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da Siena

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da Siena - Pagina 3 Empty Magistrato delle Contrade: confermato il Rettore

Messaggio  jabru Gio Apr 22, 2010 4:44 pm

Soddisfazione Per la riconferma alla carica di Magistrato

E’ molto soddisfatto della sua conferma quale rettore del Magistrato delle contrade, Roberto Martinelli: “I colleghi mi avevano nominato all’unanimità per la conferma, io ho subito dato la mia disponibilità e sono felice di poter proseguire il lavoro portato avanti in questi anni“. Rettore, con le iniziative del Bruco e della Selva, si è acceso il dibattito sulle contrade, quale è la posizione del Magistrato? “Su questo punto posso ricordare che siamo da tempo impegnati a trattare l’argomento nella propria sede. Dobbiamo ancora lavorare sul documento da presentare al Comune e dunque non posso ancora esprimere la posizione del Magistrato”. Lei crede che le contrade stiano attraversando un periodo di crisi? “Assolutamente no. E’ giusto discutere di Palio, di vita all’interno del rione e dunque non posso che essere favorevole a questo tipo di iniziative da parte delle contrade. Non credo però che ci sia crisi. I tempi sono inevitabilmente cambiati ma le contrade sapranno evolvere di conseguenza e sapranno adattarsi a tutti le nuove ed eventuali sfaccettature“. Quali sono le problematiche sulle quali state lavorando maggiormente? “Stiamo valutando con attenzione i problemi sorti a causa di certi tipi di manifestazioni e feste in contrada di cui già si è ampiamente discusso nella nostra città. Ci sono state lamentele sulla loro durata, sui rumori incessanti anche a tarda notte. Insieme prenderemo atto di tutto questo e proporremo delle soluzioni che tutte le consorelle dovranno attuare. Stiamo anche valutando attentamente anche l’eccessivo consumo di alcool da parte de minori. E’ necessario che le contrade insieme prendano dei provvedimenti“. Nel corso del dibattito numerosi contradaioli hanno notato il fatto che i senesi si stanno allontanando dal territorio delle contrade. Cosa ne pensa? “Credo che le contrade siano consapevoli di questo ed infatti hanno attuato diverse iniziative per riportare i senesi in contrada e farli riavvicinare così al loro territorio di appartenenza. Poi, grazie alla legge speciale per Siena, alcune sono riuscite a recuperare degli spazi abitativi da destinare ai contradaioli. Questi sono esempi concreti che anche i privati dovrebbero seguire. Ovviamente però le contrade non possono risolvere da sole questi problemi, vanno aiutate“. Quali altri argomenti state trattando in sede di Magistrato? “Dopo i Palii del 2009 ed i dibattiti che si sono accesi intorno alle mosse esageratamente lunghe stiamo valutando tutte le possibili soluzioni. Spero nelle prossime settimane, di poter presentare alla cittadinanza ed al Comune le nostre proposte. Ovviamente saranno solo proposte ed osservazioni, non intendiamo assolutamente presentare alcuna richiesta di modifica al regolamento del Palio“

Elena Casi da Corriere di Siena
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da Siena - Pagina 3 Empty Masgalano: cambiato il regolamento

Messaggio  jabru Gio Apr 22, 2010 4:47 pm

Le modifiche al regolamento per l’assegnazione del masgalano sono state adottate ieri mattina dalla giunta comunale su proposta del Comitato amici del Palio e del Magistrato delle contrade. Passeranno al vaglio del consiglio comunale nella seduta del 29 aprile e in quella sede saranno approvate e quindi rese immediatamente effettive già dalla prossima passeggiata storica. Gli interventi sembrano minimali eppure per alfieri e tamburini rivestono grande importanza. L’andamento degli ultimi anni insegna che l’eccessivo rigore nella valutazione delle sbandierate da una parte e delle stamburate dall’altra, ha in qualche modo frenato la fantasia e la maestria di alfieri e tamburini, inducendoli a scegliere giochi con la bandiera e con le mazze, sempre meno spettacolari: “Come impostazione generale abbiamo pensato di offrire gli strumenti per agevolare le performance delle comparse, modificando i gradi di valutazione. Tendiamo a penalizzare un po’ meno gli errori per spingere alfieri e tamburini ad osare di più e quindi ad offrire l’occasione di mettere in risalto la loro abilità”, sono le parole di Francesco Boschi, presidente del Comitato Amici del Palio. Fra le modifiche anche quella che riguarda i supplenti: ne saranno nomitati quattro, insieme ai 17 membri effettivi della commissione. Inoltre ci sarà una nuova geografia nei diversi punti della Piazza per le sottocommissioni che devono valutare le comparse. La giunta comunale inoltre ha varato ieri lo stanziamento di 400mila euro per la manutenzione straordinaria di scuole, impianti sportivi e altri edifici comunali, per manutenzione degli impianti termoidraulici e sanitari del Comune, per opere in pietra da taglio e pavimentazione nei cimiteri comunali, per il restauro di involucri edilizi e superfici decorate, per le sistemazioni del verde nelle aree di pertinenza degli edifici e cimiteri comunali

Gaia Tancredi da Corriere di Siena
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da Siena - Pagina 3 Empty Convegno nella Selva. L'intervento del priore del Nicchio

Messaggio  jabru Gio Apr 22, 2010 4:51 pm

Siena, 22 aprile 2010 - "E’ necessario recuperare l’allegria in una Festa che si è troppo professionalizzata". Paolo Neri, priore del Nicchio, ha le idee chiare sulla ‘soluzione per uscire dalla crisi’ che le contrade stanno attraversando. Il Nicchio raccoglie il testimone: ci sarà un altro evento-dibattito? "Lo organizzeremo nel tardo autunno. Intanto creeremo un gruppo di riflessione in contrada e manterremo i contatti con la Selva che ha fatto un lavoro di grande livello. Questa formula di un’addizione dal basso che vede l’aggregarsi di altre contrade è positiva; esiste una grande disillusione nelle persone ed è giusto vedere, insieme, se è possibile trovare una ricetta per cambiare la situazione".

Lei ha parlato di "recuperare l’allegria’…"
"L’eccessiva tecnica del Palio uccide la fantasia, l’allegria, la spontaneità. La Festa si è aziendalizzata, ‘americanizzata’, lasciando da parte la sorpresa, la creatività, il gioco. Siamo passati dal gelato artigianale a quello confezionato. E abbiamo dimenticato l’azione, il concetto di fare, perché l’allegria è sorella dell’alacrità: solo chi è allegro si dà da fare".

Quale è, dunque, la strada?
"Ci sono tre soggetti che possono determinare la rinascita dei valori: cavalli, fantini e dirigenti. Il recupero della leggerezza passa da loro e non solo in termini di vittoria di Palio: una volta si diceva che vincere il Palio sana ogni cosa. Oggi non è più vero; la vittoria addormenta il conflitto, ma i problemi poi risorgono. Il fatto è che la vita di contrada – e di Palio – è diventata troppo seriosa. E non ho detto seria".

Troppi tecnicismi, dunque?
"Un esempio: una volta i cavalli da Palio erano dilettanti, soggetti con altri scopi che erano impegnati anche in Piazza. La bellezza stava nello scoprire un cavallo nuovo, c’era la sorpresa del ‘bombolone’ o della ‘brenna’. Oggi questo non esiste più: i cavalli sono conosciuti, analizzati, monitorati, inquadrati. Abbiamo sostituito il fascino dell’erotismo con didascalica pornografia!".

Ma lo facciamo in nome della sicurezza… .
"Il Palio è una giostra, non una corsa: noi corriamo coi cavalli sbagliati! Tutto si risolverebbe abbassando la velocità ; non declassando i purosangue a mezzosangue, come abbiamo fatto, ma ad esempio scegliendo cavalli da polo (per quanto molto costosi) o da Endurance. Ma questa è una proposta rivoluzionaria e quindi irrealizzabile, alla fine ci si scontra anche con i troppi interessi. Certamente, finché facciamo il Palio con cavalli ’corridori’ per professione, si perde il senso della giostra".

Priore, su questi temi come la mette con il suo staff Palio?
"La capitaneria del Nicchio – mi piace chiamarla all’italiana –si è assicurata il miglior fantino sulla piazza, un professionista scrupoloso e grande uomo di cavalli. Il mondo è così ed io devo viverlo così; se potessi ridisegnarlo a mio modo, lo ridisegnerei diverso. E sono convinto che Bruschelli saprebbe muoversi bene anche lì".

Giulia Maestrini La Nazione
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da Siena - Pagina 3 Empty Facebook fa male al palio?

