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A Siena si dice che....

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A Siena si dice che.... - Pagina 3 Empty Donne nelle contrade, serve più rispetto

Messaggio  jabru Gio Dic 16, 2010 5:29 pm

SIENA16.12.2010 “Nelle contrade il rispetto verso la donna è spesso o talvolta carente”. La denuncia viene dal documento “La concezione della donna nella realtà contradaiola”, redatto da una delegazione di cinque donne della Commissione delle Elette del Comune di Siena, che chiede di intervenire all’assessorato comunale alle Pari Opportunità. Non c’è un riferimento specifico alla questione delle donne dell’Oca, dove le quote rosa non sono ammesse al voto degli organismi di contrada. Ma i contenuti sono molto espliciti e manifestano una precisa volontà di superare condizioni anacronistiche come quelle che permangono in Fontebranda, nonostante le ultime note vicende. Il documento prodotto dalla commissione delle elette del Comune di Siena chiede: “Siamo proprio sicuri che in contrada si faccia di tutto per consentire le pari opportunità di genere e, soprattutto, il rispetto reciproco? Numerose testimonianze sembrano orientate in senso contrario”. Nelle conclusioni il documento chiede alle contrade di “assumere atteggiamenti virtuosi che non siano in contrasto con le prescrizioni dell’ordinamento, nell’ambito del quale agiscono e operano“ e all’assessorato alle Pari Opportunità di “intervenire sulle eventuali disparità rilevate per rimuovere qualsiasi forma di discriminazione sostanziale, anche indiretta, fondata sul sesso”. Il documento passerà al vaglio anche del Magistrato delle contrade. Anche l’organismo più autorevole dovrà prendere atto delle necessità delle donne senesi
da Corriere di Siena
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A Siena si dice che.... - Pagina 3 Empty Donne e contrada c'è un documento

Messaggio  jabru Gio Dic 16, 2010 5:32 pm

Siena, 15 dicemrbe 2010 - La commissione delle elette del consiglio comunale, presieduta da Federica Gioia, ce l’ha fatta. Ieri, dopo un «travaglio» durato mesi, ha approvato all’unanimità (alcuni membri però erano assenti) un documento in cui è inevitabile leggere un richiamo alla vicenda del diritto di voto negato alle donne dell’Oca sebbene, vale la pena ribadirlo, non tutte le contradaiole di Fontebranda rivendichino l’accesso alle urne sostenendo che la questione va risolta all’interno del rione. Il testo, soft ma dal contenuto inequivocabile, rispettoso dell’autonomia dei 17 rioni, ovviamente non accenna all’Oca in maniera diretta.



E’ composto da una premessa e da un dispositivo. Come deciso nella riunione svoltasi ieri a palazzo Berlinghieri, sarà prima presentato al presidente del consiglio comunale, inviandolo al contempo alla giunta, alla stampa e al Magistrato delle Contrade. Il testo è frutto di una rielaborazione svolta da una commissione ristretta, così fu stabilito nel maggio scorso. Ne facevano parte Giuliana De Angelis, Carolina Persi, Giulia Puccini Negrini, Sara Romano e Patrizia Turrini. Si è stati bene attenti a non far entrare la politica nel documento, neppure accidentalmente. Il dispositivo si concentra infatti sul ruolo delle Contrade che hanno la responsabilità di contribuire al decoro e alla rispettabilità culturale della città, stante il loro dna antico.



Si ribadisce l’autonomia delle 17 in ogni attività purchè sia in linea con quei principi cardine e quei valori che regolano la vita sociale. Viene da chiedersi: ci si riferisce alla Costituzione? In pratica, si invitano le Consorelle a un comportamento che non contrasti con le prescrizioni dell’ordinamento nell’ambito del quale operano. Il documento della commissione delle elette, infine, si rivolge all’assessorato alle pari opportunità affinché, qualora rilevi disparità (nel trattamento di genere, ossia fra uomini e donne) agisca secondo le proprie competenze per eliminare qualsiasi tipo di discriminazione sostanziale fondata appunto sul sessosulla base di principi sanciti non solo da leggi internazionali ma anche dallo Statuto del nostro Comune.

Laura Valdesi da La Nazione

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A Siena si dice che.... - Pagina 3 Empty Intervista al neo eletto capitano della Selva

Messaggio  jabru Lun Dic 20, 2010 11:10 am

Michele Rugani si presenta: "Fare il Capitano è una grande sfida"

Orgoglioso della storia della sua Contrada, pronto ad una nuova sfida. Michele Rugani si presenta al mondo del Palio con un'immagine differente dal solito, anche con la consapevolezza di non avere un cognome banale. Appena eletto aveva parlato di colori e di capitani della storia della Selva: la sua “presentazione ufficiale” mantiene i concetti delle impressioni a caldo.
Appena eletto hai parlato di essere pronto a continuare il lavoro dei capitani della storia della Selva: cosa erediti di preciso?
“Eredito un grande lavoro, che si mantiene costante da oltre 40 anni. Un lavoro di continuità tra capitani, a volte tra mangini e comunque sia con un filo diretto di palio che rende molto più semplice il lavoro di tutti noi”.
Qual è stato il filo conduttore della Selva in tutti questi anni?
“La continuità, l'unione di intenti che per il 90% della città di Siena può sembrare quello di vincere, in realtà è perseguire e mantenere inalterato il nome della Selva”.
La Selva ha anche da gestire le alleanze con Chiocciola e Tartuca...
“Per noi sono due grandi alleate, ci teniamo a entrambe”.
Perché hai accettato di fare il capitano?
“Soprattutto per un senso di responsabilità e una grande passione per la contrada. Poi per mettersi in gioco, in discussione, è innegabile. Ti confronti con te stesso, una grande sfida”.
Quanto pesa il cognome?
“Il peso che gli dai, probabilmente è stata la stessa cosa per di mio padre perché anche mio nonno era capitano della Tartuca. Sicuramente uno stimolo e un'ulteriore sfida ed un senso di rispetto per mio padre e per mio nonno per continuare a fare il Palio. Mio padre è stato un capitano eccezionale, ho vissuto personalmente il suo Palio i due momenti: nella mia infanzia e all'inizio della maturità. E' stato sicuramente un grande capitano, come ce ne sono stati altri in altre contrade e nella Selva. Io sono diverso e non penso di avere le stesse caratteristiche, pur condividendo certi passaggi”.
Qual è il profilo di fantino ideale per la Selva?
“La Selva preferisce scegliere il fantino in base al cavallo avuto in sorte. Credo che la scelta vada fatta in base a questo”.
Quali sono gli obiettivi della Selva in fatto di fantini?
“Possiamo montare chiunque, senza eccezioni. Dipende dalla situazione e dal cavallo”.
C'è possibilità di vedere in Vallepiatta un fantino di contrada?
“Nel 2011 non corriamo mai, non ci sono i motivi per farlo”.
A proposito di estrazione a sorte, hai già previsto di fare qualche “magata”?
“Mah, sicuramente sarà il primo passo per misurare la familiarità con la Dea Bendata”. La magata è un concetto associato a situazioni che nel passato miopadre ha creato, ma i tempi e le situaizoni sono cambiati. Era un Palio preso anche per gioco, fatto però con l'intelligenza di persone adulte”.
Ti piacerebbe giocare?
“Se c'è la possibilità sì”.
Oggi tutti parlano di Palio in mano ai fantini, sei d'accordo?
“Indiscutibilmente è vero, oggi si parla di Palio di fantini, ma in realtà c’è sempre stato. Come con quello delle Contrade, nella storia del Palio si possono ricordare diverse situazioni analoghe che si sono ripetute nel corso dei secoli”.
Quale Palio preferisci tra i due?
“Probabilmente quello delle Contrade, ma questo non toglie che possano verificarsi entrambi. Non è che se c'è il Palio dei fantini, ammesso che ci sia, mi senta escluso come Contrada”.
Cosa pensi del protocollo equino?
“I cavalli sono animali splendidi, se potessero parlare ci direbbero tante cose. Ed in realtà ce le dicono molte, basta interpretarli. Comunque il protocollo è nato in seguito all'esigenza di difendere la Festa da attacchi esterni. Le basi del Protocollo e tutto ciò che è stato fatto finora è notevole.
Spesso le novità sono prese con diffidenza ma facendo tesoro dell'esperienza degli ultimi anni si può sicuramente migliorare il lavoro di tutti. Ritrovarsi a marzo con 200 cavalli e dover arrivare alla tratta con trenta soggetti, sicuramente comporta scelte che accontentano pochi ma in questo tutti devono collaborare al fine di apportare al dialogo elementi costruttivi. Personalmente non vedrei male una maggiore attenzione alla qualità delle strutture”.
Già e Istriceddu sono in assoluto i migliori cavalli?
“Dovranno sempre dimostrarlo, ma comunque per ora i fatti lo dimostrano. Sono dei cavalli eccezionali che hanno imparato a vincere”.
Come sempre, la strategia della Selva sarà quella di avere nel lotto tutti i cavalli migliori...
“Certo, i cavalli migliori. Se sono in condizione e stanno bene, perché non prenderli. Sono vissuto in un periodo in cui i cavalli erano i veri protagonisti del Palio. Siamo nati e cresciuti sotto dei miti, che oggi è quasi impossibile inseguire per le poche carriere che disputano. Panezio è un cavallo che se corresse oggi avrebbe corso e vinto la metà dei Palii…”.
Qual è il sogno nel cassetto di Michele Rugani?
“Un sogno se si svela non si avvera”.

