netwoork che al momento non ha nessuna restrizione giuridica. Contro il Palio di Siena, è nato un fans club dal nome eloquente: “Il Palio di Siena mi fa schifo!“ che raccoglie oltre 3300 adesioni. Senza contare poi che è iniziata una raccolta di firme via internet, sempre su Facebook, “per fermare il Palio di Siena” a cui hanno risposto, fino a ieri, 3000 utenti. Nella motivazione virtuale (“fermare il Palio di Siena e renderlo illegale”, rivolta al governo, si legge sia in italiano sia in inglese: “La pista è pericolosa per i cavalli, troppi cavalli muoino, non è civile, fermiamo i maltrattamenti sui cavalli”. Tutto correlato da foto eloquenti come ad esempio l’arrivo nella Carriera di Provenzano. E senza parlare dei commenti che vengono lasciati dagli aderenti: “Il Palio è una vera tortura per i cavalli! Sono morti moltissimi cavalli... altri hanno riportato fratture! Quasi ogni anno almeno un cavallo muore... questo non è spettacolo. E’ una vera schifezza! Ci sono vari modi per far vedere la bravura del cavallo e fare spettacolo senza mettere in pericolo la vita del cavallo (dressage,salto ostacoli,cross...). Se avete un minimo di rispetto per questi bellissimi animali sarete daccordo con me. Fermiamo questo massacro!” ha scritto una ragazza
da "Corriere di Siena"