Messaggio  jabru Ven Apr 23, 2010 4:42 pm

Nell'agguerrita sfida a suon di click, ancora una volta Facebook detiene il primato di social network preferito dai "naviganti". Sono soprattutto i giovani e gli adolescenti a scegliere il social network americano per mantenere i contatti con gli amici. Una realtà virtuale nata originariamente come mezzo di comunicazione tra persone lontane tra di loro, ma che sempre più viene utilizzato anche per parlare con gli amici che si vedono tutti i giorni. Una realtà che ha colpito inevitabilmente anche i contradaioli un po' di tutte le età, che spesso utilizzano il proprio profilo "facebucchiano" per esprimere le proprie idee anche sulla contrada. In questi giorni, dopo il convegno su territorio e contrade che si è svolto nella Selva, si è acceso il dibattito in città proprio su questo nuovo mezzo di comunicazione che, secondo alcuni potrebbe essere causa di allontanamento degli adolescenti dal proprio rione. E' comune idea quella che le contrade debbano inevitabilmente misurarsi anche con i social network per farne un mezzo in più di aggregazione dei propri giovani: "Credo che i social network ed internet in generale - spiega Paolo Neri, priore del Nicchio - non siano delle nuove tecniche di comunicazione da temere. E' l'uso che se ne fa che può diventare o buono o cattivo. E' come il coltello, ci si può affettare il pane oppure tagliare qualcuno”. “Credo che il web - prosegue Negri - sia un notevole mezzo per mantenere i collegamenti anche con quei ragazzi che abitano lontano dalla contrada, se utilizzato bene è un'opportunità in più per informarli sulle varie attività. Insomma il rione non esiste più, e non certo per colpa di internet, dunque il web può diventare un rione virtuale". Dello stesso parere anche il priore del Leocorno Paolo Leoncini: "Internet è un mezzo in più che la contrada può utilizzare come fonte di aggregazione. Non credo certo che possa sostituire la contrada, anzi può essere un vantaggio aiutando più persone a restare in contatto tra di loro". Chi la realtà giovanile la conosce bene è Fabio Negri, da anni addetto ai piccoli della contrada del Drago: "Credo che questa nuova realtà si possa interpretare in due maniere diverse, ovvero da una parte può creare gruppi di appartenenza che aiutano i ragazzi a restare uniti ed in contatto con la contrada. Dall'altra parte può però distaccare dalla vita reale il giovane che utilizza solo internet senza venire mai in contrada e dunque le amicizie con i contradaioli restano solo viruali. Credo che la contrada debba attualizzarsi e rendersi evidente tramite tutte queste nuove forme di comunicazione, invogliando il giovane a frequentare il rione e le attività che vi si svolgono. Noi come gruppo piccoli utilizziamo moltissimo le email per comunicare le varie iniziative, è un mezzo molto più rapido della carta e ci permette di arrivare a più persone”. “Il problema- continua Negri - non è internet, noi abbiamo notato che i senesi dalla nascita sino ai 12 anni circa frequentano moltissimo la contrada grazie ai genitori che ce li portano. Poi però, da adolescenti tendono ad allontanarsi. Le contrade per ovviare a questo problema devono riuscire a fare aggregazione attraverso delle attività rivolte ai ragazzi di queste età che non sono però le discoteche o le cene, che non insegnano certo le tradizioni. In questo vedo decisamente una carenza”

Elena Casi da Corriere di Siena
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da Siena - Pagina 3 Empty Il rettore del Bruco parla del convegno nella Selva

Messaggio  jabru Ven Apr 23, 2010 4:46 pm

Siena, 23 aprile 2010 - Nel futuro delle contrade sembrano esserci due possibilità: adeguarsi ai mutamenti sociali in atto o restare ancorati alla tradizione, creando una sorta di ‘bolla’ diversa dal mondo esterno. Di queste ipotesi Fabio Pacciani, rettore del Bruco, tenta di fare la sintesi: "Credo che la sopravvivenza della Festa sia legata alla capacità di adeguarsi ai mutamenti, conservando la propria identità: la tradizione è una ricchezza e saperla mantenere al passo coi tempi può essere una sfida stimolante".



Il Bruco è stata la contrada che ha aperto il dibattito: perché?
"Per la situazione contingente. Mi sono insediato in un clima sereno, plurivittorioso, che permetteva di vivere al di là del Palio. Così abbiamo avviato un confronto sul territorio: modalità di aggregazione, smaltimento dei rifiuti della società, sicurezza. Abbiamo riflettuto sul ‘tempo fuori dal Palio’, un tempo infinito — in termini di mesi — ma in cui l’intensità del vissuto è molto bassa".

Poi altri si sono aggregati, fino al convegno nella Selva. E’ servito?
"Certamente, anche se si corre il rischio di dire sempre le stesse cose. Così si finisce a parlarsi addosso, oppure si chiede alla contrada di sostituire qualcosa che non può sostituire: la pubblica sicurezza, la società, la famiglia. La riflessione deve concretizzarsi".

Quindi qual è la strada?
"Non c’è niente da inventare, dobbiamo solo usare in modo corretto gli strumenti che già esistono, come il Magistrato delle Contrade. O il Consorzio per la tutela del Palio, ad esempio: qualcuno lo vede addirittura sotto cattiva luce, come se commercializzasse la nostra anima. In realtà, se fosse interpretato bene soprattutto dai priori, potrebbe fare molto per la Festa".

Il Magistrato sta promuovendo una ‘autoregolamentazione’ sulle feste, gli orari, l’alcol. Fatte le norme, però, poi vanno rispettate...
"Quello del Magistrato è un passo importante, ma le contrade sarebbero dovute arrivarci da sole. Invece, a volte certi comportamenti sfuggono al controllo".

Perché i popoli sono cresciuti e, con loro, le esigenze, i bilanci, le feste, i costi del Palio: una spirale che può tendere all’infinito...
"Oggi definire la contrada è la parte più diffficile: la sua estensione, banalmente, ne sfuma l’identità. Dobbiamo fermarci: non necessariamente per fare un passo indietro, ma per capire dove siamo arrivati. Abbiamo bisogno di ritrovare i nostri confini sociali e culturali".

Giulia Maestrini da La Nazione
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da Siena - Pagina 3 Empty Convegno sulle contrade: parla il priore del Valdimontone

Messaggio  jabru Sab Apr 24, 2010 5:38 pm

Siena, 24 aprile 2010 - Con il rullare dei tamburi ci si affaccia all’estate. La festa titolare del Valdimontone inaugura la stagione e arriva nel mezzo della discussione sul presente autoregolamentato delle contrade. E il priore, Gian Franco Indrizzi, lo sa bene.

Si sente un ‘banco di prova’?
"In un certo senso. Ho chiesto la collaborazione dei miei colleghi priori per giungere lunedì, con la riunione del Magistrato, a un documento condiviso così da avere uno strumento ‘universale’ anche per approcciarsi alla festa. In ogni caso, saremo ligi ai principi di autodisciplina, in termini di musica e alcolici: strada difficile ma percorribile".

Siamo vicini a una svolta?
"Se c’è solidarietà tra tutte le consorelle si può fare molto, rispolverando la nostra finalità sociale di indirizzo morale ai giovani. Ma sono d’accordo con Pacciani (priore del Bruco, ndr) quando dice che certi aspetti non possono essere delegati alle contrade. Anzi, faccio un appello alle istituzioni, in primis al Comune: quando le contrade avranno dato prova del proprio rigore, che loro facciano altrettanto, monitorando il territorio. Inutile spegnere la musica o non somministrare alcol se a pochi metri, ad esempio in Piazza, le regole non valgono".

Come vive questo momento? "L’avvicinarsi della festa titolare dà sempre un’aria buona: la gente è impegnata e la contrada si ricompatta. A tre mesi dall’insediamento sto avendo risposte positive perché, nonostante i 20 anni di digiuno, il senso d’appartenenza non si affievolisce".

Lei è stato priore nel 2000-2001: in 10 anni cosa è cambiato?
"Si tratta di ‘condurre’ una famiglia, quindi da molti punti di vista i problemi sono gli stessi, seppur con spese maggiori dovute a esigenze diverse. Il mio obiettivo è tenere la contrada compatta, mettere insieme i diversi gruppi che nascono come aggregazioni spontanee di individui che condividono interessi e farli dialogare".

Perso il rispetto per le cariche?
"Una volta il priore o il capitano erano personaggi in vista, nobili o membri dell’alta borghesia: ovvio un certo distacco, oggi i dirigenti sono persone più semplici, cresciute nel popolo quindi è normale che s’intessa anche un rapporto di amicizia, seppur nel rispetto dei ruoli".

Quindi è tutto come prima?
"No, ma le cose sono cambiate più nel Palio che nella vita delle contrade. Anzi, il Palio è cambiato anche troppo. Dovrebbe essere irrazionale, governato dal caso e dalla sorte, invece a volte sembra costruito a tavolino. Dobbiamo riappropriarci della Festa; i capitani devono tornare a muovere le pedine e devono tornare a esistere le ‘brenne’ e i ‘bomboloni’, senza che siano i fantini a ‘fare’ i cavalli. Questo potrebbe calmare il mercato, permettendoci di usare le risorse in altri ambiti".

Qualche idea?
"Divide et impera. Si dovrebbe creare una sana rivalità tra i fantini, mettendone in risalto le diverse qualità: così torneremmo a vivere tutto come una giostra".

Sembrano le parole del priore del Nicchio, Paolo Neri.
"Purtroppo le contrade popolose a volte sono difficili da gestire, basta niente per accendere una scintilla. Ma anche la rivalità deve essere serena e rispettosa".

Giulia Maestrini da La Nazione
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Messaggio  jabru Mer Apr 28, 2010 4:21 pm

Unanimità raggiunta, ma a fatica, nel percorso di l’approvazione del documento, elaborato dal Magistrato delle contrade, sulla regolamentazione di feste, fiere gastronomiche e serate in discoteca che si organizzano durante l’anno nei rioni. E’ stato più volte ritoccato il testo che dovrà indicare da oggi in poi un orientamento condiviso nella somministrazione di bevande alcoliche ai giovanissmi, negli orari di chiusura degli eventi e nella limitazione delle serate che non dovranno superare il limite numerico prefissato. Ecco i pilastri su cui si basa questo “vademecum diciassettino” che metterà ordine nella gestione delle manifestazioni più diverse che da sempre mirano ad aggregare i popoli e a creare possibilità di integrazione anche fra contrade diverse. Da qualche tempo però è emersa con la forza la necessità di evitare che l’abuso di bevande alcoliche, durante queste serate di svago, costituisca un fenomeno dirompente, soprattutto fra i giovanissimi. Allo stesso tempo è stato più volte evidenziato il bisogno di contenere lo schiamazzo che va a danno della quiete pubblica delle comunità rionali, oggi sempre meno tolleranti rispetto alle esternazioni contradaiole. Meno alcol più silenzio, per dirla con uno slogan che il Magistrato delle contrade ha prontamente recepito, sebbene alcune consorelle che da anni sono il regno delle fiere estive, come il Nicchio ad esempio, hanno un po’ storto la bocca, nell’intento di difendere una tradizione che è anche un patrimonio della città, perchè costituisce un elemento di socialità fruibilie da tutti i cittadini. Ecco allora quali sono i capisaldi del documento: innanzitutto le contrade dovranno rispettare gli orari di chiusura delle feste, alle 24 si abbasserà la musica e alle una si chiuderanno i battenti. Poi si dovranno contenere gli eventi: le fiere e le sagre in particolare non dovranno comprendere più di otto serate durante tutto l’anno, per ogni contrada. E infine c’è lo stop alle bevute: gli alcolici saranno banditi nelle serate dedicate ai giovanissimi, come la discoteca, proibitissimi soprattutto i superalcolici. Questo giro di vite è già stato etichettato da qualcuno come un neo-proibizionismo. E non è escluso che susciti molte reazioni contrarie, ma visti i costumi smodati di alcuni giovani frequentatori, diventa misura inevitabile. Serve educare, se è vero che la contrada continua ad essere una grande famiglia. Il documento integrale del Magistrato sarà diffuso solo oggi