>>19/12/2010 18.42.00(SIENANEWS)



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A Siena si dice che.... - Pagina 3 Empty Contrade, sentinelle dell'arte cittadina

Messaggio  jabru Lun Dic 20, 2010 6:31 pm

Siena, 20 dicembre 2010 - Collante sociale. Di più. 'Sentinelle' di quell’immenso patrimonio storico-artistico che è racchiuso in musei e Società. Sono uniche le Contrade. E anche la Banca Monte dei Paschi, che ha drasticamente tagliato interventi di sostegno ad altre realtà, nell’ultimo consiglio di amministrazione ha invece confermato quello forte, sentito, alle 17 consorelle: 900 mila euro in tre anni (2011-2013), 50mila sono del Magistrato per il recupero e il restauro del cippo di Monteaperti.

L’ha annunciato il presidente Giuseppe Mussari accogliendo nella Rocca, insieme al vice direttore generale Antonio Marino, i priori per un brindisi beneaugurale, come consuetudine in occasione dell’apertura dell’anno contradaiolo per Sant’Ansano, patrono della città. Festa che non conosce crisi. E che è stata capace di calamitare in Duomo, richiamate dal rullo dei tamburi (provoca sempre un brivido in ogni senese, anche d’inverno), intere famiglie e centinaia di contradaioli.

Facevano da corona ai monturati dei 17 rioni e alle autorità durante la messa celebrata dall’arcivescovo Antonio Buoncristiani, che nella sua omelia ha sottolineato l’importanza della partecipazione comunitaria di cui le consorelle continuano ad essere portabandiera. Ma ieri è stato anche l’ultimo Sant’Ansano da rettore per Roberto Martinelli. "Il saluto ai colleghi avverrà nella riunione del Magistrato del 22 dicembre", spiega annunciando che in tale occasione gli onorandi esprimeranno un parere sulla proposta di legge sulle Contrade di Siena e sul Palio presentata dall’onorevole Franco Ceccuzzi. "Il cuore del testo è sui 17 rioni, com’era anche nei progetti che si sono susseguiti negli ultimi anni. Spero che si possa trovare la giusta quadratura", aggiunge Martinelli. Che alla Rocca ha ringraziato Mussari per aver proseguito l’iniziativa avviata durante l’era Fabrizi.

"Segno del riconoscimento del valore che la presenza delle Contrade riveste nella conservazione del patrimonio artistico e culturale della città", ha osservato il presidente della Rocca. Grazie ai fondi da essa messi a disposizione verranno restaurate opere antiche, realizzate teche per la loro conservazione. E molto altro ancora. Ma Sant’Ansano ha anche un profondo senso religioso, oltre a segnare l’inizio dell’anno contradaiolo. L’ha ricordato l’arcivescovo Buoncristiani nell’omelia dove non ci sono stati riferimenti a temi soci socio-politici particolari, piuttosto una riflessione su quello della sofferenza e della morte "che non deve essere considerata un evento clinico, da gestire attraverso una serie di procedure mediche".

Un messaggio, però, l’ha lanciato alla luce della "troppa solitudine'' incontrata visitando persone anziane e ammalate. "Un campanello d’allarme — ha tuonato infatti — è stata anche la constatazione del gran numero di decessi che avvengono nell’anonimato del nostro policlinico con una percentuale più alta che in altre città che mi ha fatto riflettere come forse, nella nostra realtà sociale, pur tanto ricca di risorse almeno nel recente passato, non si stia perdendo gradualmente il più profondo significato del valore della vita". Vicinanza, umanità: ecco cosa serve.

Sentimenti che si provano magari quando l’ultimo addio non avviene nella piccola cappella dell’obitorio delle Scotte "ma negli oratori di Contrada, in quell’appropriato clima di affetti che lenisce la sofferenza del distacco". Ha reclamato la costruzione di un Hospice, monsignor Buoncristiani, "come struttura residenziale per i malati terminali e stanze singole dove i familiari possano trascorrere del tempo soli con i loro familiari prima del commiato. "Essere accanto", il messaggio dell’arcivescovo. Non solo con le parole ma con i fatti e la condivisione.

di LAURA VALDESI da La Nazione

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A Siena si dice che.... - Pagina 3 Empty Concerto di Natale nella Lupa

Messaggio  jabru Mer Dic 22, 2010 6:24 pm

“Agli albori della sonata”. Questo il titolo del Concerto di Natale organizzato dalla Contrada della Lupa che avrà luogo il prossimo 23 dicembre alle ore 21,15 nell'Oratorio di San Rocco (Via Vallerozzi, 63) con l'ensemble In Cordis formato da Alessia Pazzaglia, violino e Umberto Cerini, organo.
Un programma interamente dedicato alla musica antica con brani di Scarlatti, Martini, Tartini ed altri autori vissuti tra il 1600 e 1700 che contribuirono a edificare le basi della forma sonata cristallizzatasi nella seconda metà del '700 grazie all'opera di Haydn e Mozart.
Alessia Pazzaglia suonerà con un violino di epoca barocca, accompagnata da Umberto Cerini sull'antico organo Agàti dell'oratorio lupaiolo.
AntennaRadioEsse
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A Siena si dice che.... - Pagina 3 Empty Il Palio Candidato come bene immateriale dell'UNESCO

Messaggio  jabru Gio Dic 23, 2010 12:25 pm

Siena, 23 dicembre 2010 - La giunta del Comune di Siena ha ufficialmente anunciato che presenterà la candidatura del Palio di Siena per il suo inserimento nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Immateriale dell'Unesco.

La candidatura rispetta i parametri sanciti dalla Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale Unesco varata il 17 ottobre 2003. L'amministrazione sta già lavorando alla documentazione necessaria per effettuare la domanda e tutta la modulistica necessaria sarà depositata quanto prima.

Il Palio rappresenta un'espressione delle tradizioni del popolo senese seconda a nessun'altra manifestazione analoga in Italia. La festa cittadina è inoltre veicolo di tradizioni storiche dagli alti contenuti civili, religiosi e spirituali.