Gaia Tancredi da Corriere di Siena
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Messaggio  jabru Mer Apr 28, 2010 4:33 pm

Siena, 28 aprile 2010 - Ridurre il numero delle feste in Contrada, limitare l’orario e, quindi, il rumore. Infine, evitare di servire superalcolici quando ci sono iniziative dedicate ai giovani, in primis discoteche ed happy hour. Sono i tre punti cardine del documento che verrà diffuso oggi dal Magistrato e al contempo inviato al Comune. La decisione è stata presa all’unanimità, sebbene non siano mancati scambi intensi fra i priori. Che lunedì sera hanno affrontato anche la questione rinnovo delle cariche del Consorzio per la Tutela del Palio. Come da noi anticipato, il quintetto di onorandi che andrà a comporre il consiglio di amministrazione annovera Fabio Pacciani (Bruco), Pierluigi Millozzi (Torre), Paolo Leoncini (Leocorno), Sandro Nerli (Aquila) e Simone Ciotti (Tartuca). A loro si aggiungono due membri "laici": Senio Sensi, mentre al posto di Stefano Maestrini entra Anna Carli.



Fra il quintetto va individuato il presidente. Ancora non è chiaro chi potrà assumere l’incarico perché c’è chi ha problemi di lavoro (Leoncini però è in pensione), altri sono new entry. La sensazione è che se verrà gestito il mandato in modo collegiale alla fine ciascuno di loro potrebbe mettersi in gioco. Entro la settimana si ritroveranno per guardarsi negli occhi e decidere: in quindici giorni va assunta una decisione. La riunione di lunedì è servita anche per approvare il bilancio di sostanziale pareggio del Consrozio (ampliata ad esempio l’assicurazione, utile dopo l’episodio del soprallasso che scappò in prefettura). Ma la questione clou è stata, come detto, il documento sulle feste e i superalcolici. Il rettore Roberto Martinelli è stato colpito ieri da un lutto in famiglia (a lui vanno le nostre condoglianze) per cui delineiamo con il pro-rettore Marco Lonzi i tre passaggi cardine in attesa di conoscere il dettaglio.



La novità emersa riguarda l’atteggiamento da tenere con i superalcolici.
"E’ un intento quello che abbiamo messo nero su bianco, ossia evitare di distribuire grappe, whisky e simili durante le serate, in primis di intrattenimento musicale, riservate ai giovani. Nessuna regola talebana, però, basta gestire le cose in maniera opportuna. Nel senso che, ad esempio, quando c’è una separazione fisica chiara fra bar e luogo dove si svolge la festa, non è detto che gli adulti non possano bere. Negli altri casi sarebbe bene che i meno giovani dessero il buon esempio".

Sarà risolutivo?
"Il fatto che ci sia un impegno comune è già molto. Ci credo abbastanza, i segnali sono arrivati".

Ma se ciò che viene vietato in Contrada si dà magari in un locale vicino?
"Non siamo certo la polizia, comunque sia bisognerà che il problema non si sposti. Se noi facciamo certe limitazioni l’importante è che non siano superabili semplicemente portandosi in esercizi vicini dove si ritrova ciò che, appunto, è stato negato in Contrada".

Si riducono inoltre le feste? Viene fissato un tetto? Si parla di 8...
"Nel documento non troverete cifre perché esistono situazioni diverse. L’input che viene dato è di non aumentare assolutamente gli appuntamenti durante l’anno, possibilmente vanno diminuiti".

La ricetta, dunque, non è unica.
"Ci sono situazioni diverse, l’importante è che il problema sia posto. E che ci sia l’impegno, lo ripeto, da parte di tutte e 17".

Terzo aspetto: gli orari delle feste e delle manifestazioni.
"Anche in quel caso non ne abbiamo indicato uno perché già esiste una legge che fissa il tetto a mezzanotte. Naturalmente bisognerà fare in modo di ridurre considerevolmente il rumore. Il che vuol dire che la gente intorno non deve essere disturbata. C’è chi punterà a trovare nuovi meccanismi, come gli impianti a pioggia che concentrano in un punto la musica. Alcuni priori hanno evidenziato che certe misure di contenimento del bere e quant’altro le avevano poste in essere e non c’era stata, per così dire, repulsione da parte dei contradaioli".

Laura Valdesi da La Nazione
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Messaggio  jabru Gio Apr 29, 2010 5:12 pm

Musica e alcolici La prima contrada a sperimentare le nuove regole del Magistrato delle contrade sarà il Valdimontone che domani sera ha in programma una serata danzante nei locali della società

Il Magistrato delle Contrade ha reso noto il documento ufficiale riguardo alle decisioni assunte in merito alle questioni delle feste nelle contrade. Un documento importante che chiarisce punto su punto quello che in tutta la giornata di ieri, ma comunque già svariate settimane, è stato l’argomento più dibattuto tra i contradaioli. Decisioni, quelle assunte dal Magistrato, che andranno sicuramente ad incidere nelle attività di ogni singolo rione e con la crescente richiesta di aggregazione da parte dei giovani. Sicuramente il dibattito non si esaurirà ed ogni contrada dovrà organizzarsi maggiormente. Guardiamo, quindi, cosa dice il documento del Magistrato delle Contrade. Manifestazioni di contrada “Le contrade di Siena, a seguito del diffuso dibattito presente da tempo in città sulle problematiche connesse alle attività di tipo ricreativo e gastronomico da esse svolte al di fuori del Palio, intendono prima di tutto richiamare la loro necessità di organizzare iniziative volte all'aggregazione della gente e al loro coinvolgimento più continuativo, in modo da trasmettere quei valori, quelle abitudini, quei saperi che nei tempi meno recenti si assimilavano semplicemente vivendo la Contrada all'interno del proprio territorio, in un periodo come quello attuale dove lo sviluppo urbanistico ha proiettato al di fuori delle mura e lontano dai rioni la maggior parte dei contradaioli. Se da una parte si può tuttavia convenire che, per assecondare nuove tendenze e moderni bisogni, queste attività possano essere risultate un po' sovradimensionate, non è accettabile che si riconducano alle Contrade e alle loro iniziative le principali responsabilità per il preteso degrado e la asserita minore vivibilità della città che ha cause ben diverse e molto più generali. Le contrade di Siena, peraltro, non intendono rifiutare il confronto e nemmeno lesinare l'impegno a discutere possibilità e iniziative che contribuiscano a limitare certi eccessi, proprio nella piena consapevolezza della loro presenza sociale, storicamente sperimentata, che comunque riconduce le attività predette in un ambito circoscritto e controllabile, dove gli eventuali inconvenienti possono essere maggiormente prevenuti e limitati. Manifestazioni all'esterno con uso di apparecchiature di riproduzione sonora per intrattenimenti musicali V'è l'impegno a ridurre significativamente, nell'arco dell'anno, il numero delle serate in contrada, comunque denominate, che prevedano intrattenimenti musicali effettuati all'esterno, con l'uso di apparecchiature di riproduzione sonora. Uso di apparecchiature di riproduzione sonora per intrattenimenti musicali Nel corso delle serate indicate sopra, prima il volume degli impianti di riproduzione sonora sarà fortemente abbassato; poi gli impianti saranno spenti entro e non oltre l'ora successiva. Sarà anche studiata la possibilità di impiegare specifici impianti a contenimento del suono. Somministrazione di alcolici e superalcolici Rispetto assoluto, in qualsiasi momento, del divieto di somministrazione di alcolici di qualunque tipo ai minori di 16 anni; in occasioni di serate in cui si svolgano manifestazioni, comunque denominate, prevalentemente destinate ai giovani, non saranno somministrati superalcolici ai partecipanti alle manifestazioni stesse; attento impegno al controllo della puntuale applicazione delle precedenti prescrizioni. Manifestazioni e chiusura delle strade V'è l'impegno a limitare le iniziative che si presentano come episodiche e contingenti rispetto a quelle più tradizionali, così da ridurre nel tempo e nello spazio l'utilizzazione del territorio che imponga modificazioni al traffico e alla sosta.. In qualunque occasione sarà tenuta presente la necessità di consentire in ogni momento il transito dei mezzi di soccorso e quello pedonale (salvo, per quest'ultimo aspetto, specifiche diverse disposizioni dell'Autorità Comunale). Le contrade coordineranno maggiormente le proprie iniziative ad evitare, per quanto possibile, sovrapposizioni che possano provocare, per concomitanza territoriale, l'aggravamento dei disagi”
da Corriere di Siena
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da Siena - Pagina 3 Empty Rassagna della canzone senese nella Giraffa

Messaggio  jabru Lun Mag 10, 2010 4:43 pm

CONTRADA IMPERIALE DELLA GIRAFFA

Il giorno 14 Maggio alle ore 21.30 si svolgerà nel “Parco di Vigna della Giraffa” (dietro Piazza S. Francesco) la IX edizione della manifestazione “Rassegna della canzone senese”.

La Società della Giraffa dal 1996 organizza, prima con cadenza annuale e poi biennale, questa manifestazione, che vuole dare visibilità ad una radicata consuetudine contradaiola, quella dei cori in Contrada, per non perdere questa bella tradizione, tramandandola dai più vecchi ai più giovani.
Questa è anche l’occasione per ricordare vecchie canzoni senesi, canzoni più recenti ormai entrate nella tradizione e per proporne nuove su Siena ed il Palio.

A questa IX edizione parteciperanno, ognuna con 3 canzoni, Aquila, Bruco, Istrice, Lupa, Nicchio, Pantera, Tartuca e Giraffa.
Una sorpresa chiuderà la serata: alcuni stornelli senesi eseguiti dalla nota cantante lirica Gabrielle Islwyn.

Nel pomeriggio dalle ore 16 si svolgerà nello stesso luogo la “Rassegna della canzone senese riservata ai Piccoli”, cui partecipano Aquila, Bruco, Chiocciola, Civetta, Istrice, Leocorno, Lupa, Nicchio, Oca, Pantera, Selva, Tartufa, Torre, Valdimontone e Giraffa. E’ un’occasione particolare e simpatica per far avvicinare i giovanissimi alla tradizione dei cori contradaioli.

Dal pomeriggio sarà a disposizione di tutti, piccoli e grandi, un punto di ristoro.

da Antenna Radio Esse
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da Siena - Pagina 3 Empty Consiglio per la Tutela del Palio

Messaggio  jabru Mar Mag 11, 2010 10:15 am

Cons. per la Tutela del Palio: nuove cariche 10 maggio 2010

A seguito della riunione odierna, nella quale sono stati attibuiti gli incarichi, il Consiglio di Amministrazione e il Collegio dei Sindaci Revisori del Consorzio per la Tutela del Palio di Siena, per il triennio 2010-2012, risultano cosi’ composti:
Consiglio di Amministrazione:

Presidente – Pier Luigi Millozzi
Vice Presidente – Fabio Pacciani
Amministratore Delegato Area Marchio – Anna Carli
Amministratore Delegato Area Immagine e Comunicazione – Senio Sensi
Consigliere – Simone Ciotti
Consigliere - Sandro Nerli
Consigliere – Paolo Leoncini

Collegio Sindaci Revisori :

Presidente – Roberto Dragoni
Sindaco - Massimo Cerretani
Sindaco – Alessandro Mariotti
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da Siena - Pagina 3 Empty Consorzio Tutela Palio

Messaggio  jabru Mar Mag 11, 2010 5:39 pm

Millozzi Presidente

E’ Pier Luigi Millozzi, priore della Torre, il nuovo presidente del Consorzio per la Tutela del Palio. Vice è Fabio Pacciani, rettore del Bruco. Consiglieri sono Simone Ciotti, priore della Tartuca, Sandro Nerli priore dell’Aquila, Paolo Leoncini priore del Leocorno. Amministratore delegato area marchio è Anna Carli, amministratore delegato area immagine e comunicazione è confermato Senio Sensi. Nel collegio dei sindaci revisori troviamo Roberto Dragoni presidente con Massimo Cerretani e Alessandro Mariotti. Presidente, la definizione degli incarichi è arrivata dopo qualche giorno di riflessione. Per quale motivo? “Tra i membri del Consorzio c’era stato un forte ricambio, con l’ingresso di tre priori appena eletti. Era quindi normale che a ricoprire la carica di presidente si fosse uno dei due più esperti. Ci siamo presi qualche giorni per definire alcuni aspetti e poi la decisione è stata presa senza problemi e di comune accordo”. Adesso quali saranno i primi impegni del nuovo cda? “Gli impegni impellenti sono quelli relativi alla definizione degli aspetti tecnici e collaterali relativi alla diretta Rai. Essendo triennale il contratto di esclusiva copre tutto il 2011, ma ci sono elementi tecnici che vanno rinnovati di anno in anno, e sono il primo impegno che dovremo affrontare”. Che indirizzo darà al lavoro del Consorzio? “Sarà quello di selezionare ancora di più le iniziative che hanno bisogno dell’autorizzazione del Consorzio, con l’intento di avere maggiore qualità. Gli unici interessi del Consorzio sono la tutela delle contrade e del Palio, e questo deve essere prioritario. In questo ambito sarà importante l’opera di segnalazione da parte dei contradaioli, da sempre attenti a tutto quello che riguarda la loro Festa. Sarà poi il Consorzio a fare il possibile per far funzionare gli strumenti a disposizione”. L’esperienza di Senio Sensi e Anna Carli sarà utile... “Senio è una garanzia e Anna si affaccia per la prima volta sul marchio ma ha una grande esperienza del settore. Saranno utilissimi. E nell’occasione voglio ringraziare Maestrini per il grande contributo dato negli otto anni passati nel Consorzio”

Susanna Guarino da Corriere di Siena
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da Siena - Pagina 3 Empty Siena, il Risorgimento, il Palio

Messaggio  jabru Mer Mag 12, 2010 4:37 pm

Siena, metà Ottocento. L'immagine non è delle più esaltanti, almeno quella che si ricava dalle pagine di un giornale d'epoca ("Il Libero Cittadino") che descrive una città con i vicoli "sporchi d'ogni zozzura", puzzolente, dove dilagano tubercolosi, miseria, prostituzione. Nel primo bimestre del 1866 su 287 bambini nati, 146 sono illegittimi. A quel tempo Siena era una città di circa 23.300 abitanti, di cui a mala pena la metà sapeva leggere e scrivere, con una società urbana formata da un migliaio e mezzo di lavoranti distribuiti in una quarantina di fabbriche, mentre la maggior parte della manodopera era occupata in attività a domicilio scarsamente retribuite. Se la passavano bene, invece, i proprietari agrari e oltre 400 ecclesiastici insediati in una sessantina tra parrocchie e conventi. Questa fotografia risulta utile, se non altro, per dare una percezione di quale significato, in quel contesto, potessero assumere concetti quali emancipazione sociale, uguaglianza, libertà. E, al di là delle parole (necessariamente retoriche), quale senso avessero certe istanze politiche. La politica, comunque, era attività di pochi. Per lo più rappresentanti del ceto medio, formato da un centinaio di persone, tra medici, avvocati, ingegneri, farmacisti; e da un migliaio di impiegati nelle banche e nella pubblica amministrazione. Circa mille risultavano i senesi che avevano diritto al voto, anche se a presentarsi alle urne erano, di fatto, meno della metà. Alle prime elezioni politiche che si svolsero il 28 gennaio 1861, su 1141 cittadini iscritti nelle liste elettorali, soltanto 576 esercitarono il loro diritto di voto, determinando l'elezione del professore Gio.Battista Giorgini, genero di Alessandro Manzoni (ne aveva sposato la figlia Vittoria) e docente di istituzioni canoniche presso l'Ateneo senese. Liberali e reazionari I gruppi liberali non trovavano vita facile, in considerazione di quanto continuassero ad essere agguerrite le falangi reazionarie, arroccate intorno al clero, che ritenevano l'Unità d'Italia un provvisorio incidente e attendevano non solo la restaurazione del Granducato di Toscana, ma soprattutto quella del potere temporale della Chiesa. Nei programmi di parte progressista si dava priorità assoluta ad una giusta emancipazione degli operai "vittime del vino e del gioco del lotto". E proprio nell'intento di perseguire precisi obiettivi di progresso si ritenne opportuno giungere alla creazione di una Associazione che raccogliesse tutte le disperse forze liberali. Cosìcché l'8 marzo 1866 gli uomini "devoti all'Unità e alla libertà d'Italia" vengono invitati a partecipare ad una riunione all'Accademia dei Rozzi cui saranno presenti i rappresentanti della Loggia massonica, della Società operaia e della Società democratica dei Liberi Pensatori. In tale fermento di idee e di ideali, nacquero diverse testate giornalistiche sulle quali si sviluppò un dibattito vivace che non rinunciava nemmeno alla satira e alle punzecchiature, come quando su "Il Libero Pensiero", settimanale nato per combattere "l'ignoranza, il pretismo e l'aristocrazia", si pubblicarono tali espliciti versi: "Mentre con labbro ipocrita / Balbettano il Rosario / Cercan di riconfiggerti / Di Vienna sul Calvario. / Viva l'Italia, gridano, / Ma con i ceppi al pié, / Spezzata in sette popoli / E con il Papa RE". Il Carducci infiamma gli animi Tra i personaggi più ascoltati spiccava Luciano Banchi, intellettuale poliedrico che fu direttore dell'Archivio di Stato e, a lungo, sindaco di Siena. Appartenne a quel gruppo di liberali progressisti che si definì "Partito dell'Avvenire". Fu amico del Carducci con il quale condivise i fermenti e gli entusiasmi risorgimentali. E fu proprio per la complicità del Banchi che Carducci venne a Siena diverse volte. L'ultima volta fu nel 1894, ormai in epoca post-unitaria, quando il poeta di Bolgheri aveva assunto il ruolo di vate per risvegliare lo spirito del Risorgimento con gli esempi degli eroi romani e dei Comuni. Carducci, nell'occasione, fu quanto mai festeggiato. Le cronache del "Libero Cittadino" riferiscono che "gli uomini eminenti per grado di cultura, gli ammiratori, i professori dell'ateneo e del liceo di Siena, offrirono al grande poeta un banchetto nella sala del buffet dell'Accademia dei Rozzi". In tale circostanza "furono diretti alcuni brindisi al Carducci, che rispose con una di quelle prose scultorie, delle quali lui solo possedeva il segreto di concepire. Rievocò la grandezza di Siena repubblicana, addormentatasi nel fulgor della sua gloriosa capitolazione, come la Walkiria nei bagliori della fiamma, in attesa che il Genio guerriero della patria la risvegliasse al primo fremito di libertà. Accennò al suo felice risveglio avvenuto con la rivendicazione dell'indipendenza nazionale e le sue frasi destarono sì grande entusiasmo che trascinò i convitati ad un'ovazione imponentissima, interminabile". Il Risorgimento in Piazza E' poi cosa nota, come, in epoca ottocentesca, le fazioni politiche abbiano attraversato anche quelle paliesche, prendendone a pretesto colori, simboli, rivalità. A questo proposito esiste una gustosa pagina di Mario Pratesi (scrittore molto legato alla tradizione risorgimentale) che in un suo testo racconta la presenza di Massimo D'Azeglio alla corsa del 4 luglio 1858 e, soprattutto, fa una divertente cronaca della Carriera vinta in maniera rocambolesca dal giubbetto bianco-rosso-verde dell'Oca. Pratesi comincia ricordando il "gran bucinare" che in città si faceva per la venuta del D'Azeglio "con dispetto dagli uni e con allegrezza dagli altri", poiché quella presenza sembrava annunciare "che per la dinastia lorenese e per il tedesco era ormai suonata l'ultima ora". E sarà sempre lo scrittore toscano a ricordare come "dalla restaurazione del '49 in poi, il Palio, anche presenti le baionette tedesche che guarnivano la piazza repubblicana, serviva come mezzo d'aprire il cuore italiano: era il respiro dell'antica libertà sotto la servitù. Non appena appariva in piazza il leggiadro paggio tricolore dell'Oca, era come un apparire di sole, un battimani infinito a quelle bandiere: e fischi d'odio alla bandiera gialla e nera della contrada della Tartuca: fischi che andavano già s'intende a Sua Altezza, alle monture bianche e ai mirti delle aquile imperiali". Dunque - prosegue Pratesi - in quel Palio, "avendoci un ospite così celebre nei fasti patriottici, la picca dei partiti fu estrema. Per i liberali doveva vincere l'Oca a ogni costo, e per i codini la Tartuca". Sappiamo bene cosa accadde e in quale modo l'Oca riuscì a tagliare per prima il bandierino, nonostante che "alla Tartuca fosse toccato il miglior cavallo, un morello scappatore che neanche le ali dello Spirito Santo avrebbero potuto arrivare" montato dal gobbo Saragiolo", mentre all'Oca era andato in sorte "un cavallo che soltanto a sbruffarlo bene d'acquavite e ingollarlo d'anguille vive era sperabile di mettergli un po' di brio nei garetti", con in groppa Gano di Catera. Un altro famoso episodio che documenta ancora come il Palio andasse a rivestire inevitabilmente dei significati politici, è quello legato alla Carriera cui assisté Garibaldi il 15 agosto 1867, anticipata di un giorno proprio in suo onore. Dal rapporto dei carabinieri si apprende che durante il corteo storico fu molto applaudita, perché di colore rosso nelle insegne, la contrada della Torre. Passando sotto il balcone (quello del Circolo degli Uniti) in cui si trovava Garibaldi, l'alfiere del rione di Salicotto gli rivolse più di un saluto, corrisposto dallo stesso Garibaldi e dai diversi garibaldini presenti". La corsa fu vinta dalla Lupa con il fantino Mario Bernini detto Bachicche. Il Maggiore dei carabinieri non mancò di annotare i ripetuti applausi rivolti alla bandiera rossa della Torre, nonché il fatto che quella vittoria della Lupa "costò non poco denaro ai retrogradi, mentre non tornò tanto gradito al partito opposto, che l'alludono al trionfo dei Romani". E non a caso, al fantino vincitore, Garibaldi regalerà una sua foto con la dedica: "A Mario Bernini campione della Lupa vittoriosa, augurio della vittoria di Roma". Dirlo con le rime Sempre per cogliere guizzi e sentimenti risorgimentali, sarebbe infine interessante addentrarci nel melodramma, nella poesia e nel canto popolare. Sappiamo, infatti, quale importanza abbiano avuto queste espressioni nel rendere gli ideali del Risorgimento veramente popolari. Qui ci limiteremo a citare alcuni versi di Francesco Dall'Ongaro, il quale con i suoi "Stornelli italiani" di chiara impronta patriottica, intese rievocare la storia del Risorgimento. Uno di questi stornelli, intitolato "Il brigidino", diceva: "E lo mio amore se ne ito a Siena, / m'ho porto 'l brigidin di due colori / il candido è la fe' che m'incatena, / il rosso è l'allegria dei nostri cuori, / ci metterò una foglia di verbena / ch'io stesso alimentai di freschi umori, / e gli dirò che 'l verde, 'l rosso e 'l bianco / gli stanno bene con la spada al fianco: / e gli dirò che 'l bianco, 'l verde e 'l rosso / vuol dir che l'Italia 'l suo giogo ha scosso / e gli dirò che 'l rosso, il bianco e 'l verde / gli è un terno che si giuoca e non si perde"