Il centro storico di Siena è già presente nella lista dei siti Unesco come bene storico e architettonico. Il magistrato delle contrade e il Consorzio per la tutela del Palio hanno già espresso il proprio parere favorevole appoggiando la candidatura.

.Cavallo Magazine
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A Siena si dice che.... - Pagina 3 Empty Il Palio patrimonio dell'umanità

Messaggio  jabru Gio Dic 23, 2010 12:28 pm

S
IENA. Il Comune di Siena presenterà la candidatura del Palio di Siena per l’inserimento della Lista Rappresentativa del Patrimonio Immateriale dell’Unesco: lo ha deciso la giunta di questa mattina (22 dicembre).


La candidatura è pienamente coerente con la “Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale Unesco” del 17 ottobre 2003. L’amministrazione sta già lavorando alla documentazione necessaria per effettuare la domanda, al più presto saranno depositati i moduli, mentre ha già lavorato al dossier di candidatura e alle schede di inventario che rappresentano la Festa da un punto di vista documentale in maniera precisa e conforme.

Il Palio, infatti, rappresenta una espressione delle tradizioni del popolo senese seconda a nessun’altra in Italia e ovunque nel mondo perché veicolo di tradizioni storiche dagli alti contenuti civili, religiosi, spirituali; perché esempio di libera e democratica unità nella diversità di coloro che partecipano alla Festa, alla Contrada, alla città; perché esempio di cura continua della salvaguardia dei cavalli, protagonisti della Festa; perché esempio di trasmissione tra le generazioni di valori di una identità inimitabile.

Il Centro Storico di Siena è già presente nella Lista dei siti Unesco come bene storico e architettonico. Il Magistrato delle Contrade e il Consorzio per la Tutela del Palio hanno espresso il loro parere favorevole e il loro appoggio alla candidatura.

L’inserimento del Palio di Siena nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco lo collocherebbe, quale immenso e intangibile patrimonio, nell’ambito che gli compete di patrimonio dell’intera umanità.
Il Cittadino Online
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A Siena si dice che.... - Pagina 3 Empty Palio patrimonio dell'intera umanità

Messaggio  jabru Gio Dic 23, 2010 12:31 pm

Palio di Siena candidato all’inserimento nella Lista del Patrimonio Immateriale dell’Unesco

Il Comune di Siena presenterà la candidatura del Palio di Siena per l’inserimento della Lista Rappresentativa del Patrimonio Immateriale dell’Unesco. E’ quanto ha deciso la giunta di questa mattina, 22 dicembre.

La candidatura è pienamente coerente con la “Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale Unesco” del 17 ottobre 2003. L’amministrazione sta già lavorando alla documentazione necessaria per effettuare la domanda, al più presto saranno depositati i moduli, mentre ha già lavorato al dossier di candidatura e alle schede di inventario che rappresentano la Festa da un punto di vista documentale in maniera precisa e conforme.

Il Palio, infatti, rappresenta una espressione delle tradizioni del popolo senese seconda a nessun’altra in Italia e ovunque nel mondo perché veicolo di tradizioni storiche dagli alti contenuti civili, religiosi, spirituali; perché esempio di libera e democratica unità nella diversità di coloro che partecipano alla Festa, alla Contrada, alla città; perché esempio di cura continua della salvaguardia dei cavalli, protagonisti della Festa; perché esempio di trasmissione tra le generazioni di valori di una identità inimitabile.

Il Centro Storico di Siena è già presente nella Lista dei siti Unesco come bene storico e architettonico. Il Magistrato delle Contrade e il Consorzio per la Tutela del Palio hanno espresso il loro parere favorevole e il loro appoggio alla candidatura.

L’inserimento del Palio di Siena nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco lo collocherebbe, quale immenso e intangibile patrimonio, nell’ambito che gli compete di patrimonio dell’intera umanità.


>>22/12/2010 17.06.00(SIENANEWS)


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A Siena si dice che.... - Pagina 3 Empty Nuovo priore nell'Istrice