da Corriere di Siena
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da Siena - Pagina 3 Empty Alcol-test ai fantini nell'Entrone

Messaggio  jabru Mer Mag 12, 2010 4:40 pm

Siena, 12 maggio 2010 - Anche il palio deve fare i conti con le novità dell’ordinanza del sottosegretario Martini. E così, già dalla Carriera di Provenzano, i fantini bisogna che stiano attenti a bere soltanto acqua e succhi di frutta. Perché il sindaco Maurizio Cenni ha confermato ieri alle dirigenze che verrà introdotto l’alcol test. Una prova che già la categoria interessata ha bollato come assurda poiché finora non si è mai visto nessuno a cavallo per il Palio che avesse bevuto. Eppure l’esame sarà svolto. L’idea prevalente è di effettuare il test quando i fantini arrivano nell’Entrone insieme alla Contrada e al cavallo, prima della corsa. In quella delicatissima e magica fase di attesa. Ovviamente ci si interroga sulle conseguenze di una tale decisione: nella davvero incredibile ipotesi che chi indossa il giubbetto venga trovato positivo, cosa fa il Comune? C’è una soglia minima? Si squalifica in quell’istante la Contrada con le reazioni del popolo escluso che è facile immaginare?



La novità, inutile dirlo, è apparsa fuori luogo. Ma tant’è: l’alcol test si farà. Non ci sono invece cambiamenti, questo ha comunicato il sindaco ieri affiancato dal responsabile dell’ufficio Palio Gianluca Pocci, per quanto riguarda il protocollo dei farmaci di cui Siena è antesignana. Sembra però che in ponte ci sia una legge sulla somministrazione degli stessi ma non essendo ancora venuta fuori per il momento le ordinanze di rito partiranno oggi stesso senza variazioni rispetto al 2009. A luglio restano valide le vecchie (e sempre valide) regole, se interverranno novità prima oppure fra luglio e agosto i capitani saranno avvertiti. Infine una comunicazione sul mossiere: poiché è assai probabile che saltino anche le corse a Monticiano di sabato per il maltempo, a cui doveva presenziare, verrà fatto venire, sempre a Monticiano, ma il 5 giugno. Anche perché l’estrazione sarà compiuta e Bartolo Ambrosione ufficialmente nominato.

Laura Valdesi da La Nazione
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Messaggio  jabru Gio Mag 13, 2010 4:26 pm

Il Magistrato delle contrade ha deciso. Proporrà l’ex soprintendente ai beni storici e artistici Gabriele Borghini per il Mangia 2010. Per le medaglie di civica riconoscenza invece si avanzano le candidature di Giuliano Gepponi fisioterapista federale degli azzurrini, presentato dal Valdimontone, di Claudio Mercati campione di ciclismo presentato dall’Oca e del soprano Laura Polverelli il cui nominativo trova il sostegno della contrada dell’Istrice e del Gruppo stampa. Ci si avvia dunque alla scadenza per la prensentazione delle candidature previsto per dopodomani, sabato 15 maggio. L’ultima parola spetta al Concistoro del Monte del Mangia che prenderà in esame tutte le proposte e darà il proprio verdetto. Il Gruppo stampa da parte sua sosterrà anche la candidatura della ricercatrice Alessandra Renieri specializzata nella genetica medica. Resta tutto da decidere e sarà il massimo consesso a farlo. Si dovrà stabilire allora se la cultura e in particolare la conoscenza del patrimonio artistico o se invece la sapienza nell’ambito medico e scientifico con il valore aggiunto della ricerca, si meritino quest’anno il riconoscimento della comunità senese. I senesi migliori che, come recita lo statuto, sono coloro che “per la loro opera, abbiano contribuito ad accrescere, in maniera significativa, la fama ed il prestigio della città di Siena”, saranno quindi insigniti sul palco del teatro dei Rinnovati come tradizione vuole il 15 agosto prossimo

J.R. da Corriere di Siena
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Messaggio  jabru Gio Mag 13, 2010 4:29 pm

La voce dell'introduzione dell'alcol test anche prima del Palio ha fatto subito il giro delle scuderie in tardissima serata. Nessuna sorpresa tra i fantini, già abituati a questa nuova ordinanza del sottosegretario Martini che piano piano sta entrando in vigore in tutta Italia e che ancora una volta vede Siena e la sua Festa tra le prime ad attuarla. Una decisione, quella di introdurre questa novità già da luglio, presa nel corso della riunione tra i capitani, il sindaco Maurizio Cenni e Gianluca Pocci, responsabile dell'ufficio Palio del Comune. Nessuna modifica invece per quanto riguarda il protocollo dei farmaci ammessi, almeno per ora anche perché le nuove normative su questo tema ci sono ma non sono ancora entrate in vigore. Dunque la vera novità è stata proprio l'introduzione dell'alcool test sui fantini prima della corsa. Ancora tutto da decidere su quando il test verrà effettivamente effettuato, se al Casato prima dell'ingresso alla passeggiata storica, oppure direttamente all'interno dell' Entrone prima che il vigile pronunci la fatidica frase: "A cavallo!". Una decisione apparsa alquanto assurda in un primo momento soprattutto dai contradaioli che non hanno certo mai visto un fantino ubriaco correre la Carriera. Tra i fantini Nessuno stupore invece tra i fantini abituati in questo periodo a doversi adattare all'ordinanza Martini: "E' giusto che venga effettuato l'alcool test - dice Antonio Villella - lo fanno da tutte le parti, ormai quasi tutta Italia si sta adeguando all'ordinanza. Io personalmente non bevo mai prima di una corsa - prosegue Villella - e non credo che i fantini in generale bevano alcool prima di correre, però se il sottosegretario Martini ha messo queste leggi vanno rispettate. Per l'amore che provo verso il nostro mestiere ed il Palio spero che non ci sia mai un caso di positività perché sarebbe davvero un problema". Sembra davvero che nessun fantino beva prima di correre il Palio, anzi quasi tutti sembrano prediligere davvero un buon succo di frutta o qualche bibita gassata e si dichiarano astemi: "Per me è giusto che Siena si adegui alla nuova ordinanza - spiega Luca Minisini - Io personalmente non ho mai visto fantini ubriachi prima del Palio, ma i controlli sono comunque giusti. Io personalmente bevo solo acqua e Coca Cola durante tutto l'anno, poi non so se qualche mio collega invece beve del vino nei quattro giorni, ma non certo il giorno del Palio, al limite un goccino in caso di vittoria!". Dello stesso parere anche Jonatan Bartoletti: "Se ritengono giusto fare questo tipo di controllo va bene così. Bere prima del Palio sarebbe davvero assurdo. Io certamente non ho mai bevuto. Al limite un brindisi in caso di vittoria, ma bere prima non serve davvero a niente". Astemio anche Ruben Martin Ballesteros: "Io sono astemio quindi non penso molto a questo test. Comunque non ho mai visto fantini che non riescono a stare a cavallo perché sono ubriachi, se non sanno stare a cavallo non è certo colpa dell'alcool. Ad ogni modo se bevessero metterebbero a repentaglio se stessi. Anche in giro per le altre corse in Italia non ho mai visto un fantino creare problemi perché aveva bevuto - prosegue Ballesteros - poi a Siena le contrade stanno molto attente a ciò che fa il proprio fantino nei quattro giorni. Non credo proprio che i guardiafantino permetterebbero al fantino di bere il giorno del Palio". Un elemento di riflessione questo, infatti a Siena il fantino è seguito attentamente nel corso dei quattro giorni, nessuna contrada gli permetterebbe di bere prima della corsa