Messaggio  jabru Lun Dic 27, 2010 6:29 pm

Torna una donna alla guida del popolo di Camollia. Una scelta che si rinnova sulla scia di una profonda tradizione familiare. Il 24 dicembre, vigilia di Natale, si è svolta la cerimonia di insediamento ed oggi Nicoletta Fabio è a tutti gli effetti priore dell'Istrice, raccogliendo l'eredità del suo predecessore Mauro Civai e prima ancora della zia Maria Grazia Testi Botteghi che ha ricoperto negli anni Novanta lo stesso incarico. Come ha vissuto e che cosa ha rappresentato la contrada nelle varie fasi della sua vita? "Ho una significativa tradizione familiare alle spalle che mi ha aiutato a mantenere nel tempo un fortissimo senso di appartenenza al rione - risponde Nicoletta Fabio - Purtroppo negli anni in cui si comincia a collaborare in maniera più assidua e consapevole in contrada ho vissuto un lungo esilio fiorentino. Quando sono rientrata nel 1993 ho cominciato a frequentare più fattivamente, erano gli anni in cui mia zia era priore, così con molta cautela e molta umilità mi sono riavvicinata alla vita del rione, cominciando con i servizi ai tavoli e in cucina. Poi nel 2002 per un paio di mandati ho fatto parte della redazione dell'Aculeo, da 2004 al 2006 sono stata cancelliere ed ho anche presieduto la commissione del numero unico dell'ultima vittoria. Ho fatto parte della commissione elettorale un anno fa. Inaspettatamente mi sono ritrovata a ricevere la proposta per questa massimo incarico". La prima sensazione quando è arrivata la proposta? "E' stata un'emozione forte, accompagnata da qualche timore, soprattutto da tanta soddisfazione. Questo impegno non lo vivo tanto come una gratificazione personale, ci tengo molto a dirlo, ma come una grande responsabilità che mi assumo nei confronti di un grande popolo. Sono fiera e orgogliosa di essere dell'Istrice, prima ancora del ruolo che vado a ricoprire". Quale sentimento le ha restituito il popolo di Camollia nel momento del suo insediamento? "Una sensazione molto intensa e coinvolgente, mi sono presentata in maniera estramemente sincera ed aperta. Credo che questo mio atteggiamento sia stato apprezzato. Ho ricevuto e ricevo manifestazioni di affetto che mi danno coraggio, mi sento sostenuta". Qual è il messaggio contenuto nel suo discorso di insediamento che ritiene distintivo del suo mandato? "Voglio che ci si confronti fra noi con semplicità, con schiettezza, con immediatezza, che ci si ascolti a vicenda, che i giovani ascoltino i più vecchi, ma che i vecchi sappiano parlare ai giovani che il seggio ascolti il popolo e il popolo rispetti e ascolti e il seggio, perchè si comprendano reciprocamente le ragioni. Vorrei che ci si confrontasse con i maggiorenti che sono una risorsa importassima per il rione. Se c'è una sinergia fra chi governa e il suo popolo si può affrontare qualunque ostacolo e superarlo". Il popolo di Camollia appare un popolo molto passionale che ha mantenuto salde le radici, ma essendo molto numeroso è anche molto battagliero. Come ci si confronta con un popolo così ardimentoso. "Il popolo dell'Istrice è più radicato alle tradizioni di quanto possa apparire all'esterno. E' vero che i grandi numeri sono una forza e sono una ricchezza, ma espongono anche a sfilacciature e a un acceso confronto. A fronte di questo resta il fatto che gli istriciaioli mantengono un forte senso di appartenenza che costituisce il collante che consente a tutti di lottare per un destino comune, sentendo il bene dell'Istrice come fattore prioritario". Dopo un seggio dimissionario e qualche tensione, la sua elezione è stata comunque accompagnata da un clima disteso. Qual ora il clima? "La commissioni elettorale ha lavorato con una certa serenità che non era così scontata dopo un seggio dimissionario. Ci tengo per questo a ringraziare il seggio uscente che nonostante il clima non ideale, nei miei confronti è stato estremamente disponibile, a dimostrazione che nel momento del bisogno i contradaioli mettono l'Istrice prima di tutto. E che sono capaci di mettere da parte anche qualche personalismo". I giovani sono la linfa per le contrade, ma è necessario guidarli, come pensa di dialogare con loro? Lei è un insegnante, sarà agevolata... "Ripongo molte belle speranze e una fiducia incondizionata nelle nuove generazioni, sarà per deformazione professionale. Invidio la loro spensieratezza e quel pizzico di incoscienza che li accompagna anche in contrada. Nei miei confronti sono rispettosi e fiduciosi e nutrono una certa simpatia, vorrei non deluderli e spero che loro facciamo altrettanto con me. C'è anche una profonda tradizione nell'Istrice, nel gruppo piccoli, che svolge un lavoro attento di vera guida nei confronti dei ragazzi, credo che una attenzione simile alla fine paghi". Si parla molto del ruolo delle donne in contrada. Si è sentito persino il bisogno negli ultimi tempi di organizzare conferenze sull'argomento. Che cosa manca alla donna in contrada tanto da doverne parlare? "E' sempre antipatico e fuorviante parlare di donne in contrada, bisognerebbe parlare di persone e basta, senza distinzione di sesso e ce ne sono di buone e meno buone fra gli uomini e fra le le donne. Nell'Istrice ci sono anche contradaioli che non apprezzano che una donna ricopra incarichi di primo piano e lo esternano in maniera molto aperta. Ma resta il fatto che l'Istrice, come altre contrade, ha dimostrato che le donne possono stare al vertice e rappresentare al meglio i propri colori, onorando la Festa. Penso che le donne molto spesso inconsapevolmente si ghettizzino nelle contrade. Al contrario dovremmo interagire tutti molto di più, per scambiarsi idee ed esperienze, per alimentare una conoscenza reciproca che in qualsiasi contesto è sinonimo di crescita. Ogni contrada ha le sue consuetudini e non si può sindacare, ma è innegabile che le donne possano dare alla contrada esattamente quello che danno gli uomini". Si parla molto anche dei valori della contrada e ora lo si fa confrontando le esperienze dei rioni in manifestazioni pubbliche, che cosa ne pensa? "Il dialogo risponde a una esigenza comune evidentemente, d'altronde c'è un interesse comune che è il bene della Festa, se riusciamo a trovare il giusto rapporto fra tradizione e innovazione potremo pensare di mantenere i nostri valori più cari. Credo che le contrade non debbano rincorrere i tempi, ma debbano mantenere il loro ritmo, forse lento, ma certamente più riflessivo e destinato a conservare la sua natura. Nel rispetto dell'unicità è molto importante mettere insieme le esperienze e ragionare sul futuro delle contrade". In quale modo le contrade hanno sconfinato, inseguendo i tempi? "A parte le feste comandate, si tende a fare aggregazione imitando eventi che sono fruibili dappertutto, mentre la contrada a mio parere dovrebbe offrire qualcosa di diverso di unico. Vanno bene le discoteche e le manifestazioni gastronomiche che in qualche modo sono diventate una tradizione, ma oggi la contrada deve proporre un programma che vada oltre, più legato alla sua natura e più educativo per certi versi". Veniamo alla rivalità che va sempre e comunque gestita. La vostra è una fra le più acerrime. "I rapporti con la Lupa sono congelati al 2002, perché allora la Lupa ha assunto una posizione secondo noi anomala, nel momento in cui non ha firmato il noto documento del Magistrato delle contrade sottoscritto invece da tutte le altre sedici consorelle. Non è l'Istrice che si è voluto distinguere o ha assunto posizioni piccose”. “A mio parere sono le tradizioni che regolano rapporti fra contrade rivali, non altro. Il nostro atteggiamento nei confronti della rivale dunque è strettamente consequenziale alle scelte che la Lupa ha volontariamente compiuto otto anni fa. Non ci sono motivi per cambiare la posizione da noi assunta, con coerenza, negli ultimi anni"

Gaia Tancredi da Corriere di Siena
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A Siena si dice che.... - Pagina 3 Empty doping al palio

Messaggio  jabru Mar Dic 28, 2010 6:14 pm

Inchiesta sul doping ai cavalli, colpo di scena. Ci sono otto indagati. Un atto dovuto della procura per risolvere il tormentone che ha infiammato il dopo Palio dell’Assunta. Ossia: sono state somministrate sostanze non consentite ai mezzosangue da Piazza trovati «non negativi» nei laboratori di Pisa e poi «scagionati» da quelli dell’Unire-Lab di Milano? I metodi usati erano completamente diversi — uno qualitativo, l’altro quantitativo — per cui il sostituto procuratore Nicola Marini, che ha ereditato il fascicolo dal collega Mario Formisano, ha deciso di tagliare la testa al toro. E chiedere al giudice delle indagini preliminari l’incidente probatorio. Vale a dire nuove analisi sulle provette di sangue prelevate alla previsita e custodite tuttora a Pisa, dove sono state poste sotto sequestro dalla Forestale. Una svolta che ha di nuovo mandato in fibrillazione il mondo del Palio, sebbene i proprietari che hanno ricevuto l’atto — valido anche come informazione di garanzia — si dicano rammaricati «ma con la coscienza a posto». Soprattutto desiderosi di fare chiarezza in via definitiva, in tempi rapidi.



Ad innescare la querelle era stato il balletto dei risultati relativi alle analisi del sangue che, di regola, viene prelevato ai cavalli durante la previsita al Ceppo. Otto i non negativi a seguito dell’accertamento svolto con il sistema «Elisa» dal dipartimento di clinica veterinaria dell’Università di Pisa del professor Giulio Soldani, con cui il Comune ha da anni la convenzione. I soggetti che a causa di questo «sospetto» non vennero ammessi alle prove all’alba e alla Tratta furono il campione Già del menhir, la quotata cavallina Lampante, Leggenda del menhir, Cuore Nero, Froria, Mosè de P.Ulpu, Minotauro e Bongo Bingo. Ma le analisi disposte da palazzo pubblico extra iter del Protocollo, presso i laboratori dell’UnireLab di Milano, avevano poi emesso un verdetto diverso: niente sostanze proibite. La cromatografia e la spettrometria, che danno risposte sotto il profilo quantitativo, non avevano riscontrato insomma alcun tipo di doping. Proprio su tale aspetto — «positivi-negativi» — si è incentrata da subito l’inchiesta della procura che ha portato ad aprire un fascicolo dove il Comune di Siena appare ad oggi persona offesa. L’ipotesi di reato nel procedimento è maltrattamento di animali, previsto dall’articolo 544 ter.



L’incidente probatorio è stato scelto dal pm Nicola Marini quale strumento più adeguato per dirimere lo stridente contrasto esistente fra l’esito dei due esami ripetendo le analisi sul sangue ancora disponibile, che è stato congelato e trattato in maniera da rendere possibile un nuovo accertamento. Volto appunto a capire se le provette contengono sostanze che possono causare effetti nocivi sulla salute dei cavalli. Non si poteva attendere un eventuale processo per compiere tale operazione in quanto avrebbe voluto dire attendere troppo tempo e rischiare di rendere inutilizzabili i campioni ematici degli otto cavalli sub-judice. Intanto nell’ambiente del Palio prende forza la convinzione che il metodo Elisa usato a Pisa è valido ma totalmente diverso da quello dell’UnireLab per cui difficilmente si potrà dire che uno di essi aveva sbagliato. Con forte probabilità hanno infatti ragione entrambi perché il sistema ultrarapido impiegato a Pisa si limita a segnalare la presenza di sostanze (di qui l’esclusione dei cavalli dalla Tratta) ma non la loro quantità che viene invece riscontrata con i metodi dell’UnireLab, meno veloci di «Elisa».