Elena Casi da Corriere di Siena
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Messaggio  jabru Gio Mag 13, 2010 4:31 pm

Resta comunque evidente che i fantini del Palio non amano il vino e dunque sembra davvero improbabile che un giorno vi sarà un positivo all'alcool test, anche perché a quel punto sarebbe davvero un dilemma capire quali decisioni verrebbero adottate dal Comune. Se il fantino positivo venisse squalificato dalla corsa, cosa succederebbe alla contrada? Non potrebbe correre la Carriera? Evidentemente sì, visto che da regolamento del Palio dopo la segnatura il fantino non può più essere sostituito. Difficile immaginare una reazione dei contradaioli che non vedono uscire la propria contrada dall'Entrone per il Palio. Una situazione che tutti gli intervistati sostengono che non avverrà mai proprio perché l'alcool test migliore lo svolge la contrada nei quattro giorni tutelando e controllando il proprio fantino: "Non credo proprio che qualcuno possa bere prima del Palio - spiega Giovanni Atzeni - io sicuramente non bevo mai nulla quindi a me il test lo possono fare tutti i giorni". Nessuna lamentela dunque da parte dei fantini che anzi ritengono il test una giusta prassi: "A mio avviso - dice Ygor Argomenni - fanno bene a controllare, però non dovrebbero pensare solo all'alcool, non credo che qualcuno beva prima di montare, dovrebbero semmai fare un altro tipo di test"
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Messaggio  jabru Sab Mag 15, 2010 5:16 pm

La sala delle monture della Torre è strapiena. Ci sono gli ospiti, ma anche tantissimi contradaioli e appassionati di storia di Siena di altre contrade che hanno seguito ed applaudito gli interventi di Aurora Savelli, Paolo Neri, Luigi Oliveto e Gabriele Borgini, moderati da Mauro Civai, sul tema “E il vento del Risorgimento soffiò su Suena e il suo Palio”. “L’idea di realizzare questa iniziativa - ha spiegato il priore della Torre Pierluigi Millozzi - è stata del presidente del circolo culturale ‘I Battilana’ Davide Orsini, ed è stata originata dal desiderio di ricordare e provare a raccogliere qualche ulteriore informazione sulle monture di foggia militare che negli anni ‘50 dell’Ottocento fecero la loro comparsa in piazza, e che scomparvero pochi anni dopo. Monture interessanti, da sempre dimenticate”. Basti pensare che di questa monture a Siena, tra tutte le contrade, ne sono conservati solo otto esemplari, due del Nicchio, una dell’Istrice e cinque nella Torre, oltre ad alcuni accessori appartenenti alla Chiocciola. Nasce così di realizzare una mostra che raccogliesse tutte le monture dette “alla piemontese”. Tutte le consorelle hanno accolto positivamente l’idea della mostra ed hanno acconsentito a prestare i loro tesori, così come il Comune ha concesso i bozzetti relativi ai costumi, conservati presso l’Archivio di Stato. “Per sviluppare la nostra idea originaria - ha proseguito Millozzi - abbiamo pensato di offrire alla città e alle contrade un momento di riflessione sugli effetti che il Risorgimento ha avuto su Siena e sul Palio. Peraltro questa nostra iniziativa si inserisce proprio nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia, dato che proprio pochi giorni fa ricorrevano i 150 anni dalla partenza di Garibaldi da Quarto”. Per dare ancora maggiore concretezza, la contrada della Torre ha chiesto, ed ottenuto, dalla Banca Monte dei Paschi, alcune opere d’arte che testimoniano come i temi legati agli avvenimenti delle guerre d’indipendenza posero le basi per un progressivo evolversi di uno specifico filone figurativo. “Attraverso i contributi di Savelli, Neri, Oliveto e Borghini - prosegue il priore della Torre - vogliamo riflettere su come la nostra città visse quel fondamentale passaggio verso la costituzione d’Italia”. Il percorso della mostra inizia idealmente all’ingresso del museo dinanzi alla bandiera della Torre che porta lo stemma di Trieste (1919), dedicata all’annessione della città di Trieste all’Italia. Scendendo nel museo incontriamo il drappellone del Palio che non fu corso, nell’agosto 1863. La mostra entra nel vivo con la sala dedicata alle uniformi, alle monture e alla sala del Risorgimento. Si inizia con l’uniforme che re Vittorio Emanuele ha indossato nella battaglia di San Martino, per continuare nel salone con le otto monture di foggia militari ancora esistenti a Siena. A fianco delle monture sono esposti, in tre vetrine, i bozzetti conservati nell’Archivio storico del Comune di Siena e il bozzetto della montura della Chiocciola. Sono inoltre esposti una tempera su carta raffigurante la comparsa completa della Giraffa vestita alla piemontese e un disegno raffigurante la comparsa completa della Civetta, anche questa vestita alla piemontese. Nella terza vetrina alcuni documenti appartenenti alla Torre relativi alle spese sostenute nel 1853 e 1855 per la realizzazione delle monture. Il percorso continua all’interno della sala delle vittorie con la teca contenente l’uniforme indossata da Corradino Chigi nella battaglia di Curtatone e Montanara, custodita dall’università. A corredo sono esposti alcuni documenti relativi alla realizzazione del monumento ai caduti di Curtatone e Montanara. Infine le teche nelle quali sono esposti oggetti appartenuti ad un garibaldino, le foto di Baldovina Vestri, torraiola garibaldina, cartoline e numerosi altri oggetti tra i quali due mazze da tamburo appartenute ad un soldato che ha combattuto nella battaglia del Volturno e che ha inciso la scritta “1 ottobre 1860, sotto Capua”. L’ultima tappa della mostra può essere definita didattica, con una zona dove vengono ricordati i fatti principali che hanno portato all’unità del paese. L’inaugurazione della mostra, che resterà aperta fino al 25 maggio, è stata preceduta dagli interventi dei quattro relatori

Susanna Guarino da Corriere di Siena
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Messaggio  jabru Lun Mag 17, 2010 5:24 pm

Quattro anni dopo Berlino Lippi e la sua Nazionale tornano a giocarsi la coppa più ambita del pallone. A Siena però non ci si chiede tanto se il tecnico di Viareggio riuscirà a concedere il bis, ma piuttosto quale contrada risulta favorita negli anni, per così dire, calcistici. Insomma: chi vince quando ci sono i mondiali? Naturalmente la risposta, essendo legata ad una statistica, risulta tutt'altro che univoca e necessita un'interpretazione. Anche se fino a qualche anno fa la cabala offriva appigli evidenti, diciamo fino al 1990. Eppure malgrado il Valdimontone stia adesso vivendo uno dei digiuni più lunghi della sua storia, resta proprio la contrada dei Servi a guidare la classifica "mondiale", vantando ben sei vittorie in concomitanza con l'evento sportivo. I feeling Su diciotto edizioni totali a partire dal 1930, e considerando la sosta bellica fra il campionato disputato in Francia nel 1938 e quello brasiliano del 1950, il Montone ha festeggiato una volta su tre insieme agli eroi del pallone. Ricorrenza che permane dunque più che apprezzabile, sebbene non abbia riguardato gli ultimi quattro mondiali. Feeling molto forte anche per la Selva, che nella speciale classifica calcistica è seconda con cinque vittorie. Proprio l'ultimo successo, quello del 2006, in contemporanea alla kermesse tedesca, consente a Vallepiatta di insidiare da molto vicino la leadership rosa. Le medie Dietro Montone e Selva è significativa la media "mondiale" anche per Drago e Giraffa, che con quattro vittorie ciascuna si pongono come outsider rilevanti. Ciò detto si potrebbe anche ribaltare la questione e considerare che questo è il primo mondiale africano, nonché giocato in un clima invernale da emisfero sud. E allora girando il concetto la statistica potrebbe anche favorire quelle sole quattro consorelle che mai hanno festeggiato nelle precedenti 18 edizioni della coppa. Si tratta di Aquila, Bruco, Lupa e Torre. Sull’Oca Scorrendo i numeri sono altre le casistiche che colpiscono. Considerando infatti che la statistica in esame si limita gioco forza a meno di 80 anni di storia paliesca, colpisce il fatto che contrade molto vincenti nel '900 come Oca e Nicchio abbiano alzato il nerbo rispettivamente due e una sola volta in concomitanza coi campionati mondiali. Curiosità ulteriore la suscitano gli anni di questi successi. Fontebranda ha infatti festeggiato in occasione dei campionati d'Italia del 1934, guarda caso quel Palio segnò la rottura di una solida alleanza coi Pispini, e quindi della quadruplice, che vedeva coinvolte anche Tartuca e Onda. E Malborghetto? Il caso ha poi voluto che né i successi dell'Oca né quelli del Nicchio abbiano mai conciso con gli anni dei mondiali. Il tutto fino a Francia 1998, quando le due contrade hanno colto il successo una a luglio, l'altra ad agosto. Un'annotazione anche per l'Onda, che ha stretto un forte legame con la fase iniziale dei campionati, vincendo in concomitanza con tre delle prime cinque edizioni. Il feeling si è poi bruscamente interrotto. Per quanto Malborhetto mantenga insieme al Valdimontone il primato delle vittorie negli anni mondiali a cifra tonda. Due ricorrenze favorevoli su quattro annate sinora possibili (1930,1950, 1970, 1990). L'Onda ha infatti vinto nel 1930 e nel 1950, mentre in via dei Servi si è festeggiato nel 1950 e nel 1990

Fabio Fineschi da Corriere di Siena
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da Siena - Pagina 3 Empty Palio: il fuoco di Siena

Messaggio  jabru Gio Mag 20, 2010 4:35 pm

Il fuoco di Siena. Palio, una corsa folgorante in diretta dal Medioevo

Verrà presentato, ad ingresso libero, nella Sala delle Balie del Complesso Museale Santa Maria della Scala venerdì prossimo, 21 maggio alle 21.30, il documentario Il fuoco di Siena. Palio, una corsa folgorante in diretta dal Medioevo, prodotto dalla Moviement HD srl, con la regia di Barbara Castelli e di Riccardo Domenichini e distribuito in esclusiva da Rai Trade.

Il filmato, presentato recentemente a Cannes, è realizzato con il patrocinio del Comune di Siena, e contiene tutto quello che c´è da sapere per conoscere veramente la grande Festa senese dove <<l´importante non è partecipare - come dicono i registi -, ma vincere>>.

Nelle scene, girate in alta definizione, l´attesa, le prove, la corsa, il giubilo di chi ha vinto e il pianto degli sconfitti, ma, anche, i retroscena. L´emozione degli spettatori e l´atmosfera che solo Siena riesce a ricreare come in una terra di mezzo, sospesa tra l´oggi e il passato carico di storia e tradizione autentiche.

La voce e i testi sono di Emilio Ravel che, insieme al presidente del Consorzio per la Tutela del Palio, Pier Luigi Millozzi, ai registi e ad un rappresentante di Rai Trade, presenterà il film documentario che sicuramente non potrà mancare nelle cineteche dei senesi, anche per le immagini di repertorio concesse dal Consorzio.
SIENANEWS
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da Siena - Pagina 3 Empty Mostra fotografica nel Drago

Messaggio  jabru Sab Mag 22, 2010 4:51 pm

Sono atti d'amore l'intrigante mostra organizzata dal Drago e il ricco libro che l'accompagna, entrambi sotto il titolo "Quanto sei bella Contrada nostra…". È il baldanzoso avvio dell'inno e segnala subito il moto di affetti e nostalgia che sta alla base sia della commentata raccolta di immagini (circa 400) del volume edito da Cantagalli, sia della selezione utilizzata per comporre i pannelli allineati nella Sala delle vittorie. Sugli aspetti che più profondamente attengono alla sensibilità contradaiola e sulle motivazioni che gli organizzatori - il priore Marco Lonzi in testa - hanno inteso assegnare a questa bella iniziativa non mi trattengo: non mi permetto d'interferire in un discorso che la contrada ha il compito e la responsabilità di scandire in prima persona e in piena autonomia. Ma ogni atto di questo genere - volere o no - ha, per fortuna, implicazioni che coinvolgono l'intera città e si offre dunque come spunto di riflessione che stimola chiunque abbia a cuore il destino di Siena a esprimere opinioni, idee, considerazioni personali o giudizi di generale portata. Ed è da questa angolazione che mi preme sottolineare l'importanza di un'iniziativa che riprende e allarga quanto già con la più parca esposizione del 1979 la Contrada del Drago aveva proposto come sostanzioso assaggio, avvalendosi, anche allora, d'un patrimonio incomparabile: la straordinaria collezione di cartoline, fotografie, fogli, documenti messa insieme da Gianfranco Campanini lungo una vita intera di diuturna e appassionata ricerca. Sicché un grazie vivissimo va individualmente a Gianfranco, uno di quei senesi che non si rassegnano a vivere Siena nel complicato presente e abitano in permanenza uno spazio che si dilata nel tempo. E convocano di continuo il passato prossimo - e quello più lontano - per capire le forme di una città che si è trasformata più di quanto si ritenga, talvolta perdendo qualcosa di essenziale, altre accogliendo inserimenti più o meno intonati, altre relegando nell'ombra segni pur significativi. E i ringraziamenti vanno estesi a tutti i collaboratori, tra i quali gli amici Enrico Giannelli e Carlo Rossi. Il valore dei dettagli La prima lezione che viene da questo affascinante percorso è un vigoroso richiamo al valore dei dettagli: consueti appigli dei ricordi e insostituibili riferimenti della nostra esperienza. Una città è anche un mobile disegno, geometria scomponibile di parti, rapporti definiti di volumi. Se riusciamo a oltrepassare le apparenze, percepiamo in controluce linee e intrecci, scritte e segreti. Che arricchiscono il nostro vedere, rafforzano la nostra capacità di capire. Basterà rammentare l'elegante insegna di un negozio, la sfilata di tavolini di un frequentato Caffé che non c'è più, le adunate in una piazza ora malamente confusa, perché ai nostri occhi riacquisti figura una città fantastica e vera di una storia che non si è totalmente perduta. E non deve svanire. Per alcuni di noi è stata la città scoperta nell'infanzia, per altri sarà quella sentita raccontare in famiglia o in contrada, per i più giovani un misterioso brano di archeologia. Le città non devono perdere la memoria Ma le città non devono perdere la memoria di quello che sono state se non vogliono rischiare di essere lasciate ad un futuro anonimo e povero, e spogliate da una invadente modernità senza senso. Ecco che le tante cartoline dell'album di Gianfranco si consegnano a noi come notizie e messaggi. Contengono una civica lezione di rispetto e di fedeltà. L'urbanistica vera di un centro come Siena, polarizzato nei nuclei delle sue Contrade, è fatta anche dalla cura di dettagli minimi, dalla conservazione di quanto non merita di esser tralasciato o logorato o distrutto, e può sembrare qualche volta solo banale e ovvio, eppure non è così. La parte di città dove è insediato il Drago - il Campo regale del Drago - è un'aperta e mutevole area di confine, che non ha mai trovato un soddisfacente equilibrio. Sia da considerare come accogliente approdo per chi arriva da nord o zona di svago e diporto per chi a Siena abita, l'insediamento del Drago sul poggio dei Malavolti ha tratti che in nulla l'assimilano a uno spazio chiuso in sé o ad una serrata sequenza di case arroccate. Di qui i problemi specifici di un'area che deve più di altre combinare il soddisfacimento di domande collettive di servizi, non solo per residenti, con il desiderio, invincibile per un senese, di abitare con agio, confidenzialmente, un ben riconoscibile e caratterizzato territorio. Non solo pel Campo son buoni i versi di uno dei tanti icastici e godibilissimi sonetti di Ghigo: "t'immergi nella pace e ti abbandoni / a nostalgie racchiuse in fondo al cuore / e ti domandi: chissà quante aurore / avranno visto mai questi mattoni". La brutta piazza L'iniziativa assunta dal Drago invita, inoltre, a riformulare temi in varie occasioni affrontati e mai risolti. La piazza intitolata a Matteotti, che, collocata com'è di fronte alla sede della Contrada, sembra slargarsi apposta per consentire soste oziose e disutili incontri, ha tuttora una caotica sconcezza. Mino Maccari la considerava l'unica piazza brutta della città e da allora il primato non è stato di certo scalfito. Si son chiamati a consulto illustri architetti, si sono indetti concorsi internazionali ottimamente riusciti, ci si è incamminati per strade meno ambiziose, ma non si è combinato nulla. E le responsabilità - qui bisogna esser molto onesti e chiari - non sono imputabili a questa o quella amministrazione. Non si è riusciti a dare una risposta convincente e praticabile. Non so se si pensa ancora a decentrare lo stadio verso l'Arbia e quindi se prenderà forma lo spezzone di parco urbano da modellare in luogo al Rastrello. Altre ipotesi, crudamente edilizie e privatistiche, credo siano tramontate. Non entro qui nel merito d'una scabrosa controversia. L'obiettivo da porsi - questo mi senti di raffermare in breve - è riacquisire a fini di uso pubblico e sociale uno slargo che non è neppure una piazza e che può ritrovare la grazia di una di quelle piazze italiane celebrate quali tipici momenti di un'antica civiltà. Con i suoi giardini ben circoscritti, coi ragazzi che corrono e giocano, e la luce che le inonda facendone paesaggi naturali. Se le cartoline di ieri suggerissero qualcosa almeno di un credibile progetto pel domani?

Roberto Barzanti da Corriere di Siena
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da Siena - Pagina 3 Empty La donna nelle contrade

Messaggio  jabru Mer Mag 26, 2010 4:33 pm

Siena, 26 marzo 2010 - Il dado e’ tratto: la commissione comunale delle elette stilerà un documento sulla situazione delle donne in Contrada. Guai a pronunciare la frase "caso Oca", anche se è stato convitato di pietra nelle tre riunione necessarie solo per affrontare l’argomento. Si punta a un testo delicato, quanto la questione del voto rosa in Fontebranda che non sarà comunque al centro dell’attenzione. E rispettoso delle Contrade. Ma si farà. A mettere il punto il fermo si è riusciti ieri al termine di una riunione fiume, durata quattro ore a cui hanno partecipato anche i consiglieri comunali Luciano Cortonesi, capogruppo Pd, Alessandro Manganelli e Massimo Bandini (Pdl), Giancarlo Bartolini (Gruppo misto). "E’ stata formata una commissione — spiega la presidente Federica Gioia — per decidere che tipo di testo comune buttare giù. E’ composta da Patrizia Turrini, Giulia Puccini Negrini, Giuliana De Angelis e Carolina Persi".