Certo è che adesso i proprietari indagati si consulteranno con gli avvocati per studiare le prossime mosse che spaziano dalla presentazione di memorie alla nomina di propri tecnici che assistano alle nuove analisi, qualora il gip accolga la richiesta del pm Marini e fissi la data dell’incidente probatorio. E soprattutto decida in quale laboratorio effettuarlo. Alla vicenda guardano con particolare attenzione anche gli allenatori e i veterinari dei mezzosangue sotto inchiesta. Gli ultimi avvisi sono stati consegnati proprio ieri dalla Forestale, che ha condotto l’indagine. Ma c’è già chi (vedi il caso di Antonio Costantino Buzzi, proprietario di Cuore Nero) il 9 dicembre scorso aveva ricevuto la richiesta di incidente probatorio, venendo a conoscenza di essere indagato per maltrattamento di animali.

Laura Valdesi La Nazione

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A Siena si dice che.... - Pagina 3 Empty Storia di un cappotto

Messaggio  jabru Mar Dic 28, 2010 6:32 pm

Realizzare un cappotto è dir per sé un’impresa eccezionale, alcune contrade ci sono riuscite più volte, come la Giraffa, la Civetta, la Torre e la Tartuca, altre una sola volta ed altre mai.

Il Nicchio è fra le contrade che hanno realizzato il cappotto in una sola occasione, nel 1834 con il fantino Giovanni Brandani detto “Pipistrello”.
Ma il cappotto dei Pispini ha una particolarità unica tra i sedici della storia: è l’unico realizzato, o per meglio dire completato, con l’ausilio di un cavallo scosso.

Nel luglio 1834 il Nicchio ebbe in sorte il Morello di Lorenzo Iacopi, di gran lunga il miglior barbero dell’epoca, già vittorioso nei due Palii dell’anno precedente con Pipistrello e che avrebbe chiuso la sua travolgente carriera con cinque vittorie, tra l’altro consecutive.
Agli ordini dei signori Giovanni Cosatti Casolari e Vincenzo Selvi entrarono tra i canapi: il Bruco con Ghiozzo; il Nicchio con Pipistrello; la Tartuca con Stecco; l’Oca col Gobbo Saragiolo; l’Onda con Bonino; la Chiocciola con Giacco; il Leocorno con Brutto; la Giraffa con Maremmanino; la Lupa con Lucca e l’Istrice con Campanino.

La carriera, definita scellerata dalle cronache dell’epoca per le scarse emozioni prodotte, fu dominata, come da pronostico, dal Nicchio.
In testa andò l’Onda ma l’esperto Bonino fu subito superato da Pipistrello che non ebbe difficoltà a mantenere ed alimentare il suo vantaggio, spalleggiato, come in altre occasioni, dagli altri componenti della famiglia Brandani, la dinastia di fantini più numerosa e potente dell’intera storia paliesca che dal 1805 al 1856 schierò in piazza ben nove esponenti e di cui Giovanni fu il più blasonato con le sue cinque vittorie.


Il Drappellone del Palio di Agosto
Nell’agosto successivo il Nicchio ebbe in sorte un baio di Gaetano Santi, al debutto in piazza ed il Capitano Paolo Tognazzi affidò ancora il giubbetto a Pipistrello.
Per l’assenza del fenomenale Morello del Iacopi quella carriera si presentava molto incerta ed il suo svolgimento emozionante ne fu la conferma.

Gli stessi Mossieri di luglio chiamarono: il Leocorno con Lucca; la Selva col Gobbo Saragiolo; l’Onda con Bonino; il Bruco con Diavoletto; il Drago con Giacco; l’Istrice con Stecco; il Nicchio con Pipistrello; l’Oca con Maremmanino; l’Aquila con Campanino e la Civetta con Pescio.
Il Drago partì primo con un buon vantaggio ma a San Martino il fantino cadde lasciando spazio alla Selva, all’Onda, all’Aquila ed al Nicchio.
Al secondo San Martino anche Pipistrello cadde rovinosamente ma lo scosso continuò la sua corsa rimanendo sempre nel gruppo compatto dei battistrada.
L’ultimo giro fu lottato allo stremo da tutti i protagonisti e proprio mentre la vittoria sembrava destinata all’Onda il baio del Nicchio ebbe un guizzo irresistibile riuscendo a precedere di un soffio il binomio di Malborghetto.

La vittoria nicchiaiola fu vivacemente contestata dagli ondaioli e fu necessario “l’augusto consulto” col Granduca Leopoldo II, presente al Palio con la sua famiglia, che confermò il verdetto dei giudici della vincita con la frase, passata alla storia, “Nicco scosso” vero sigillo per l’insperato cappotto.

Giovanni Brandani, dopo questa striscia di successi fuori dal comune, conquistò il suo quinto ed ultimo alloro nel luglio 1836 per la Tartuca, chiudendo la sua avventura in piazza, due anni dopo, con quattordici presenze e cinque vittorie due delle quali, agosto 1833 nella Lupa ed agosto 1834 nel Nicchio, ottenute grazie al cavallo scosso, un vero record della buona sorte eguagliato nel secolo successivo dal maremmano Primo Arzilli detto “Trecciolo”.
da SienaFree
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A Siena si dice che.... - Pagina 3 Empty Bruschelli e Berlusconi, un parallelismo inconsueto

Messaggio  jabru Mer Dic 29, 2010 6:02 pm

Bruschelli e Berlusconi Un parallelismo inconsueto

Lo avreste mai detto che Berlusconi, fra le altre cose, è dotato anche del “fattore Palio”? E soprattutto ci siamo mai chiesti noi senesi e contradaioli in che cosa consiste il “fattore Palio”? Lo ha individuato e traslato nel mondo politico l’editorialista del Corriere della Sera Beppe Severgnini nel suo libro, da pochi giorni in libreria, “La pancia degli italiani, Berlusconi spiegato ai posteri”. “Nel Palio di Siena è importante vincere - scrive lo scrittore e giornalista dalla penna particolarmente pungente - ma è altrettanto importante, forse di più, che il rivale perda. L’ostilità fra le contrade è reciproca e riciprocamente necessaria...L’avversione è un tango, non si balla da soli”. Questa l’interpretazione che Severgnini dà della nostra Festa pronto ad applicare il teorema sulla longevità politica del Cavaliere, per spiegare come il “fattore Palio”, così inteso, sia uno dei segreti del suo lungo regno. Per ogni sezione dell’elettorato Berlusconi ha trovato l’antagonista tanto da generare vere e proprie fazioni, come avviene per le contrade, ritiene Severgnini. Cattolici contro anticlericali, imputati contro magistrati, revisionisti e partiginai, evasori contro controllori e così via, proprio come Oca e Torre, Aquila e Pantera, Lupa e Istrice, secondo il parallelismo proposto dallo scrittore. E ciliegina sulla torta Severgnini ha accostato Silvio Berlusconi e Luigi Bruschelli. Scoprendo che in termini di successi e di numeri collezionati in pochi anni, il fantino rischia di superare il presidente del consiglio: “L’attuale dominatore del Palio è un fantino conosciuto come Trecciolino: non il nome più adatto per introdurre l’analogia con il Cavaliere”, scrive Severgnini nel libro con una gustosa battuta. “Si chiama Luigi Bruschelli - continua - ha vinto dodici volte, solo due in meno del leggendario Aceto....Berlusconi è fermo a tre elezioni generali, ma può vantare successi nelle amministrative, nelle Europee e nei referendum. Come carriera può competere coi migliori”. In fondo in Italia siamo tutti “contradaioli politici”, afferma ancora l’autore. ”La fedeltà ad un uomo e una bandiera è speculare all’ostilità per la bandiera avversaria che la regge. Una questione di pancia prima che di testa”. Un lungo ragionamento fino a che Severgnini incappa nel solito inganno lessicale di chi parla di Palio, senza conoscerne il vocabolario tradizionale: “Non si tifa per una contrada, dicono a Siena: le si appartiene”, scrive. Concetto perfettamente aderente, il tifo infatti non ci appartiene, proprio perchè l’ardore che ci contraddistingue viene dal cuore e dal senso di appartenenza e non da una strategia di parte studiata a tavolino

Gaia Tancredi da Corriere di Siena
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A Siena si dice che.... - Pagina 3 Empty Aspettando il2011 riviviamo i Palii del 2010

Messaggio  jabru Mer Dic 29, 2010 6:13 pm

In vista del 2011... Riviviamo i Palii del 2010

Le vittorie di Selva e Tartuca; la sfida tra Fedora Saura e Istriceddu; il terribile Palio delle quattro verdi. Assaporiamo la storia di un anno di Palio che se ne va e che ci lascia ricordi indelebili sia nel bene che nel male.