Quest’ultima, vice-presidente della commissione, coerentemente alla sua convinzione che l’organo non aveva competenza a trattare la questione, è uscita dalla sala al momento del voto, unitamente ad Anna Gioia e Barbara Valeriani. Le elette presenti, all’unanimità, hanno votato a favore del documento comune. Ma anche di un tavolo con le donne delle Contrade per parlare di eventuali situazioni di disagio, idea lanciata da Giuliana De Angelis quando è apparso chiaro che si rischiava lo stallo (e, forse, lo scontro).



"Premesso che la questione si doveva prendere in mano anni fa, in modo da risolverla all’interno — ha osservato —, ho l’impressione che le pressioni finiscano per irrigidire ulteriormente la situazione. Perché non facciamo un lavoro con le donne di tutte le Contrade, una riflessione che le coinvolga a 360 gradi?" A sgombrare il campo dal timore di non avere competenza sull’argomento, c’ha pensato Patrizia Turrini sottolineando il rapporto stretto e ancestrale fra le consorelle e il Comune, sin dai tempi in cui rispondevano alla Biccherna. Fermo restando che palazzo pubblico può, anzi deve, lanciare un messaggio con il suo comportamento nei confronti delle donne che, per esempio, non vengono quasi mai nominate ispettori di pista o deputati della Festa. Considerazione condivisa e risuonata nel corso della riunione che ha approvato, oltre all’idea del documento, anche quella di "una concertazione con le delegate che ciascuna consorella vorrà inviare al tavolo".



"La città leggerà come un’entrata a gamba tesa sulla questione dell’Oca l’intervento della commissione elette", aveva ammonito Cortonesi invitando a tenere separata la politica dalle Contrade. "Quando i problemi esistono si dovrebbero affrontare — ha osservato più tardi Bandini —, anche a gamba tesa. E quello delle donne dell’Oca è un problema". Almeno di alcune contradaiole, è bene precisarlo. Perché, come ha ricordato Anna Gioia, "non tutte la pensano allo stesso modo. Molte mi hanno invitato a non entrare nel merito". Ma, come detto, ormai il dado è tratto.

Laura Valdesi da La Nazione
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da Siena - Pagina 3 Empty Palio di Provenzano 2011

Messaggio  jabru Dom Mag 30, 2010 8:28 pm

Correranno di diritto il palio di Provenzano 2011: Oca, Chiocciola Valdimontone, Lupa, Civetta, Tartuca, Pantera
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da Siena - Pagina 3 Empty Documento Magistrato delle Contrade

Messaggio  jabru Sab Giu 05, 2010 4:41 pm

Documento Magistrato delle Contrade 05 giugno 2010

Partendo da quanto disposto dall’art. 104, secondo comma, del vigente Regolamento per il Palio (“Ogni modificazione rientra nelle competenze del Consiglio Comunale, udito il Magistrato delle Contrade”), il Magistrato ha sentito l’esigenza di confrontarsi su quanto accaduto nelle carriere degli ultimi anni, in particolare nei due palii del 2009 ambedue caratterizzati, tra l’altro, da una lunghezza eccessiva delle operazioni della mossa.
L’analisi è stata effettuata per macro argomenti e per ciascuno di essi proponiamo alcune riflessioni che, da un lato, non prospettano la necessità di modifiche al testo del Regolamento, mentre, dall’altro lato, evidenziano il bisogno di una sua interpretazione chiara e coerente nel tempo, di cui l’Amministrazione Comunale è il legittimo garante.

Mossa, Mossiere, rincorsa
Gli argomenti trattati di seguito hanno specifica attinenza con considerazioni legate all’evoluzione della corsa, in cui la mossa ha ormai un peso preponderante, anche in relazione all’innalzamento della qualità dei barberi e al livellamento del lotto dei prescelti.
Eventuali indicazioni al Mossiere dovrebbero pervenire dal Sindaco in quanto garante della Festa.

Condizione essenziale è l’autorevolezza del Mossiere, che potrebbe essere rafforzata tramite l’uso di alcuni strumenti che comporti conseguenze certe, quale ad esempio il richiamo ufficiale (anche nei confronti della rincorsa). La citata autorevolezza potrebbe peraltro risultare confermata da proposte di sanzione da parte dell’Assessore Delegato che tengano conto di quanto contenuto nella relazione del Mossiere.
Peraltro, il Mossiere dovrebbe evitare di tollerare comportamenti dei fantini che, compromettendo volontariamente l’allineamento, appaiono chiaramente strumentali a ritardare la partenza dei cavalli; né la ricerca di un allineamento che tenda alla perfezione può comunque condizionare l’ingresso della rincorsa e la estenuante durata della mossa.

Pur considerando pertanto che la lunghezza della mossa non è addebitabile solo alla rincorsa ma, anche ai comportamenti dei fantini tra i due canapi, si ritiene corretto dover applicare alla stessa rincorsa l’articolo 64 del regolamento. In particolare dovrà essere il Mossiere a valutare, tenuto conto delle particolarità della rincorsa, quando l’indugio della rincorsa stessa risulti eccessivo e ingiustificato.

Assessore Delegato e Sanzioni
Le proposte di sanzioni e il contenuto delle motivazioni dovrebbero essere maggiormente dettagliate e, nell’effettuare puntuali riferimenti alle norme del Regolamento applicate, se del caso richiamare episodi precedenti adeguatamente motivando eventuali scostamenti.
La raccolta ordinata delle sanzioni applicate nel passato dovrebbe costituire “giurisprudenza” alla quale far riferimento per provvedimenti con casistiche simili, pur nell’ottica di un’interpretazione ragionata alla quale non faccia difetto il buon senso.
Peraltro, non sembrerebbe opportuno sanzionare comportamenti consolidati e tollerati nel tempo, anche se in contrasto con il Regolamento, senza un preventivo sollecito a cambiare i comportamenti stessi.

L’attuale ordinamento di giustizia paliesca si configura di fatto con un solo grado di giudizio, sia pure articolato tra una fase di proposta delle sanzioni (Assessore Delegato) e una di applicazione delle sanzioni (Giunta Comunale). Questa condizione richiede a maggior ragione una stesura delle proposte di sanzione chiara nell’esplicitazione degli addebiti, nei riferimenti alle norme violate e nelle motivazioni di un eventuale difformità dalla giurisprudenza esistente.
Sarebbe opportuno sanzionare con sistematicità il fantino che, oltre a ritardare la rincorsa con un continuo movimento tra i canapi, arriva ad ostacolare direttamente la rincorsa medesima.

Veterinari e cavalli
Appare indispensabile la rotazione dei tre veterinari nominati dal Comune per il protocollo, eventualmente anche in modo alternato negli anni, con una durata nell’incarico ipotizzabile non superiore a cinque anni; ugualmente importante sembrerebbe la completa conoscenza da parte del Veterinario nominato dal Magistrato delle caratteristiche dei cavalli e della loro storia, senza alcun potere -neppure consultivo - da parte sua, ad es. tramite la possibilità di prendere visione delle schede tecniche
Sembra infine necessaria una revisione restrittiva del protocollo che nei suoi termini attuali rischia ormai un effetto in parte degenerativo dei suoi stessi obbiettivi.

Ordinanza Martini (21 luglio 2009)
L’esame del testo predisposto dal Sottosegretario evidenzia contenuti che appaiono rispondere, nella sostanza, a quanto già applicato da tempo alla nostra Festa. Pertanto si condivide e si sostiene i pronunciamenti in tal senso già espressi dal Sindaco sullo specifico argomento.

Il presente documento è stato preceduto da un incontro con i Capitani delle 17 Contrade finalizzato a conoscere le loro rispettive opinioni sugli argomenti all’attenzione.


Antenna Radio Esse
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da Siena - Pagina 3 Empty Soldi ai fantini, tre contrade condannate

Messaggio  jabru Mar Giu 08, 2010 5:44 pm

Siena, 8 giugno 2010 - Tre contrade assolte in primo grado — Lupa, Leocorno e Giraffa — sono state condannate in appello (presentato dall’Agenzia delle entrate di Siena) per la ritenuta d’acconto nel pagamento dei fantini. Risulta dunque ribaltato dai giudici regionali il pronunciamento iniziale che, nel 99% degli oltre 100 casi approdati in commissione tributaria provinciale, erano stati favorevoli alle Contrade. Le tre rischiano di dover sborsare una somma che si aggira fra i 150mila e i 170mila euro per la ritenuta d’acconto sulle somme date ai fantini. Ovviamente diverse annualità più interessi e sanzioni. Tutto è accaduto a settembre, con sentenza depositata a dicembre 2009, passata sotto silenzio. La notizia è tornata alla ribalta ieri perché si è svolta un’udienza, sempre davanti alla commissione tributaria regionale di Firenze, riguardante Chiocciola, Tartuca e Onda difese da Lorenzo Sampieri e Renzo Amadio dello studio Di Tanno.



Non se ne conosce l’esito ma c’è il rischio di andare avanti per anni. Soprattutto, se il vento soffierà contro le 16 consorelle (l’Istrice chiuse con il condono), penderà una spada di Damocle da circa 2 milioni sulla testa delle Contrade. Va aggiunto che le vicende di cui si parla riguardano le annate paliesche 1996-2003. Nel 2007 è stata varata la legge nazionale ribattezzata salva-Contrade ma per il periodo fra il 2004 e tale data? Cosa succederà? La situazione è molto delicata da quando la guardia di finanza aprì il fronte dei controlli. E l’Agenzia delle entrate sembra intenzionata a ricorrere fino in Cassazione.
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