Il volto nuovo, o per meglio dire che ritorna, è quello di Bartolo Ambrosione, richiamato sul verrocchio a sostituire Giorgio Guglielmi di Vulci. Ambrosione ritorna al Palio dopo due presenze nel 2004 e soprattutto eredita una situazione difficile. Nel 2009 i tempi della mossa, che tra luglio e agosto complessivamente sfiorarono le due ore, avevano fatto molto discutere. Ambrosione si farà notare per il rispetto semi rigoroso dei posti al canape da far mantenere ai fantini e peccherà nell'abbassamento del canape per l'anticipo della pressione del pedale. Ma fra luglio e agosto non scontenterà nessuno e per un mossiere non è poca cosa. Dovrebbe essere confermato anche per il 2011.

L'estrazione del 30 maggio regala la gioia di correre il Palio a Onda (che presenta un'insolita bandiera a fiamme), Istrice e Drago, che si aggiungono a Giraffa, Torre, Leocorno, Nicchio, Bruco, Selva e Aquila. L'attesa nel mese che separa la prima estrazione a sorte e il primo Palio dell'anno si svolge all'insegna della curiosità di vedere Luigi Bruschelli detto Trecciolino con il giubbetto del Nicchio, visto che il connubio tra l'ancora undici volte vittorioso e il capitano Mario Corbelli ancora non era stata messa in pratica. Come sempre si vocifera di esclusioni eccellenti, lotto alto e lotto basso, ma soprattutto la discussione verte su quanti fantini esordiranno e dove, visto che mancano alla scelta dei capitani Tittia, Salasso, Brio e Luca Minisini. Dalle previsite del Ceppo però non viene scartato nessun personaggio illustre. Si arriva alla tanto sognata mattinata del 29 giugno con tutti i cavalli disponibili e presenti, con i tre big Già del Menhir, Fedora Saura e Istriceddu che sembrano dipendere uno dall'altro riguardo alla loro presenza tra i dieci barberi. E invece, sorpresa delle sorprese: Già del Menhir non viene portato alla scelta dei capitani per una leggera zoppia e il Palio perde immediatamente un protagonista attesissimo. Si va comunque per un lotto esperto, con il solo Giostreddu esordiente ma risaputo ottimo galoppatore. Il Nicchio e la Selva vedono arrivarsi nelle stalle rispettivamente Istriceddu e Fedora Saura: Mario Corbelli avrà finalmente l'occasione di montare Luigi Bruschelli detto Trecciolino, per un'accoppiata che di diritto deve essere considerata favorita. Non si lamentano neanche la Torre con Leo Lui, la Giraffa con Lampante e l'Istrice con Elfo di Montalbo. In Vallepiatta arriva a sorpresa Silvano Mulas, reduce da una provincia non certo eccezionale, che vede nella cavalla una ghiottissima occasione per mettersi in mostra; gli esordienti del Palio saranno invece Antonio Siri (che sarà chiamato Amsicora, dal nome di un eroe sardo) e Federico Ghiani nell'Aquila (sarà Strappo, per aver strappato il giubbetto di Alessio Migheli durante una batteria della tratta). L'Onda con Giove Deus sceglie Jonatan Bartoletti, nel Leocorno sul suo Giostreddu corre Giuseppe Zedde detto Gingillo, l'Istrice sceglie Francesco Caria e la Giraffa Gianluca Fais. Il quadro viene completato da Virginio Zedde su Elimia e da Alessio Migheli che indossa finalmente il giubbetto del Drago. Nei quattro giorni, che filano via senza particolari sussulti, emergono l'Onda e la Selva, con Trecciolino che prova a nascondere Istriceddu. Anche se il Palio nasconderà tante sorprese.

Mettere un esordiente di rincorsa è come far correre il gran premio di Monaco a un neo patentato. Antonio Siri detto Amsicora si trova di rincorsa, nella condizione di non sfigurare con Leo Lui, favorire tutti e nessuno, ma non l'Onda. Ed invece dopo venti minuti di tondino e di mossa il fantino della Torre commette un errore quasi imperdonabile: l'Onda schizza via prima dal secondo posto, il Nicchio resta impreparato all'istante del via. Giove Deus e Scompiglio volano per un giro in mezzo in testa e dietro di loro dalla bagarre del primo San Martino resistono Leocorno, Selva e Nicchio. Gingillo sfiora il palco del casato e finisce in terra, aprendo la strada agli inseguitori di Scompiglio. Giove Deus non regge e dopo San Martino inizia a perdere terreno, Silvano Mulas spinge Fedora, dopo il Casato infila all'interno l'Onda e a suon di nerbate passa in testa al Palio. Dietro la vana rincorsa del Nicchio porterà a Bruschelli e Istriceddu solo il secondo posto. E' il tripudio selvaiolo: Silvano Mulas al suo terzo Palio trionfa per Vallepiatta con la grigia Fedora Saura, alla sua seconda vittoria, la Selva fa quindici dal dopoguerra. Giove Deus e Giostreddu escono da Piazza infortunati, per Gammede, rimasto in terra al casato, solo un grande spavento.

Giove Deus non ce la farà. Alcuni giorni dopo il Palio sarà abbattuto a causa dei postumi dell'infortunio patito per il Palio. Giostreddu invece sarà iscritto ad agosto alla previsita, Gammede farà anche le prove di notte. Elementi negativi emersi a luglio i calcetti tra i canapi di Leo Lui ed Elimia durante le prove. Questi due cavalli ad agosto saranno scartati alle previsite.

Quattro verdi di diritto: l'antipasto del Palio di agosto non può non far pensare male. La sorte premia Civetta, Giraffa e Onda. Ma la maledizione delle quattro verdi dovrà colpire ancora in tutto e per tutto. “sono tutti cavalli sani, ci saranno tutti i migliori”: la voce del post previsita è una melodia per tutti gli amanti del Palio. Già del Menhir, Istriceddu e Fedora Saura sono tutti sani e pronti a correre il Palio. E invece no: otto cavalli ammessi dai veterinari tra prove di notte e tratta risultano non-negativi ai controlli antidoping e di fatto vengono scartati. I nomi dei “falsi dopati”, a differenza delle altre volte, trapelano e diventano ufficiali: gli illustri Già del Menhir e Lampante scombussolano le strategie dei capitani e Istriceddu e Fedora iniziano a traballare. I capitani però puntano quasi a sorpresa su tutti o quasi i big che rimangono: la grigia vincitrice di luglio Fedora Saura, il baio oscuro Istriceddu, i ritrovati Ilon e Guschione, l'esperto Elfo di Montalbo, gli altri sono tutti debuttanti. Mentre i capitani e il sindaco stanno decidendo i dieci barberi, il cielo si rannuvola e inizia un fortissimo temporale. Nell'attesa di assegnare i cavalli si provano tutte le ipotesi possibili, fino alla decisione definitiva: assegnazione alle 14, nessun popolo in Piazza, tutti i barberi con dirigenza e barbaresco passeranno da via Duprè, cioè dall'unico punto possibile per non far toccare il tufo melmoso ai cavalli. L'assegnazione spettrale favorisce la Tartuca con Istriceddu e il Valdimontone con Fedora. Trecciolino è costretto ad andarsene dal Nicchio (dove c'è Mocambo, lasciandoci Francesco Caria) per andare a creare un'accoppiata vincente nella Tartuca; nel Valdimontone Franco Morandi ripropone l'accoppiata vincente di luglio. E' una sfida nella sfida, come nel Palio dei vecchi tempi. La prima prova è rinviata fin dalla mattina; la seconda prova si corre; la terza annullata per pioggia; la quarta posticipata per far asciugare il tufo e il cavallo del Drago Mortimer inizia a calciare; prova generale e provaccia si corrono regolari. La notte della prova generale, durante il discorso del fantino Andrea Mari nella Civetta, un cornicione si stacca da un balcone di Piazza Tolomei e uccide Alain Enfoux, capo delegazione della città di Avignone ospite a Siena. La città è sconvolta, la mattina del Palio i fantini, rimasti in nove per l'infortunio muscolare a Guschione cavallo della Giraffa (montato da Luca Minisini) la sera precedente, osserveranno un minuto di silenzio. Durante la sbandierata della vittoria la bandiera della Civetta finisce in Piazza e ferisce due turisti belgi. Si può correre il Palio (in nove, senza la Giraffa), ma quanta fatica prima di arrivare al canape.

Il Palio non ha storia: un assolo di potenza e precisione. Trecciolino e Istriceddu portano il Palio in Castelvecchio dopo una corsa senza storia. Tutto facile all'apparenza, ma la fortuna se ti bacia la devi anche riconoscere e sfruttare. Tartuca al primo posto, Selva a fianco; Valdimontone e Nicchio tra i canapi a darsi fastidio e il Bruco con Gingillo di rincorsa. Silvano Mulas e Francesco Caria vestono i panni che competono loro da fantini di rivali, è il Drago al momento del via a prendere il tempo giusto. Istriceddu e Trecciolino sono però più forti e dall'interno con fisico ed esperienza si prendono la prima posizione che non lasceranno più per tutta la corsa, nonostante la vana rincorsa di Andrea Mari e Ilon nella Civetta. Per Trecciolino è il dodicesimo Palio vinto, per Istriceddu il secondo; Massimo Sportelli realizza il grande sogno tartuchino vincendo due Palii in due anni e non perdendo mai durante il suo mandato. E' il momento d'oro della storia di Castelvecchio.

>>29/12/2010 15.01.00(SIENANEWS)



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A Siena si dice che.... - Pagina 3 Empty Il Rettore - Magistrato delle contrade

Messaggio  jabru Gio Dic 30, 2010 5:53 pm

La sera del 21 dicembre si è tenuto l'ultimo incontro per il 2010 del Magistrato delle Contrade. Non è stata solo un’occasione formale ma anche l’opportunità per l’attuale Rettore Roberto Martinelli di fare il proprio saluto ai suoi colleghi. Cinque anni di lavoro intenso per Martinelli ed anche per alcuni suoi colleghi che dal 2011 non faranno più parte del Magistrato. Tra questi due dei tre membri del Consiglio ovvero Mauro Civai, priore dell’Istrice, in carica da ben sette anni e Velio Cini, priore della Selva che ha potuto dare il suo apporto nel Magistrato per sei lunghi anni. L'occasione è stata dunque di quelle importanti, anche per la personalità dei tre priori uscenti, che hanno dato con la loro passione ed intelligenza un grande impulso all'attività del Magistrato, come hanno sottolineato nei loro interventi gli altri priori. Ora si aprono nuovi scenari, che probabilmente andranno oltre il semplice avvicendarsi di nominativi con il subentro dei nuovi eletti delle tre contrade. A meno di imprevisti, entro l’undici gennaio si terrà l’assemblea d’insediamento del nuovo Rettore e Roberto Martinelli ci tiene a ringraziare tutte le persone che hanno collaborato con lui in questi cinque anni. Rettore, come sono stati questi anni nel Magistrato? “E’ stata un’ esperienza molto bella ed anche operosa in vari settori e argomenti grazie alla collaborazione di tutti gli altri priori“. A suo avviso, come stanno le contrade oggi? “A parere mio le contrade stanno abbastanza bene, sono riuscite a superare momenti davvero difficili. Adesso devono discutere insieme su cosa fare nel futuro per riuscire ad adattarsi ai tempi che cambiano rimanendo però sempre se stesse“. Ha qualche consiglio per il suo successore? ”Non mi sento di consigliare nulla. Sicuramente sarà un priore con il quale in questi anni ho lavorato. Sarà lui a valutare se il mio modo di operare nei vari settori è stato quello giusto e se perseguirlo”

Elena Casi da Corriere di Siena
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A Siena si dice che.... - Pagina 3 Empty Il secondo numero di "Le stelle del palio"

Messaggio  jabru Gio Dic 30, 2010 6:02 pm

In edicola il secondo numero de "Le Stelle del Palio"
30/12/10 - 11:00Le Stelle del Palio torna in edicola con il secondo numero per approfondire e far conoscere il lavoro che c’è dietro alla preparazione di un cavallo atleta come deve essere un barbero di Piazza. L’unica rivista sull’anglo arabo stampata in Italia, è disponibile in tutta la provincia senese e, dalla prossima settimana, sarà in edicola anche in Sardegna e nelle città dove vivono profonde tradizioni legate ai palii e ai cavalli mezzo sangue. Se il primo numero era una sorta di catalogo per presentare tutti i cavalli iscritti all’Albo del comune di Siena, il secondo numero si sofferma soprattutto su notizie che riguardano la storia di ieri e di oggi del mezzo sangue. Gli allevamenti che hanno dato i natali a cavalli vincitori di palio, i nuovi stalloni che saranno i riproduttori del futuro della razza, i consigli di esperti su come gestire al meglio il cavallo durante i mesi di riposo e su come costruire una migliore preparazione atletica per il fantino, questi alcuni degli argomenti trattati nel numero in edicola. Tra gli articoli troverete anche quello sul perché delle misure nel cavallo da Palio a firma della commissione veterinaria del Comune di Siena. Quindi i risultati delle prestazioni in ippodromo dei cavalli dell’albo e le cronache delle corse classiche riservate ai mezzo sangue.
Insomma un numero ricco di informazioni utili per chi ama il cavallo anglo arabo. Buona lettura.
AntennaRadioEsse
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A Siena si dice che.... - Pagina 3 Empty 110 anni di carriere

Messaggio  jabru Gio Dic 30, 2010 6:05 pm

110 anni di Carriere - L'opera completa di tutte le carriere sul Campo dal 2 luglio 1900 al 16 agosto 2010

In libreria una pubblicazione che non mancherà sugli scaffali dei contradaioli e degli appassionati del Palio di Siena. La Casa Editrice “Il Leccio” presenta “Dal 2 luglio 1900 al 16 agosto 2010. Cento e dieci anni di carriere” di Massimi Biliorsi con la prefazione curata da Daniele Magrini.
Si tratta dell'opera completa di tutti i Palii del novecento e di questi primi dieci anni del duemila. Qui si possono trovare finalmente riunite, in schede semplici e veloci da consultare: Contrade, cavalli, fantini, ordine di trifora e della mossa, estratte a sorte, capitani e priori vittoriosi, mossieri, Numeri Unici, tempi delle corse, proprietari dei cavalli vincitori, pittori e dediche dei drappelloni, vincitori e autori-committenze masgalani, squalifiche Contrade e fantini. Praticamente tutti i dati che riguardano ogni carriera che si è svolta sul Campo.
Non è mancata una particolare ricerca archivistica che ha scovato alcuni dei “veri” nomi di quei cavalli di inizio novecento che talvolta erano segnati in Comune con i ben poco descrittivi “baio” o “storna”, offrendo quindi un quadro completo che offre al lettore la possibilità di avere, in un'unica pubblicazione, tutti i riferimenti di oltre un secolo di storia paliesca.
Ogni Palio si accompagna infatti attraverso le sue “ufficiali” sfaccettature. Non solo Contrade, cavalli e fantini ma anche tutte le altre non di poco conto nozioni che ci riportano alla luce altri importanti protagonisti.
Spazio quindi ai capitani e priori vittoriosi, che hanno segnato epoche e generazioni, autori di drappelloni e masgalani (committenza, artisti e vincitori), proprietari di cavalli. Ma ci sono altri modi per riportarci alla luce un Palio del passato: le dediche, i tempi della corsa, le squalifiche di Contrade e di fantini, i Numeri Unici, le uniche pubblicazioni “ufficiali” del celebrato trionfo.
Il resto è affidato alla memoria, che distingue la festa senese da tutte le altre, che unisce generazioni, segna il passaggio di tempi, rinsalda continuità dentro ogni rione.
“In tutto questo guazzabuglio di emozioni e ricordi, -scrive Daniele Magrini nella sua introduzione- la memoria va sorretta in qualche modo, e protetta. Ecco che un libro come quello di Massimo, serve eccome, come pietra d’angolo della memoria. Perché se uno ancorasse i propri pensieri ad un Palio temporalmente sbagliato, sarebbe come dimenticare l’anniversario di matrimonio o il compleanno della moglie”.
Basterà leggere poche righe per avere il senso di ogni corsa, il filo di ogni sofferta partenza, nel ricordo di mossieri e carriere straordinarie.
Un libro volutamente semplice e pratico, da tenere a portata di mano, pronto all'uso per un dubbio, un'incertezza, un ricordo da ricostruire per un Palio troppo lontano o troppo vicino, perché talvolta il passato prossimo sfugge di più alla nostra affollata memoria.


>>30/12/2010 14.58.00(SIENANEWS)



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A Siena si dice che.... - Pagina 3 Empty I movimenti del Palio d'inverno

Messaggio  jabru Ven Dic 31, 2010 7:47 pm

Il 2011 è alle porte e ai due Palii dell'anno prossimo i dirigenti stanno già pensando da tempo. La giustizia paliesca ha definito il quadro delle monte per il Palio di luglio, visto che Francesco Caria detto Tremendo, Silvano Mulas detto Voglia e Federico Ghiani detto Strappo hanno ottenuto un Palio di squalifica ciascuno, che sarà scontato nel prossimo Provenzano. Con queste squalifiche si potrebbe auspicare l'esordio di qualche nuovo fantino, ma a differenza degli scorsi anni l'altissimo numero di esordi recenti (un esempio su tutti, Jonatan Bartoletti e Gianluca Fais, fantini considerati quasi "veterani", hanno esordito nel 2007), fa sì che i capitani possano scegliere tra professionisti che abbiano già corso almeno una carriera. Alle squalifiche, per comprendere il quadro delle monte, bisogna aggiungere i rapporti privilegiati dei fantini di Contrada. L'Aquila ha il proprio fantino squalificato per luglio (Strappo), ma la Contrada di Piazza Postierla non correrà di diritto a luglio. Quella dell'Aquila è una situazione simile a quella vissuta da Fontebranda nel 2010, che quest'anno invece correrà di diritto nel Palio di luglio avendo inoltre il suo Giovanni Atzeni detto Tittia "pulito" a livello di giustizia. Al momento il Drago è fuori dai due Palii, così Camporegio ha la possibilità di piazzare il suo Alessio Migheli detto Girolamo dopo la bella prestazione dell'agosto scorso. Stessa situazione per il Bruco, teoricamente mai presente nel 2011. Giuseppe Zedde detto Gingillo, tra tutti i fantini di Contrada quello di maggior spessore, in caso di estrazione di Via del Comune avrà la possibilità di un giubbetto facile, altrimenti sarà libero di scegliere la sua destinazione, sempre con il placet di Giovanni Falciani. Situazione completamente opposta invece per la Lupa, con Gianluca Fais detto Vittorio: Vallerozzi sarà sul tufo in entrambi i Palii del 2011 e quindi punterà forte sul suo fantino. Posti i "punti fissi" della prossima annata di Palio, l'ago della bilancia sarà, inevitabilmente, Luigi Bruschelli detto Trecciolino. La sua separazione dal Nicchio con la conseguente dichiarazione di non voler più essere fantino di Contrada lo mette nella condizione di avere l'importante potere, dall'alto del suo curriculum, di indirizzare le monte: sulla base del giubbetto indossato da Trecciolino si muoveranno le altre contrade. E' risaputa la simpatia tra la Chiocciola (sempre presente nel 2011) e Silvano Mulas, ma il fantino è squalificato a luglio; così come sono risapute le simpatie di Andrea Mari per Pantera e Civetta, le due Contrade in cui il fantino ha vinto. Jonatan Bartoletti è libero di scegliere ed è tra coloro che non avrà assolutamente problemi a trovarsi un giubbetto, dopo i due Palii nell'Onda del 2010. Oltre a coloro che possono contare su buone prestazioni recenti e giubbetti "facili" senza però avere il potere di scelta, ci sono quei fantini che cercano di confermarsi o di tornare ai fasti di un tempo. Luca Minisini, ad esempio, ha segnato "zero" nelle presenze del 2010 per cause di forza maggiore (squalifica luglio, infortunio a Guschione agosto); Alberto Ricceri darà continuità alla presenza nella Selva ad agosto; Virginio Zedde deve dare sostanza alle sue notevoli capacità tecniche. E' ancora Palio di inverno, niente (o quasi) è già deciso. Qualcosa però si intravede all'orizzonte

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A Siena si dice che.... - Pagina 3 Empty Novità in Tartuca: Sportelli cede il posto

Messaggio  jabru Ven Dic 31, 2010 7:51 pm

Capitano Sportelli viene da un mandato perfetto: due Carriere corse e due i Palii vinti

Dopo l'avvento di Michele Rugani nella Selva, anche l'altra contrada che ha vinto nel 2010 cambierà capitano. Le operazioni per l'avvicendamento di Massimo Sportelli a capitano della Tartuca sono in svolgimento e nelle prime settimane dell'anno Castelvecchio sarà in grado di decidere il suo prossimo capitano. Massimo Sportelli viene dal mandato perfetto, con i suoi due Palii vinti tra il luglio 2009 e l'agosto 2010 in altrettante carriere corse. Un primato che difficilmente qualcun altro riuscirà ad eguagliare e che sicuramente ha avvalorato il lavoro biennale da capitano di Sportelli. La scelta da parte del capitano due volte vittorioso di non rinnovare la disponibilità per i prossimi due anni da capitano era già ventilata nei giorni dopo la vittoria di agosto con Istriceddu e Trecciolino e quindi non sorprende nessuno. Per questo la commissione elettorale è già al lavoro ed è ad uno stato avanzato delle consultazioni. Entro metà gennaio si dovrebbe avere la certezza di un nuovo capo dello staff Palio in Castelvecchio, con il nominativo che poi sarà rimesso al giudizio del popolo tartuchino. A proposito del nome che la commissione del capitano sta maggiormente vagliando si parla di Marcello Sbaragli, favorito numero uno a ricevere la pesante eredità di Sportelli. Ma questo sarà un discorso che la Tartuca affronterà ad anno nuovo, facendo così completare il quadro dirigenziale del Palio per l'annata 2011

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